Dopo la caduta del muro di Berlino e la dissoluzione della Jugoslavia, e dopo quasi sessanta anni di silenzio, è venuta alla luce una strage di italiani avvenuta nella domenica 18 agosto 1946, a Vergarolla, la spiaggia di Pola.
Ma quanti in Italia ne sono a conoscenza?
Fu una strage che aveva vestito di lutto l’intera città e segnato le sue sorti, provocando l’esodo della popolazione . Con l’esodo, nella città italiana, l’italianità fu ridotta ad un minuscolo gruppo di rimasti.
In quel tempo Pola era sotto il governo provvisorio anglo-americano, come Trieste. La strage avvenne in una soleggiata domenica estiva in riva al mare, a Vergarolla, gremita di bagnanti, tra i quali moltissimi bambini, mentre si stava disputando una celebre coppa natatoria di grande attrazione e di chiara valenza patriottica italiana. Siamo a poco più di un anno dalla fine della guerra mentre sono in corso le trattative per il Trattato di Pace con l’Italia. L’Istria e la sua capitale Pola, oltre che Zara, Fiume, persino Trieste e Gorizia, erano rivendicate dalla Jugoslavia di Tito. Una mano assassina, che perseguiva un disegno terroristico fece brillare una trentina di mine che erano state disinnescate e si trovavano accatastate nei pressi. Contenevano circa 9 tonnellate di esplosivo. Almeno una ottantina e forse molte di più le vittime, tutte italiane, alcune ridotte a brandelli e altre dilaniate in maniera irriconoscibile. In quella tremenda esplosione il medico Geppino Micheletti perse due figli, rispettivamente di 6 e 9 anni, e ciononostante continuò ad assistere i feriti in ospedale anche a ventiquattro ore dalla strage. Una lapide a Pola ed una a Trieste ne ricordano l’immensa solidarietà umana e il senso del dovere professionale.
Dai documenti dei servizi segreti inglesi, recentemente desecretati, è emerso il testo di una informativa sulla strage di Vergarolla indicante il nome dell’autore e i mandanti.
Per la ricorrenza della strage una solenne cerimonia commemorativa si è svolta a Pola, accanto al cippo memoriale nel parco adiacente al Duomo con la presenza di esuli e italiani rimasti..
A Trieste due cerimonie commemorative della strage sono state organizzata dalla Federazione grigioverde che coordina le associazioni Combattentistiche e d’Arma; una sul colle di S.Giusto e l’altra in Piazzale Rosmini dove si trova la stele dedicata al dott. Micheletti
Alla prima di esse, sul colle di S.Giusto accanto al monumento ai Caduti e al cippo che ricorda i nomi delle vittime, ha partecipato il labaro della Federazione di Trieste dell’Istituto del Nastro Azzurro, accompagnato dal Presidente dott. Giuseppe Vuxani. Il Presidente della Federazione grigioverde, gen. Riccado Basile, ha pronunciato una commossa e riverente allocuzione, dichiarando tra l’altro: “non dimentichiamolo mai: è per colpa della toro Italianità che sono stati trucidaiti.”
Dr. Giuseppe Vuxani
Presidente Federazione di Trieste