PRESSO IL MUSEO ANRP “VITE DI IMI” A ROMA IL CONVEGNO DELLA “SAPIENZA” SUGLI SCHIAVI DI HITLER
HA CONTRIBUITO ALLO STUDIO L’ASSOCIAZIONE “UN RICORDO PER LA PACE”
di Elisa Bonacini
Si è tenuto Mercoledì 11 luglio in via Labicana a Roma presso il Museo ANRP “Vite di IMI 1943-1945” il convegno/esame dell’Università “La Sapienza” sul tema “Storia, memoria e oblio dell’Internamento”.
Gli studenti del corso di “Storia Sociale e Culturale” del Prof. Luciano Zani per il conseguimento della Laurea Magistrale in Scienze Sociali Applicate (facoltà di Scienze Politiche) hanno discusso le loro relazioni sugli Internati Militari Italiani nei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale.
L’evento in collaborazione con ANRP (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento, dalla Guerra di Liberazione e loro familiari) che ha fornito ai ragazzi importante materiale d’archivio.
Un folto pubblico tra cui molti familiari di internati ha seguito con attenzione le esposizioni dei ragazzi che divisi in 6 gruppi hanno illustrato la storia dei cosiddetti “Schiavi di Hitler”. Furono circa 650.000 i soldati italiani che dopo l’armistizio dell’Italia l’8 settembre 1943 rifiutarono di continuare la collaborazione con il nazifascismo e furono pertanto deportati ed internati nei lager del Terzo Reich. Il loro status non fu quello di prigionieri di guerra, quindi sottratti alla tutela della Croce Rossa Internazionale. Considerati “traditori” (denominati “cani” dai tedeschi) furono obbligati a svolgere lavori particolarmente pesanti e pericolosi, esposti al rischio dei frequenti bombardamenti. A costo della vita gli Internati Militari Italiani tennero fede al giuramento fatto alla Patria, allora Regno d’Italia. Solo una piccola percentuale, spinta dagli stenti e da continue vessazioni, optò a favore dei tedeschi. Più di 50.000 soldati italiani morirono nei lager, per lo più di fame e malattie, in particolare la tubercolosi. Migliaia ne morirono al rientro in Italia e negli anni successivi.
Il convegno si è aperto con il saluto del Generale Potito Genova, Segretario generale dell’ANRP.
Luciano Zani Professore ordinario di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche della “Sapienza” ha illustrato le tematiche sviluppate nel corso ed introdotto le esposizioni degli studenti. Tra gli argomenti trattati la difficile quotidianità degli IMI combattendo contro fame, freddo e malattie; il lavoro coatto; la civilizzazione; la cultura degli IMI nelle “società dei lager” come vettore di risocializzazione e ricostruzione dell’identità; il tema della religiosità, ancora di salvezza nella speranza della liberazione; l’arte nelle sue forme più variegate: molte le composizioni artistiche realizzate con materiali di fortuna: manufatti, dipinti e disegni pervenuti quasi intatti fino a noi ed esposti nelle sale del Museo; la musica quale momento di evasione e socializzazione; la passione per la fotografia utilizzando macchine di dimensioni minute e facilmente smontabili come la Leica, nascoste tra gli indumenti intimi per essere sottratte alle frequenti perquisizioni dei tedeschi. Scatti rubati che hanno permesso di visualizzare il reale vissuto degli IMI nei lager in Germania.
Oggetto di discussione nel convegno tutto il complesso periodo storico dal fascismo alla guerra, dall’armistizio alla cattura degli IMI, dalla liberazione al rimpatrio.
È stato affrontato anche il delicato tema del mancato riconoscimento sociale degli IMI post guerra, l’oblio perpetuato nei loro confronti per tanti anni fino all “istituzionalizzazione della memoria” che in Italia arrivò di fatto con la legge n. 296 del 27 dicembre 2006 in cui lo Stato Italiano ha previsto per gli IMI la concessione della Medaglia d’Onore. L’onorificenza a titolo di risarcimento morale per la fedeltà alla Patria è concessa agli aventi diritto su richiesta degli eredi (pochissimi gli IMI ancora viventi) tramite decreto del Presidente della Repubblica.
Ampio risalto è stato dato nel convegno alla storia di Livio Pedron, residente a di Formia, classe 1923, deportato nello Stammlager XVII in Austria ed insignito nel gennaio scorso di Medaglia d’Onore IMI dal Presidente della Repubblica Mattarella. La sua intervista è stata organizzata dagli studenti in un video documentario.
Tra le storie IMI evidenziata anche quella di Ernesto Bonacini catturato in Grecia seppur malarico ed internato nel Reserve–Lazaret di Zeithain in Germania, distaccamento dello Stalag IV B di Mühlberg a circa 30 km da Dresda, tristemente noto come “campo di morte”. La testimonianza proveniente dal suo “diario di guerra e prigionia “ è stata messa a disposizione per gli studi dalla scrivente figlia Elisa presidente dell’Associazione “Un ricordo per la pace” che ha fornito anche le tante storie degli Imi raccolte a partire dal 2010 nell’ambito del progetto “Memoria agli IMI”.
Ha destato commozione la vicenda di Calandrelli Arnolfo. Nato a Crognaleto (Teramo) il 6 marzo 1914 venne catturato in Albania dopo l’8 settembre 1943 e deportato in Germania. Morì (presumibilmente di tubercolosi) il 12 giugno 1944 presso lo Stalag VI A di Hemer- Hisirlon.
Grazie alla tenacia dei nipoti instancabili nelle ricerche è stato possibile risalire al luogo di sepoltura presso il cimitero italiano di Franconforte sul Meno in Germania; successivamente dopo un lungo iter burocratico la famiglia ha potuto nel 2011 riportarne le spoglie in Italia. Ora Arnolfo riposa nel cimitero di Cesacastina (Comune di Crognaleto) vicino alle tombe dei genitori.
Nel corso dell’evento sono avvenute due donazioni di materiale IMI al Museo tra cui l’unica lettera di Arnolfo Calandrelli pervenuta alla famiglia dal lager in Germania. A consegnare il documento la nipote Milva Calandrelli con un’ampia rappresentanza dei familiari di Arnolfo tra cui Vania Calandrelli residente ad Aprilia. Presente al convegno l’Associazione “Un ricordo per la pace .
L’evento è stata occasione di visita alle sale del Museo “Vite di IMI. Percorsi dal fronte di guerra ai lager tedeschi 1943-1945”. Realizzato con il sostegno dei Ministeri degli Affari Esteri italiano e tedesco tramite il “Fondo italo tedesco per il futuro” è interattivo-multimediale; il percorso storico/documentaristico ha indirizzo didattico-formativo. Lo spazio espositivo è finalizzato a delineare, attraverso un originale allestimento, la vicenda dei militari italiani deportati e internati nei lager nazisti. Dotato di archivio e biblioteca, il museo è Centro studi, documentazione e ricerca dell’ANRP. Finalità del progetto è costruire tra Italia e Germania una “nuova politica della memoria” in onore delle vittime per un futuro di pace e di sempre maggiore coesione europea.
( su Museo “Vite di IMI” ANRP www.museovitediimi.it ; foto Associazione “Un ricordo per la pace”)