“L’eccidio della Colonna Gamucci” – Una pagina di storia da far conoscere, un libro-inchiesta di Antonio Magagnino, che fa chiarezza e invita a riflettere su uno di quegli episodi della nostra storia affidati all’oblio del tempo. Se n’è discusso al MUSMI di Catanzaro, durante un incontro-dibattito organizzato dalla Federazione Provinciale dell’Istituto del Nastro Azzurro del capoluogo regionale e dalla sezione di Catanzaro dell’Associazione Nazionale Carabinieri.
Il più crudele eccidio perpetrato contro militari italiani, dopo quello di Cefalonia: così viene definito dagli storici l’eccidio della Colonna Gamucci, ovvero la barbara uccisione di oltre cento militari guidati dal colonnello fiorentino Giulio Gamucci, comandante della Legione dei Carabinieri di Tirana, in Albania, nel 1943. Prima di cadere con i suoi compagni Gamucci esclamò “Sparate subito e mirate al petto”, una frase la cui risposta fu una spietata raffica di mitra da parte dei partigiani comunisti albanesi. Una frase che è risuonata nella mente e nel cuore del Luogotenente Antonio Magagnino, autore del volume “L’eccidio della Colonna Gamucci” (Herald Editore – Roma), che dopo lunghi anni di intense ricerche è riuscito a fare luce su una pagina oscurata dal tempo e dalla storiografia ufficiale e a rendere onore e giustizia a coloro che hanno offerto la loro vita per la Patria. Se ne è discusso durante un incontro – dibattito organizzato dalla Federazione Provinciale dell’Istituto del Nastro Azzurro di Catanzaro, presieduta dal Cap. Vincenzo Santoro e dalla Sezione di Catanzaro dell’Associazione Nazionale Carabinieri, presieduta dal Ten. Maurizio Arabia, tenutosi nella prestigiosa sede del MuSMi (Museo Storico Militare) del capoluogo regionale, col patrocinio della Provincia e dell’Associazione Calabria in Armi. Un parterre ricco di presenze autorevoli e competenti in materia storica e militare ha animato il dibattito, introdotto e moderato dal presidente Santoro, cui sono seguiti i saluti del presidente ANC, Ten. Maurizio Arabia. E’ toccato allo storico Salvatore Scalise, rappresentante del sodalizio Calabria in Armi, tracciare il profilo storico ed il ruolo del Regio Esercito Italiano nei Balcani nel 1943, cui ha fatto seguito la relazione in merito alle condizioni di vita dei Carabinieri nel Balcani nel 1943, del Col. Girolamo Galluccio, figlio del Carabiniere Antonio Galluccio, deportato dall’Albania a Mauthausen. La ricerca sui Caduti italiani in terra albanese è stato il tema centrale trattato dal Luogotenente Domenico Caccia, Segretario Generale dell’Istituto del Nastro Azzurro, il quale ha preannunciato il possibile recupero dei resti di altri militari seppelliti nella tristemente nota “Grotta dei pipistrelli”. All’incontro hanno presenziato tra gli altri, il Col. Montanaro, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Catanzaro, il Magg. Candeloro, in rappresentanza del Comando Militare Esercito Calabria ed il Cap. Angeletti, Comandante Compagnia Carabinieri di Catanzaro, nonché il Dirigente dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, dott. De Vinci. Numerose le delegazioni e le rappresentanze di associazioni d’arma regionali e nazionali giunte per l’occasione. Al termine della manifestazione il Col. Galluccio ha donato al Dirigente De Vinci, una foto d’epoca riproducente il Quarto Battaglione Carabinieri di Palermo partito per l’Albania, che andrà ad arricchire la prestigiosa collezione di reperti, cimeli e documenti del MuSMi. Vari e qualificati gli interventi dal pubblico che hanno posto all’autore quesiti e riflessioni circa la ricerca della libertà, della verità e della giustizia, specie nei casi come quello dell’eccidio della Colonna Gamucci, spesso considerato “scomodo”. Ad Antonio Magagnino sono state affidate le conclusioni dell’incontro che si è rivelato una porta aperta su vecchi e nuovi scenari che saranno approfonditi nel prossimo volume dell’autore. Un vero e proprio “velo di Maya”, dunque, quello che ha coperto l’eccidio della Colonna Gamucci, che Magagnino, come Shopenhauer, intende squarciare per far chiarezza intorno alla verità, non come appare, ma come è realmente.