L’esauriente e già citato volume di Arsenio Crespellani sulle “Medaglie estensi ed austro-estensi” ci esonera dall’obbligo di dilungarci nella descrizione delle decorazioni militari di questo stato. Osserveremo peraltro che tali decorazioni, pur riconfermando il carattere di eccessiva povertà che è comune a tutti i ducati nella prima metà del secolo XVIII, presentano tuttavia una maggiore dignità rispetto a quelle del Ducato di Parma.
Troviamo anche qui il distintivo per i veterani, creato da Francesco IV con chirografo del 22 marzo 1827, ma è d’argento, per quanto sottilissimo di spessore: esagonale per i militari aventi 18 anni di servizio, ovale per quelli con 12 anni. I fori esistenti alle estremità delle piastre lasciano pensare che i distintivi fossero applicati su un panno, forse di colore azzurro, e per mezzo di esso cuciti sulle divise (vedi tav. XXXVII)
Più interessante è la medaglia d’argento conferita il 4 aprile 1831 agli ufficiali e soldati della milizia serbatisi fedeli al duca nella rivoluzione di Romagna, che l’obbligò a fuggire a Mantova. La medaglia fu coniata a Vienna, e porta nel retto, invece dell’immagine del duca, la leggenda: Franciscus IV Dux Mutinae; nel verso: Fideli Militi MDCCCXXXI, con due spade incrociate. Il Crespellani ci fa sapere che la medaglia venne solennemente distribuita il 4 aprile 1831 in Modena, in una sala del palazzo ducale, e poi sul piazzale, largheggiando con tanta abbondanza, che la medaglia è ancora oggi comunissima. Il nastro, contrariamente a quello che si legge nel von Heyden che lo dà celeste con righe bianche ai lati, è bianco con righe celesti ai lati (vedi tav. XXXVII).
L’immagine del duca e precisamente di Francesco V (1846-1860) compare sulla medaglia al valore istituita da lui (1846-1859) il 19 aprile 1852. E’ una vera e propria medaglia al valore [1] e nel 1859 le si conferì un carattere prettamente anti-italiano, perché fu data ai militi che avevano combattuto nell’esercito austriaco contro l’esercito franco-sardo (vedi tav. XXXVII). Il nastro è azzurro listato di bianco.
Il Crespellani ci rivela il particolare curioso che questa medaglia venne usufruita anche come ricompensa al valore civile, e cita l’esempio della medaglia Bonaccini, nella quale la leggenda pel merito militare è stata sostituita a bulino da quella pel merito civile. E’ pure del 1852 (16 maggio) la istituzione della Croce d’oro di anzianità per 50 anni e di quella per 25 anni di servizio, conferite agli ufficiali. Nel computo degli anni le campagne del 1815, 1831 e 1849 furono calcolate per anni due, accentuando così la caratteristica antiliberale di esse.
Ma il conferimento dei segni d’onore, per quanto fossero essi meritati e giustificati dal punto di vista della fedeltà dovuta al sovrano, non poteva certamente arrestare il fatale, il provvidenziale progresso della coscienza nazionale, che il 19 agosto 1859 indusse l’Assemblea Nazionale di Modena a dichiarare decaduta la dinastia e l’unione del ducato al governo dell’Emilia. Francesco V si vide obbligato a sciogliere egli stesso la brigata estense, che dopo la conclusione dei preliminari di pace a Villafranca si era accampata nel distretto di Bassano, e a congedarla per i rispettivi paesi. Egli stesso si ritirò a Vienna, e rivolgendo colà un pensiero di gratitudine ai militari e funzionari che gli avevano serbato fedeltà, istituì la medaglia Fidelitati et constantiae in adversis, la quale fu distribuita alla chetichella il 24 settembre 1863 agli ufficiali e soldati che ne fecero richiesta. Il bell’azzurro carico del nastro si è cambiato, qui, in un azzurro striato di bianco, lasciando prevalere l’azzurro solo ai lati. Frattanto i comuni della provincia di Modena istituivano una piccola medaglia d’argento per i volontari che avevano partecipato alle guerre dal 1848 al 1860, serbando il nastro azzurro ma bordato di giallo [2] . Finalmente una identica medaglia, ma con la leggenda che ricordava le guerre di indipendenza fino al 1870, venne istituita a suggello dell’unità italiana. E’ questa volta la medaglia portava il nastro tricolore (vedi tav XXXIX).
[1]Erroneamente il Crespellani (pag. 94) classifica questa medaglia fra le medaglie di fedeltà
[2]Il von Heyden vi attribuisce erroneamente il nastro tricolore