III Congresso 1928 Atti L’imponente Corteo

  

L’IMPONENTE CORTEO

 

Le commoventi note della «Canzone del Piave» segnano l’inizio del corteo, sfolgorante di azzurro, fulgente di decorazioni.

Tra due fitte ali di folla plaudente il corteo sfila per via Montebello, via Po, piazza Vittorio Veneto, corso Lungo Po, corso Cairoli, corso Vittorio Emanuele, corso Massimo d’Azeglio sino al Castello del Valentino.

E’ una lunga teoria di labari che ricordano e simboleggiano il valore e l’eroismo per cui si vinse la guerra, retti ed accompagnati da numerosi combattenti che vogliono anche in pace riaffermare le virtù e gli ideali che diedero la vittoria ad un popolo degno dei più grandi destini. Le acclamazioni e gli applausi della folla continuano insistenti e sono con affettuosa simpatia rivolti al generale De Pinedo, subito riconosciuto tra il gruppo delle autorità che precedono il corteo.

Al Castello del Valentino i labari sono ricevuti dal gr. uff. Gobbi, dall’avv. Bona della Giunta esecutiva e dal colonnello Damiani, che con profonda passione ha cura della Mostra della Vittoria.

Sono portati nel salone delle Bandiere gloriose, avanti alle quali vengono inchinati in segno d’omaggio, cui si unisce la folla dei visitatori ammiranti la sfilata per le gallerie della Mostra Sabauda.

Deposte poi le Insegne nel Salone delle feste, gli Azzurri si recano al Ristorante del Parco per prendere parte al pranzo offerto dal Comitato dell’Esposizione.

La riunione simpaticamente cordiale ed affettuosa, alla quale prendono parte tutte le autorità, si chiude con applauditi discorsi, tutti inneggianti all’Istituto del Nastro Azzurro, all’Italia, al Re, al Duce.

E parla il gr. uff. Gobbi, che porta il saluto del Duca d’Aosta, al quale l’assemblea tributa una calorosa acclamazione, e del Comitato dell’Esposizione, lieto e fiero di ospitare l’aristocrazia della guerra. Manda un fervido saluto al Duce tra gli alalà di tutti gli adunati.

 

Acclamatissimo parla il generale De Pinedo, che inneggia al significato, agli scopi, alla nobiltà dell’Istituto.

L’avv. Bardanzellu porta il saluto del segretario federale Di Robilant, e leva un inno fervido di sentimento e di poesia al valore di tutti gli umili rappresentanti di quel magnifico simbolo che è il Milite Ignoto. Afferma tra gli applausi che la gloria dell’Azzurro d’Italia è ben guardata dal fatidico ed imperiale segno del Littorio, e manda un reverente omaggio al valoroso combattente Benito Mussolini.

Il Comm. Franza, per l’Associazione delle famiglie dei Caduti, ricorda quanti per la Patria sacrificarono la vita, ed il Prefetto Maggioni con nobilissimo pensiero invita l’assemblea a dedicare un minuto di reverente raccoglimento in memoria dei Caduti, ai quali va devotamente il pensiero degli adunati.

La medaglia d’oro Amilcare Rossi, a nome di tutti gli Azzurri, ringrazia il Prefetto, il commissario Ricci, il Comitato dell’Esposizione, e saluta i congressisti, che applaudono ancora l’avv. Mazzoni, di Firenze, quando rivolge un patriottico saluto alla Dalmazia.

E gli «Azzurri» si recano a gruppi a visitare l’Esposizione affollatissima.

( a cura di Chiara Mastroantonio)