Il Paragrafo del volume dedediato al centenario della istituzione delle ricompense al Valor Militare porta la seguente titolazione “DECRETI E DISPOSIZIONI SUCCESSIVI AL Regio VIGLIETTO FINO ALLE RIFORME FASCISTE DELL’ ANNO X. UFFICIO STORICO” articolato in tre paragrafi, che riporteremo. Ovviamente essendo stato scritto nel 1932-1933 il volume risente della terminologia usata allora. Per anno X si intende l’anno decimo dell’Era Fascista, la introduzione del calendario fatta nel 1923-24 a sottolineare il nuovo governo che era in Italia. pertanto ci si riferisce al 1932 secondo il Calendario gregoriano in uso anche allora oltre che oggi. Nota: Gli allegati citati saranno pubblicati a breve su questo comparto in sequenza.
I paragrafi che riportiamo hanno anche quindi valore di documento storico di documentazione.
I
PRIMA DELLA GRANDE GUERRA.
Nella parte IV del presente volume si è già accennato che il R. Viglietto (26 marzo 1833) per l’istituzione della medaglia in oro ed in argento al valor militare, nell’intento di fornire ai comandanti di corpo d’armata « una tal quale norma nelle loro proposizioni », recava allegato un elenco di vari casi che potevano formare oggetto di proposta per la concessione delle medaglie al valor militare.
Ma le prime battaglie combattute per la nostra indipendenza nel 1848 e gli eventi che preludiarono all’unificazione della nostra Patria misero in luce alcuni «atti di fermeza e di coraggio» che, pur non raggiungendo gli estremi per meritare la medaglia al valore, costituivano pur sempre esempi degni di essere ricordati mediante pubblica attestazione.
E perciò onde premiare questi atti e far «conoscere all’esercito in modo speciale i nomi di tutti gli individui che per coraggio, vigor di comando ed abilità di mosse si vanno distinguendo negli incontri con il nemico» il Re Carlo Alberto volle, subito dopo i primi fatti d’arme della campagna del 1848, che di essi fosse fatta onorevole menzione all’ordine del giorno dell’esercito. Da ciò l’origine della menzione onorevole al valor militare la cui concessione veniva attestata da apposito certificato rilasciato agli interessati.
Può ritenersi che l’istituzione di questa ricompensa non sia stata stabilita da alcuna speciale disposizione legislativa.
La prima concessione di menzioni onorevoli nella campagna del 1848 è datata dal 2 maggio dal Quartier generale principale di Sommacampagna con ordine generale dell’armata numero 9 di registratura (allegato n. 1).
Nella stessa campagna, e nell’interno «di vieppiù eccitare l’ardore di cui si mostrano a gara animati i vari corpi» furono concessi encomi che vennero pure pubblicati all’ordine del giornodell’armata (1).
Alla concessione della menzione onorevole offersero più tardi assai vasto campo i faatti gloriosi compiuti dall’esercito e dall’armata fino all’unificazione nazionale e durante la repressione del brigantaggio (1860-1870), di talchè molte persone se ne trovarono insignite.
Ciò pose in evidenza che l’onore di aver conseguito tale distinzione non aveva modo di esplicarsi sotto visibile forma e suggerì l’opportunità di concedere un distintivo appariscente, anche a testimonianza della menzione onorevole al valor militare.
Fu così istituita nel 1887 per decreto (allegato n. 3) di Umberto I Re d’Italia la medaglia di bronzo al valor militare «da concedersi per quegli atti di fermezza e di coraggio, i quali, senza avere gli estremi richiesti per conseguire la medaglia d’argento al valor militare meritano tuttavia particolare distinzione».
In virtù dell’oradetto decreto coloro che dal 1848 al 1887 avevano conseguito la menzione onorevole al valor militare furono autorizzati a fregiarsi della medaglia di bronzo al valor militare (allegato n.4).(che sarà pubblicato a breve)
Contemporaneamente con successivo R.D. Del 15 dicembre stesso anno venne istituita una commisione speciale composta di : 1 tenente generale, presidente; 4 ufficiali generali, membri; 1 ufficiale superiore, segretario; con l’incarico di esaminare le proposte di medaglie per atti di valore e di deliberare sul loro merito (allegato n.5).
Più tardi, analogamente a quanto si era verificato durante le campagne del Risorgimento, anche la campagna del 1895-1896 contro gli Abissini ed i fatti che ne seguirono misero in luce numerosi atti di valore, i quali, pur non raggiungendo gli estremi richiesti per la concessione della medaglia di bronzo al valor militare, tuttavia meritavano un pubblico riconoscimento.
Per ricompensare i valorosi che li avevano compiuti, il Ministro della Guerra del tempo, Pelloux, stabilì di sua< iniziativa che fosse loro tributato un encomio solenne per decreto reale da pubblicarsi nel «Bollettino delle ricompense».
Gli ora detti encomi furono in parte concessi senza motivazione (1), ad esempio quelli tributati per la campagna contro i Dervisci (gennaio-febbraio 1897); non così però quelli tributati durante le operazioni svoltesi in Eritrea tra il febbraio ed il marzo 1896 e per la battaglia di Adua (1° marzo 1896) che furono pubblicati con le rispettive loro motivazioni (2).
Nel 1902, con R.D. del 27 aprile n. 220 (allegato n. 6), venne creata un’apposita commissione per l’esame delle proposte di concessione di ricompense al valor militare e relativi reclami, per operazioni guerresche od altri fatti a cui avessero partecipato militari dell’esercito e dell’armata.
La commisione era così composta :
1 tenente generale, comandante titolare il IX corpo di armata (Roma) – presidente;
1 vice-ammiraglio, vice-presidente del Consiglio Superiore di Marina – vice-presidente;
1 tenente generale, comandante in 2ª del Corpo di Stato Maggiore dell’esercito;
3 maggiori generali (l’addetto al comando generale dell’Arma dei Carabinieri reali e due comandanti di brigata di fanteria);
2 contrammiragli, l’uno direttore generale del personale e servizio militare presso il Ministero della marina, l’altro segretario superiore di marina;
1 ufficiale superiore di stato maggiore (addetto al comando del IX corpo d’armata).
Per la validità delle deliberazioni prese dall’oradetta commisione fu stabilito essere necessario il numero di almeno 6 votanti a differenza di quanto era stato stabilito per la analoga commissione istituita nel 1887 le cui deliberazioni sono valide per la presenza di 3 votanti soltanto.
Nello stesso anno e nell’intento di rendere «più solenne le onoranze rese ai valorosi» e perchè al loro esempio si potesse ispirare tutto l’esercito «emulandone le doti di coraggio e di abnegazione e le virtù militari e civili», con disposizione ministeriale n. 14 di carattere permanente venne ordinato che da allora qualunque ricompensa al valor militare e civile concessa ad ufficiali e militari di truppa del Regio Esercito e pubblicata sul Bollettino Ufficiale delle nomine doveva essere portata all’ordine del giorno di tutti i corpi, comandi ed uffici (3).
- Il primo elenco di encomi concessi nella campagna del 1848 è datato dal Quartier generale principale di Valeggio il 27 aprile 1848 (allegato n.2).(che sarà pubblicato a breve)
- Vedi Bollettino Ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni 1898, dispensa 3, pagina 51.
- Ibidem 1896, dipensa 40, pagina 601; 1898, dispensa 11, pagina 125
- Vedi «Raccolta di disposizioni permanenti in vigore per il regio Esercito», fascicolo n. 9, pagina 39.
I
PRIMA DELLA GRANDE GUERRA.
Nella parte IV del presente volume si è già accennato che il R. Viglietto (26 marzo 1833) per l’istituzione della medaglia in oro ed in argento al valor militare, nell’intento di fornire ai comandanti di corpo d’armata « una tal quale norma nelle loro proposizioni », recava allegato un elenco di vari casi che potevano formare oggetto di proposta per la concessione delle medaglie al valor militare.
Ma le prime battaglie combattute per la nostra indipendenza nel 1848 e gli eventi che preludiarono all’unificazione della nostra Patria misero in luce alcuni «atti di fermeza e di coraggio» che, pur non raggiungendo gli estremi per meritare la medaglia al valore, costituivano pur sempre esempi degni di essere ricordati mediante pubblica attestazione.
E perciò onde premiare questi atti e far «conoscere all’esercito in modo speciale i nomi di tutti gli individui che per coraggio, vigor di comando ed abilità di mosse si vanno distinguendo negli incontri con il nemico» il Re Carlo Alberto volle, subito dopo i primi fatti d’arme della campagna del 1848, che di essi fosse fatta onorevole menzione all’ordine del giorno dell’esercito. Da ciò l’origine della menzione onorevole al valor militare la cui concessione veniva attestata da apposito certificato rilasciato agli interessati.
Può ritenersi che l’istituzione di questa ricompensa non sia stata stabilita da alcuna speciale disposizione legislativa.
La prima concessione di menzioni onorevoli nella campagna del 1848 è datata dal 2 maggio dal Quartier generale principale di Sommacampagna con ordine generale dell’armata numero 9 di registratura (allegato n. 1).
Nella stessa campagna, e nell’interno «di vieppiù eccitare l’ardore di cui si mostrano a gara animati i vari corpi» furono concessi encomi che vennero pure pubblicati all’ordine del giornodell’armata (1).
Alla concessione della menzione onorevole offersero più tardi assai vasto campo i faatti gloriosi compiuti dall’esercito e dall’armata fino all’unificazione nazionale e durante la repressione del brigantaggio (1860-1870), di talchè molte persone se ne trovarono insignite.
Ciò pose in evidenza che l’onore di aver conseguito tale distinzione non aveva modo di esplicarsi sotto visibile forma e suggerì l’opportunità di concedere un distintivo appariscente, anche a testimonianza della menzione onorevole al valor militare.
Fu così istituita nel 1887 per decreto (allegato n. 3) di Umberto I Re d’Italia la medaglia di bronzo al valor militare «da concedersi per quegli atti di fermezza e di coraggio, i quali, senza avere gli estremi richiesti per conseguire la medaglia d’argento al valor militare meritano tuttavia particolare distinzione».
In virtù dell’oradetto decreto coloro che dal 1848 al 1887 avevano conseguito la menzione onorevole al valor militare furono autorizzati a fregiarsi della medaglia di bronzo al valor militare (allegato n.4).
- Il primo elenco di encomi concessi nella campagna del 1848 è datato dal Quartier generale principale di Valeggio il 27 aprile 1848 (allegato n.2).
Contemporaneamente con successivo R.D. Del 15 dicembre stesso anno venne istituita una commisione speciale composta di : 1 tenente generale, presidente; 4 ufficiali generali, membri; 1 ufficiale superiore, segretario; con l’incarico di esaminare le proposte di medaglie per atti di valore e di deliberare sul loro merito (allegato n.5).
Più tardi, analogamente a quanto si era verificato durante le campagne del Risorgimento, anche la campagna del 1895-1896 contro gli Abissini ed i fatti che ne seguirono misero in luce numerosi atti di valore, i quali, pur non raggiungendo gli estremi richiesti per la concessione della medaglia di bronzo al valor militare, tuttavia meritavano un pubblico riconoscimento.
Per ricompensare i valorosi che li avevano compiuti, il Ministro della Guerra del tempo, Pelloux, stabilì di sua< iniziativa che fosse loro tributato un encomio solenne per decreto reale da pubblicarsi nel «Bollettino delle ricompense».
Gli ora detti encomi furono in parte concessi senza motivazione (1), ad esempio quelli tributati per la campagna contro i Dervisci (gennaio-febbraio 1897); non così però quelli tributati durante le operazioni svoltesi in Eritrea tra il febbraio ed il marzo 1896 e per la battaglia di Adua (1° marzo 1896) che furono pubblicati con le rispettive loro motivazioni (2).
Nel 1902, con R.D. del 27 aprile n. 220 (allegato n. 6), venne creata un’apposita commissione per l’esame delle proposte di concessione di ricompense al valor militare e relativi reclami, per operazioni guerresche od altri fatti a cui avessero partecipato militari dell’esercito e dell’armata.
La commisione era così composta :
1 tenente generale, comandante titolare il IX corpo di armata (Roma) – presidente;
1 vice-ammiraglio, vice-presidente del Consiglio Superiore di Marina – vice-presidente;
1 tenente generale, comandante in 2ª del Corpo di Stato Maggiore dell’esercito;
3 maggiori generali (l’addetto al comando generale dell’Arma dei Carabinieri reali e due comandanti di brigata di fanteria);
2 contrammiragli, l’uno direttore generale del personale e servizio militare presso il Ministero della marina, l’altro segretario superiore di marina;
1 ufficiale superiore di stato maggiore (addetto al comando del IX corpo d’armata).
Per la validità delle deliberazioni prese dall’oradetta commisione fu stabilito essere necessario il numero di almeno 6 votanti a differenza di quanto era stato stabilito per la analoga commissione istituita nel 1887 le cui deliberazioni sono valide per la presenza di 3 votanti soltanto.
Nello stesso anno e nell’intento di rendere «più solenne le onoranze rese ai valorosi» e perchè al loro esempio si potesse ispirare tutto l’esercito «emulandone le doti di coraggio e di abnegazione e le virtù militari e civili», con disposizione ministeriale n. 14 di carattere permanente venne ordinato che da allora qualunque ricompensa al valor militare e civile concessa ad ufficiali e militari di truppa del Regio Esercito e pubblicata sul Bollettino Ufficiale delle nomine doveva essere portata all’ordine del giorno di tutti i corpi, comandi ed uffici (3).
- Vedi Bollettino Ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni 1898, dispensa 3, pagina 51.
- Ibidem 1896, dipensa 40, pagina 601; 1898, dispensa 11, pagina 125
- Vedi «Raccolta di disposizioni permanenti in vigore per il regio Esercito», fascicolo n. 9, pagina 39.