CIAO BEPI!

  

da “IL NASTRO AZZURRO” n° 1-2012

Il 25 Febbraio 2011 il Generale di Brigata Aerea Giuseppe Biron ci ha lasciati per il suo ultimo decollo. Non lo rimpiangeremo mai abbastanza e sarà sempre qui con noi perché è stato un uomo del tutto particolare sia come aviatore che come persona.

Gli sono state accreditate 20 vittorie aeree, ma bisogna tener conto che mancano i dati relativi alle vittorie di cui non ci fu testimonianza; ad esempio nel marzo I 944 inseguì una “Flying Fortress” durante un bombardamento su Torino, il quadrimotore americano si staccò dalla formazione e si diresse verso il Tirreno, oltre Genova. Il nostro pilota non mollò la presa e continuò l’inseguimento, sparando, fino a che l’aereo americano non precipitò in fiamme al largo di Genova. ln questa circostanza non ci furono prove né testimoni validi per l’attribuzione della vittoria. La stessa situazione si ripeté più volte per aerei abbattuti sul Mediterraneo. Ritengo, insomma, che il numero delle sue vittorie sia ben superiore alle 20 attribuitegli.

Biron era nato il 13 ottobre del l9l4 a Legnago (Vicenza). A Treviso iniziò gli studi alla De Amicis, poi nel collegio Pio X; frequentò in seguito l’Istituto Riccati, ma aveva già nel sangue la passione per il volo. Ebbe il battesimo dell’aria nel I929, con un volo premio a Roma su un vecchio Fiat AS-1. Da allora la passione non lo abbandonò mai e si arruolò nel 1931 con il corso per Allievi sottufficiali Piloti. Nel marzo di quello stesso anno fece il suo primo decollo ed il 14 aprile divenne così Sergente Allievo Ufficiale Pilota. Ci fu poi il passaggio sul Breda 25 e, l’8 settembre 1933, per sua scelta, fu trasferito allo Stormo da Caccia dove effettuò i passaggi su diversi tipi di aerei fino al C.R.20.

La sua carriera di pilota sembrò destinata ad un’interruzione prematura quando, il 15 aprile del 1935, effettuò un passaggio basso tra i pennoni delle bandiere della piazza dell’Unità d’Italia a Trieste, lasciando la semiala inferiore sinistra su uno dei pali. Solo grazie all’intercessione dell’Aiutante di Campo del Duca d’Aosta non venne espulso dall’Aeronautica. Trasferito al 3° Gruppo dotato di caccia Fiat C.R.20 e ricognitori IMAM Ro-37, venne assegnato alla 109^ squadriglia Ricognizione Senza Visibilità a Mogadiscio. Tornato in Patria col grado di Maresciallo, nel 1937, dopo diverse assegnazioni, fece

domanda per [a Spagna, dove fu assegnato alla squadriglia “Frecce” del gruppo “La Cucaracha” sui C.R.32. Biron si distinse subito contro i caccia russi l-15 “Rata’, e americani “Curtiss”. Il 2l maggio 1938, dopo un ultimo volo, Biron lasciò la Spagna con due Medaglie d’Argento e due di Bronzo. A fine luglio del 1939 riprese servizio all’aeroporto di Treviso, col 54° stormo su Fiat C.R.42, e poi sui primi Macchi C.200. Fu in quel periodo che lo conobbi. Biron fu poi ammesso al 13° Corso Integrazione all’Accademia Aeronautica di Caserta, dove rimase dal giugno 1940 all’aprile del 1941, e nel maggio 1941, promosso Sottotenente Pilota in S.P.E., fu assegnato al 22° Gruppo Autonomo a Tirana. In quei giorni Biron aveva ideato e disegnato il distintivo del gruppo “Lo Spauracchio” che, subito famoso, è tuttora sulle fusoliere dei nostri aerei. Ai primi di agosto ci fu il trasferimento in Russia. L’attività bellica iniziò subito: il primo giorno furono abbattuti otto velivoli russi; da questo derivò, sembra l’indicazione di 8 fiammelle rosse sopra lo “Spauracchio”.

Il 19 ottobre, col trasferimento a Saporoshie, la zona di combattimento divenne più difficile. Le missioni continuavano e “Rata” e “Super Rata” venivano distrutti al suolo ed in combattimento. Il 5 febbraio Biron abbatté un “Rata”. Il l8 febbraio si trovò solo con una serie di nemici che lo inseguivano e gli ridussero l’aereo come un colabrodo. Seguirono altri attacchi e combattimenti; tra l’altro mitragliando un treno, Biron vide la locomotiva esplodere sotto il proprio tiro. Il 24 febbraio abbatté un Mig. L’11 aprile ebbe luogo l’ultimo combattimento nel quale riuscì ad abbattere un bombardiere. Il suo reparto venne avvicendato dal 2l° Gruppo e Biron, con un volo a tappe assieme ad altri due piloti, rientrò in Patria atterrando al Lido di Venezia il 30 aprile.

Il 13 maggio, sposò la fidanzata Tina ma il breve viaggio di nozze fu interrotto da un telegramma che lo convocava a Ciampino dove lo attendevano i nuovi Reggiane Re.200questi due tipi di caccia i piloti si alternarono per fare pratica, fino a che il 3 agosto del 1942 iniziarono le scorte alle navi dirette in Libia. Biron ne effettuò parecchie col Macchi C.200. Con la dotazione completa di Re.200I, il 22° Gruppo fu dislocato in Sicilia e poi, dopo qualche volo su Malta e varie altre azioni, ai primi di novembre sull’aeroporto di Monferrato da dove furono compiute missioni, soprattutto di bombardamento in picchiata su Bona. A gennaio furono dislocati a difesa di Napoli. A Capodichino Biron fece il passaggio sul Macchi C.202. Il gruppo aveva in i Macchi C.200 e alcuni Dewoitine D-520 di preda bellica dalla Francia. Biron compi una ventina di missioni, riuscendo ad abbattere in collaborazione con altri piloti, diversi bombardieri e quattro caccia P-38, i famosi “Lightning”, individualmente ed altri in collaborazione. Il 10 agosto le Officine Reggiane cominciarono a consegnare i nuovissimi Re.2005: caccia poderosi, bene armati e veloci. Biron ebbe la fortuna di ritirare i primi tre esemplari in ditta.

La signora Biron era, nel frattempo ritornata in treno a Treviso, dove arrivò l’8 settembre. Quel giorno Biron compì due voli di ricognizione sul mare con Macchi C.202. Al rientro il Comandante di Gruppo, Capitano Santandrea, gli comunicò la notizia appresa dalla radio: l’Italia aveva concluso un armistizio con gli alleati! Con sconforto e rabbia venne compilato un verbale della situazione a firma del Cap. Santandrea e del Ten. Biron; gli aerei furono incendiati e il Gruppo, abbandonato il campo, si sciolse. Il Gen. Cerrutti, sentito telefonicamente dal Cap. Santandrea, rispose che non c’erano ordini di nessun genere; occorreva non fare resistenza verso gli angloamericani, mentre si doveva essere ostili con le truppe tedesche. Il personale del Gruppo si diresse verso le proprie case: chi a nord, chi verso sud, per cercare di formare di nuovo la Regia Aeronautica, chi si fermò a Napoli.

Biron riuscì a raggiungere Treviso dove poi decise di arruolarsi nell’Aviazione Repubblicana. Rimase celebre una sua risposta a chi gli chiedeva il motivo di quella decisione: “Mi no son un politico! Son un soldà!”. Inizialmente Biron fu a Gorizia, dove era stato formato un gruppo per il trasporto di aerei; poi, il 7 giugno venne trasferito a Reggio Emilia al l°’ Gruppo caccia, comandato dal Maggiore Adriano Visconti, sui Macchi C.205. Le missioni furono numerose e disperate. Il 20 luglio, decollato da Vicenza, Biron si vide raggiunto da alcuni “Lightning” che gli sparavano contro. Si buttò in picchiata ma non azionò il supergiri: il motore si incendiò. Decise di lanciarsi, cosa che non aveva mai fatto nella sua vita e tentò di uscire con l’aereo in linea di volo. Naturalmente finì contro i piani di coda. La botta tremenda lo fece svenire. Per fortuna il paracadute lo posò a terra senza ulteriori danni e subito due contadini che avevano assistito alla scena lo recuperarono e lo portarono in una casa vicina. Ebbi l’occasione di vedere il tutto e lui, rinvenuto, mi riconobbe: “Marietto si tu qua?”. La diagnosi: enfisema polmonare, sei costole fratturate e pleura stracciata.

Nel novembre Biron, tornato abile, io ed altri 10 piloti del 22° gruppo fummo inviati in Germania per il passaggio sul nuovissimo aereo a razzo Messerschmitt 163. A Berlino Bogsdorf iniziammo l’addestramento su alianti con le ali sempre più ridotte. Il 4 gennaio a Sprontau, la scuola del Me-163, assistemmo ad una prova di volo. Il l2 gennaio una copiosa nevicata impedì la continuazione dell’addestramento per cui, il 9 febbraio Biron si recò ad Aviano per iniziare il passaggio sul Me-109 “Gustav”. Il 17 febbraio, recandosi a Vicenza con una macchina guidata dall’aviere Gentile, insieme alla moglie e al maresciallo Negri mentre, a Bassano del Grappa, transitavano sul famoso ponte “Degli Alpini”, alle 19,30 circa, un grosso sacco in mezzo alla strada esplose. Erano tutti feriti, e alcuni soldati accorsero accompagnandoli all’ospedale; il ponte crollò proprio davanti a loro. La signora aveva riportato soltanto piccole ferite alla testa, Biron era stato colpito da un pezzo di vetro che gli aveva ferito l’occhio destro, mentre Negri e Gentile, più vicini alla zona dell’esplosione, erano rimasti ciechi. Alla clinica universitaria di Padova, il prof. Santonastaso diagnosticò per Biron l’enucleazione dell’occhio, ma quest’ultimo si oppose in modo così deciso che lo operarono in anestesia locale limitandosi a ricucirglielo.

Intanto, il 14 marzo del 1945 il suo Gruppo aveva sostenuto il primo combattimento impiegando i ME- I09, ma l’esito era stato disastroso: l0 aerei perduti e 3 morti, fra i quali il suo comandante di Squadriglia Bartolozzi; il Maggiore Visconti, ferito, si era lanciato con il paracadute. Fra il 2l e il 27 aprile il Gruppo si riunì a Gallarate dove, firmata la resa con una formazione partigiana e incendiati gli aerei, prese le mosse il triste e oscuro episodio che si concluse il 29 a Milano con la barbara esecuzione a tradimento di Visconti nella ex caserma “Savoia Cavalleria”.  Biron visse un periodo molto duro, in prigione come un delinquente comune. La moglie intanto era in avanzato stato di gravidanza e si arrangiava come poteva, confidando nella provvidenza. Finalmente in agosto Biron fu liberato e tornò a Treviso dove riuscì a trovare un lavoro come custode nel deposito di frutta e verdura degli americani. Nel 1947 la Palmolive lo assunse come rappresentante per il triveneto. Intanto aveva riacquistato un decimo di capacita visiva e questo gli rese possibile il conseguimento del brevetto civile, così cominciò a frequentare l’Aeroclub di Treviso e a volare su aerei da turismo.

Nel 1950, improvvisamente arrivò la chiamata dall’Aeronautica, destinazione la 2^ Z.A.T. Dimessosi subito dalla Palmolive, il 15 dicembre fu trasferito all’aeroporto di Treviso. Successivamente, grazie all’aiuto di un ufficiale dello Stato Maggiore, malgrado la situazione dell’occhio, fu dichiarato idoneo al volo con altro pilota a bordo. Nel luglio I951 fu trasferito al Comando Scuole di Volo di Lecce con l’incarico di istruttore di primo periodo a Gioia del Colle; lì ebbe occasione di pilotare diversi tipi di aereo: FIAT G.46, FIAT G.59, Stinson L-5.

In occasione della seconda visita medica si tenne conto della Legge Botto e Io si dichiarò abile a tutti gli effetti fino all’età della pensione. Nel marzo 1952 fu promosso Capitano e gli affidarono il comando di una squadriglia di G.46. ln quel periodo fece il passaggio sul D.H.100, il primo aereo a reazione in dotazione alla nostra Aeronautica. Alla fine del 1952 fu inserito nell’appena creato Ruolo Naviganti Speciale. Nell’aprile 1954 fu promosso maggiore. Nel maggio dello stesso anno a Lecce fece il passaggio sul G.59. Nel 1954, Biron in forza al 51° stormo rischierato a Treviso in attesa dell’apertura del nuovo campo di Istrana, un mattino compie un volo acrobatico con un vecchio IMAM RO-4 I, fra lo stupore dei presenti. Nei giorni seguenti fece il passaggio sul North American F-84 G in dotazione allo Stormo. Ai primi di febbraio del 1955 eseguì i voli necessari per ottenere l’abilitazione come istruttore sul T-33, sul quale effettuò circa 3000 ore quasi sempre come istruttore di volo.

Effettuò qualche volo sull’F-84 G e, il 24 settembre 1958, riuscì per la prima volta a superare Mach I con un F-84 E picchiando da 13000 metri. Ad Amendola fu inserito nella C.E.N. (Commissione Esaminatrice Nazionale), la cerchia più alta di piloti istruttori. Nell’aprile I959 fece il passaggio sull’F-86K. Nello stesso mese arrivò la nomina Tenente Colonnello. Nel 1963 ci fu un temporaneo rischieramento a Istrana dei G-91 del 2° stormo, Biron ne approfittò per fare il passaggio anche su questo aereo. Nel 1965 fu convocato a Grosseto per il passaggio sull’F-104 G che completò a novembre col prescritto decollo da solo. Il 9 settembre 1971 figura nel suo libretto la data del suo ultimo volo di servizio. Le ore erano oltre 7000. Il 3l dicembre di quell’anno arrivò il pensionamento.

Biron non volle mai essere trasferito allo Stato Maggiore, come sarebbe stato logico dopo aver conseguito il suo grado perché per lui il volo era tutto. Si dedicò alla pittura, ritornò al canottaggio sul Sile, che dovette presto abbandonare per motivi di salute, frequentò con successo un corso triennale di Sommelier e iniziò a scrivere un diario, leggendo e pensando alla moglie che lo aveva lasciato ormai da troppi anni. Gli erano rimasti i tre figli, a cui poté dedicare quel tempo che gli era mancato durante il servizio.

Con sua grande soddisfazione, il distintivo del “Pluto” con un missile in bocca – adottato nel dopoguerra dal 27° Gruppo – venne sostituito dal precedente “Spaventapasseri” ideato e disegnato da Biron stesso.

La nomina a Generale di Brigata Aerea T.O., riconosce il merito dovuto ad un uomo che è vissuto dando tutto all’Aeronautica, un ufficiale il cui petto è Decorato da 5 Medaglie d’Argento, 4 di Bronzo, una Decorazione spagnola, una Croce di Ferro tedesca di II Classe, 21 vittorie aeree riconosciute, e altro. Ma quello che conta di più è il ricordo, con l’affetto di quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

Ciao Bepi!

Mario

DECORAZIONI 

Medaglia d’Argento al Valor Militare

«Brillante pilota già distintosi in precedenza, confermava in numerose altre azioni di guerra ed in tre combattimenti le sue belle doti di cacciatore audace ed aggressivo. In uno scontro particolarmente accanito, impegnava con generoso slancio, soverchianti forze avversarie, abbatteva in fiamme due apparecchi nemici e ne mitragliava un altro, contribuendo validamente ad una delle più belle vittorie dell’ala legionaria. Cielo di Spagna, novembre-dicembre 1938

Medaglia d’Argento al Valor Militare

«Sottufficiale pilota volontario in missione di guerra per l’affermazione degli ideali fascisti, cacciatore abilissimo e valoroso, partecipava a numerose azioni belliche dando prova di coraggio e sereno sprezzo del pericolo. In tre duri combattimenti contro forze nemiche soverchianti, attaccava con magnifico slancio, contribuendo all’abbattimento di trenta velivoli avversari in collaborazione con altri piloti del gruppo. Cielo di Spagna, agosto-novembre 1938

Medaglia d’Argento al Valor Militare

«Pilota da caccia, in durissime condizioni di clima e di ambiente, compiva numerose azioni belliche, collaborando con aggressività e valore all’abbattimento ed alla distruzione di molti velivoli nemici. Fronte Russo, agosto 1941-aprile 1942

Medaglia d’Argento al Valor Militare

«Pilota di lunghissima esperienza e di provato coraggio, durante un anno di intensa attività prodigava ogni energia in azini belliche sul fronte del Mediterraneo e a difesa del territorio nazionale. In rischiose missioni e numerosi combattimenti aerei dava costante prova di slancio, aggressività e valore. Cielo del Mediterraneo e di Napoli, 3 agosto 1942-20 agosto 1943

Medaglia d’Argento al Valor Militare

«In sei combattimenti aerei sostenuti nel giro di pochi giorni contro avversari enormemente superiori nel numero e nei mezzi otteneva quattro vittorie individuali, oltre a numerose altre in collaborazione. Napoli, 21 agosto-8 settembre 1943

Medaglia di Bronzo al Valor Militare

«Ottimo pilota da ricognizione strategica, si prodigava in ogni azione con slancio ed ardimento. Incurante della violenta reazione avversaria, audacemente abbassavasi sulle linee nemiche, pur di portare più precise informazioni. Il giorno 8 aprile a 50 km. dalle nostre linee, accortosi del cattivo funzionamento del motore, si preoccupava solo di salvare il prezioso materiale e con calma e perfetto ragionamento atterrava sul posto piuttosto di tentare di avvicinarsi alle nostre linee ove avrebbe trovato una maggiore sicurezza, ma avrebbe anche, in atterraggio per le difficoltà del terreno, arrecato irreparabili danni al materiale. Coraggiosamente restava a guardia dell’apparecchio e attendeva con serenità i soccorsi. Il giorno successivo riparato il motore rientrava alla base. Esempio di spirito di sacrificio, attaccamento al dovere, e di fermezza d’animo. Cielo dell’Ogaden, 14 marzo-28 aprile 1936

Medaglia di Bronzo al Valor Militare

«Volontario in missione di guerra per l’affermazione degli ideali fascisti, pilota da caccia di eccezionali doti, già precedentemente distintosi, dava ripetute prove di ardimento in numerose aspre azioni belliche. Si distingueva per aggressività e audacia in tre aspri combattimenti durante i quali contribuiva all’abbattimento di 11 apparecchi nemici. Cielo di Spagna, gennaio-maggio 1939