MARIO TADINI E LUIGI GIORGI – M.O.V.M. DI MARZO

  

TADINI MARIO

Aviere scelto aiuto motorista A.A.

Soldato di leva si arruolò nell’aprile 1935 nell’Aeronautica in qualità di allievo motorista e nel maggio venne assegnato al 14° stormo da bombardamento. Nominato aviere scelto motorista nell’ottobre successivo, volle seguire l’esempio del padre e de1 fratello volontari nella guerra d’Africa e nel novembre partiva per l’Eritrea ove veniva destinato alla 6″ squadriglia da bombardamento. La sua acquisita perizia nella specializzazione e la sua bravura lo portarono a distinguersi in varie azioni di guerra. Gravemente ferito da pallottola esplosiva, decedeva il 19 marzo 1936 nel posto di ricovero di Forte Galliano.

“Durante un’azione aerea di bombardamento, rimasti feriti il proprio ufficiale pilota ed altri due uomini dell’equipaggio., raggiunto in ‘pieno da un proiettile di artiglieria avversaria che gli troncava una gamba e produceva larghi squarci ai serbatoi del carburante, ricusava ogni amorosa assistenza e sollecitava i propri camerati perché avessero soprattutto cura del loro ufficiale. Raccolte in un estremo sforzo le proprie energie, strappato un lembo della propria tenuta di lavoro, riuscì ad effettuare un tamponamento di fortuna al serbatoio centrale assicurando per tal modo l’alimentazione dei motori e la salvezza dell’equipaggio e del materiale di volo. Nella medicazione a terra sopportava con stoica fermezza il tormento della ferita e, conscio dell’imminente fine, dedicava l’ultimo anelito della propria generosa esistenza all’invocazione dell’Italia vittoriosa, lieto di aver offerto in olocausto la propria vita per la gloria del Re, della Patria, del Duce, dell’Arma.” – Cielo di Quoram, Ascianghi, 18 marzo 1936

 

GIORGI LUIGI

Capitano cpl. 21° reggimento fanteria «Cremona»

E’ il solo decorato di due M.O. al V.M. nella guerra di liberazione. Diplomato ragioniere e perito commerciale, si arruolò nel nov. 1935 quale allievo ufficiale di cpl. ed ammesso alla Scuola di Palermo, venne nominato aspirante nel 1936. Assegnato al 21° reggimento fanteria “Cremona” e, promosso sottotenente., venne comandato alla Scuola di Sanità Militare a Firenze per l’inquadramento del battaglione Allievi. Congedato nel 1937, due anni dopo venne richiamato nel 21° reggimento dove fu promosso tenente nel genn. 1940 e capitano nel genn. 1942. Alla dichiarazione dell’armistizio si trovava col reggimento nell’Italia meridionale, comandante della 3^ compagnia fucilieri. Nel genn. 1944, la Divisione “Cremona” si trasformò in Gruppo di combattimento “Cremona» e fu la prima grande unità impiegata nella lotta di liberazione. Destinato ad agire ai margini delia Laguna di Comacchio all’estrema destra dell’8^ Armata britannica raggiunse il fronte verso la fine dell’anno. Nei primi giorni del marzo 1945 il suo comportamento valoroso si manifestò allorché il Gruppo fu chiamato a recidere il saliente tedesco che si addentrava nello schieramento alleato sul Po di Primaro. Le gesta da lui compiute in quei giorni lo resero noto a tutti i reparti dell’8^ Armata britannica. Si distinse poi il 13 aprile nel forza mento del Santerno, il 24 stesso mese nel passaggio del Po ed infine il 26 successivo nell’attacco alla testa di ponte dell’Adige dove fu ferito gravemente all’addome. Ricoverato nel 66°’ ospedale da campo inglese, vi decedeva il 7 maggio successivo. Al capitano Giorgi è stata concessi una seconda M.O. alla memoria e la “Ste1la d’argento» americana “per eccezionali atti di valore».

“Comandante di compagnia all’attacco di un forte caposaldo nemico difeso da reticolati e campi minati, seguito da due soli fanti, volontariamente offertisi, si portava in pieno giorno a breve distanza dalla posizione avversaria. Lasciati indietro i due fanti, dopo avere guadato un braccio d’acqua, irrompeva sul caposaldo ancora battuto dalla nostra artiglieria e , con lancio di bombe a mano, seminava il panico fra i difensori, che si arrendevano in numero di 19. Raggiunto da un suo plotone completava l’occupazione del caposaldo e, sotto l’infuriare del rabbioso e micidiale fuoco di repressione, incurante della propria vita, allo scoperto, estraeva dalle macerie di una postazione colpita due suoi fanti rimasti sepolti, sottraendoli a sicura morte. La notte seguente, venuto a conoscenza che un fante di altro reparto trovavasi gravemente ferito in un campo minato, là dove nessuno aveva osato recargli soccorso prima di neutralizzare le mine, da solo strisciando sul terreno e tastandolo palmo a palmo, dopo oltre un’ora di estenuante sforzo, riusciva a trarlo in salvo. Splendido esempio di virtù guerriere di nostra gente e di generoso altruismo.” Chiavica Pedone (Ravenna),2-3 marzo 1945.

“Nelle giornate della grande offensiva di primavera condotta in Italia dalle Armate Alleate ripeteva con lo stesso ardire e lo stesso stile altre imprese non inferiori a quelle che già gli avevano procurata la concessione di una Medaglia d’Oro. Nell’ultima di queste, alla testa di an gruppo di animosi, attaccava con irruenza una colonna di automezzi che tentava il ripiegamento e la disperdeva a colpi di P.I.A.T. e a bombe a mano catturando 80 prigionieri, numerosi automezzi, rilevante numero di armi e munizioni. Sempre alla testa dei suoi fanti riportava una grave ferita che poi lo conduceva a morte. Spirava serenamente col pensiero rivolto alla famiglia ed alla Patria nella luminosa soddisfazione di avere compiuto con piena coscienza ed assoluta modestia il suo dovere di soldato e di italiano, per il quale la concessione della prima Medaglia d’Oro non era stato il Punto di arrivo, ma un punto d’onore per fare ancora. di più e sempre meglio, come effettivamente ha fatto“ Senio-Santerno-Po-La Croce di Cavarzere, 10 -26 aprile 1945.