Socio d’Onore dell’Istituto dal 1954 – tessera n° 58
Vicenza è l’unica città d’Italia che, in luogo del Gonfalone, detiene la Bandiera Nazionale decorata con ben due Medaglie d’Oro al Valore Militare. La prima fu concessa il 19 ottobre 1866 dal Re Vittorio Emanuele II “Per la strenua difesa fatta dai cittadini contro l’irruente nemico nel maggio e giugno 1848”, mentre l’11 marzo 1995 il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, su proposta del Ministro della Difesa, consegnava la seconda massima ricompensa al Valor Militare, con la seguente motivazione:
“Già insignita della massima onorificenza al valore militare per la strenua difesa opposta agli austriaci nel maggio-giugno 1848, la città non smentì mai, nel corso di due guerre mondiali, le sue elevate virtù patriottiche, militari e civili. Nel periodo della lotta di liberazione, occupata dalle truppe tedesche, costituì subito, fra le sue mura, il comitato di resistenza della Regione veneta che irradiò poi, in tutta la Provincia e oltre, quella trama di intese e di cospirazioni che furono necessarie premesse di successive e brillanti operazioni militari. Le sue case, i suoi colli, le sue valli servirono allora da rifugio ai suoi figli migliori che, da uomini liberi, operarono per la riscossa e che, braccati e decimati da feroci rappresaglie, sempre tornarono ad aggredire il nemico, arrecando ingenti danni alle sue essenziali vie di comunicazioni e alla sua organizzazione, logistica e di comando. I primi nuclei partigiani e dei G.A.P., operanti in città, e, in seguito, le numerose Brigate delle Divisioni “Vicenza”, “Garami” e “Ortigara”, gareggiando in audacia e valore, pagando un largo tributo di sangue alla causa della Liberazione, mentre gran parte della popolazione subiva minacce, deportazione, torture e morte e centinaia di altri suoi cittadini in divisa combattevano all’estero, per la liberazione di altri paesi d’Europa. Benché devastata dai bombardamenti aerei, che causarono oltre 2000 vittime e che d’altrettante straziarono le carni, mutilata nei suoi insigni monumenti, offesa nei suoi sentimenti più nobili, la città mai si arrese al terrore tedesco, ma tenne sempre alta la fiaccola della fede nel destino di una Patria finalmente redenta. Vicenza, 10 settembre 1943 – 28 aprile 1945.»
Intervento di apertura del sindaco di Vicenza, ACHILLE VARIATI VICENZA – Piazza dei Signori 19 marzo 1995
Signor Presidente della Repubblica, grazie per essere oggi tra noi in questa piazza principale, la Piazza dei Signori, all’ombra di monumenti a noi consueti e cari, e che l’Unesco ha recentemente inserito tra il patrimonio mondiale dell’umanità….. Voglio ringraziare anche tutti i concittadini e le rappresentanze degli altri Comuni, i combattenti e reduci, gli ex deportati così numerosi nella piazza, gli invalidi… Sono sicuro, Signor Presidente, che le immagini di questa giornata in questi ragazzi non saranno facilmente dimenticate. … Onore ai gonfaloni delle città di Bassano, medaglia d’oro al valor militare 1954, dei comuni vicentini decorati di medaglia d’argento di Asiago, Crespadoro, Valdastico, Schio, Valdagno e di Conco, Thiene e Romano d’Ezzelino decorati con le croci di guerra. La cerimonia idealmente abbraccia anche le nostre montagne, insanguinate dalla Grande Guerra del ’15- ’18, così come abbraccia le colline e le campagne insanguinate durante la lotta di Liberazione nelle rappresaglie violente.
Terra onesta, terra laboriosa, terra tenace, che ha dato per la patria il sacrificio di tanti. Nel primo periodo di guerra dal 10 giugno 1940 all’8 settembre 1943, il doloroso bilancio di perdite di soli cittadini militari nei fronti europei e d’Africa fu di circa 300 caduti, 2.281 mutilati e invalidi e ben 434 ebbero decorazioni al valor militare fra cui varie medaglie d’oro e d’argento. In quell’otto settembre 1943 – l’otto settembre iniziava invece un’ulteriore e dolorosa pagina. Furono ben 1.857 i militari di Vicenza deportati in Germania e fu allora che ebbe inizio l’attività della resistenza. A Vicenza si costituì il Comitato di Liberazione Nazionale, il primo del Veneto, e poi il battaglione Guastatori e successivamente le brigate partigiane che costituirono la divisione Vicenza accanto a quelle Garemi e Ortigara. Gli scontri con i nazifascisti sull’Altopiano di Asiago, le fucilazioni, le cacce, le rappresaglie, i rastrellamenti, le deportazioni nei campi di sterminio. 650 furono i partigiani della città, 1434 i caduti e 64 i decorati al valor militare. E la stessa popolazione (anche donne e vecchi) pagò un alto tributo di sangue nelle rappresaglie e nelle decine e decine di bombardamenti aerei. Ci fu chi seppe ribellarsi e non furono solo i nomi noti dei decorati, ma anche uomini e donne semplici appartenenti ad ogni credo religioso e politico che mai come in quel momento furono uniti nell’intensa proposta di un’immagine alta, personaggi umili, della vita di ogni giorno, che non hanno mai avuto niente a che spartire né prima né dopo con i fasti del potere: è la loro grandezza. Fu quella Vicenza umile, ma nobilissima, che rispose alla chiamata della storia. Oggi siamo fieri di appartenere ad una nazione dove c’è posto per le diversità di opinioni o di razza o di religione ed è compito di tutti tutelare questa cultura.