Socio d’Onore dell’Istituto dal 1964 – Tessera n° 134
Motto: “Credo e vinco”.
Festa: 16 gennaio – anniversario della battaglia di Tscherkowo (1943).
Sede: Barletta – Caserma “R: Stella”
Mostrina: rettangolare di colore celeste con riga longitudinale gialla al centro
Stemma araldico
La prima partizione è d’azzurro: simbolo del valor militare, simbolo dell’arme della città di Torino, colore che compare nella mostrina del reggimento; comprende tre stelle d’argento in riferimento alle tre M.A.V.M. che sono sulla Bandiera.
La seconda partizione è d’argento ed è riferita al terzo periodo della vita del Corpo, iniziato con la ricostituzione nel 1950, alle cui imprese future è dedicato lo smalto delle tavole di aspettazione. Al centro dello scudo è posto il “toro furioso” tratto dall’arme di Torino, città alla quale il Reggimento è unito da antico legame territoriale e tradizionale. Il capo d’oro simboleggia la massima ricompensa al V.M. concessa per il comportamento tenuto dai fanti dell’82° in Russia, come evidenziato dal tridente d’Ucraina inserito nel quartier franco.
Origini e vicende organiche
Il 1° novembre 1884, in attuazione del decreto 4 settembre dello stesso anno, vengono formati in Torino l’81° e l’82° Reggimento per la costituzione della brigata Torino. Nell’82° Reggimento Fanteria (Brigata Torino) confluiscono tre compagnie da ciascuno dei Reggimenti 26°,56°,58° e 60° che vengono ripartite in tre battaglioni. Per la guerra 1915-18 il reggimento è ordinato su tre battaglioni ognuno con quattro compagnie fucilieri ed una sezione mitragliatrici. In virtù della legge 11 marzo 1926 sull’ordinamento che prevede la costituzione delle brigate su tre reggimenti, l’82° viene sciolto il 31 ottobre successivo.
È ricostituito il 1° luglio 1938 in Civitavecchia con due battaglioni ceduti dal 7° e dal 12° Reggimento, una compagnia mortai da 81 ed una compagnia cannoni da 47/32, quale 82° Reggimento Fanteria “Torino”, e viene assegnato alla Divisione di Fanteria “Torino” (tipo), grande unità binaria di nuova costituzione che inquadra anche i Reggimenti 81° Fanteria e 52° Artiglieria per D.f., e che svolge la propria attività nell’ambito della Scuola Centrale di Fanteria. Il 5 giugno 1940 la Divisione di Fanteria “Torino” (52^) si costituisce come unità operativa del tipo autotrasportabile e mantiene alle proprie dipendenze gli stessi reggimenti. Formato anche il III battaglione il 9 aprile 1939, all’inizio del secondo conflitto mondiale l’82° ha in organico: comando, compagnia comando; I, II e III battaglione fucilieri; compagnia mortai da 81; batteria armi d’accompagnamento da 47/32. Nel febbraio 1943, a causa delle gravi perdite subite sul fronte russo, il reggimento è sciolto, al pari di tutte le unità della “Torino”. Il 1o giugno 1943 la Divisione “Veneto” cambia denominazione in “Divisione “Torino” e il 256° Reggimento assume la denominazione di 82° Reggimento Fanteria “Torino”. Un nuovo scioglimento avviene il 13 settembre 1943, a seguito degli eventi determinati dall’armistizio, che sopravviene allorché il reggimento è dislocato nel goriziano, ancora incompleto di personale e di materiale; tuttavia, fra il 9 ed il 13 settembre l’82° fronteggia gli attacchi portati da unità tedesche e da forze jugoslave.
Il 1° settembre 1950 in Forlì ha inizio la ricostituzione dell’82° Reggimento Fanteria “Torino” nell’ambito della Divisione “Trieste” che inquadra: comando e compagnia comando, I Battaglione (ceduto dall’87°rgt. f.), II Battaglione (formato l’11 ottobre), III Battaglione (formato il 10 ottobre 1951), compagnia mortai da 81 e compagnia cannoni c/c (formate nel febbraio e aprile 1951); dal 1° ottobre 1962 riceverà anche il IV Battaglione meccanizzato. Il 15 ottobre 1954 il reggimento è inserito nel Raggruppamento “Trieste” che si forma in Bologna con unità della Divisione “Trieste” (sciolta in data 23 0ttobre), nel quadro dell’esigenza “T” ed è inviato nella città giuliana prendendo sede a Villa Opicina. Terminata l’esigenza, all’atto dello scioglimento del Raggruppamento (15 settembre 1955) l’82° rimane dislocato a Trieste ed è assegnato alla Divisione di Fanteria “Folgore” nella quale rimane sino alla ristrutturazione dell’Esercito del 1975 allorché il 19 ottobre viene sciolto. Il giorno successivo, 20 ottobre 1975 in Cormons, con il passaggio della Bandiera, ne eredita le gloriose tradizioni il II Battaglione che è trasformato in 82° Battaglione Fanteria Meccanizzato “Torino” su comando e compagnia comando e servizi, tre compagnie fucilieri mec. ed una compagnia mortai pesanti. L’unità è assegnata alla Brigata meccanizzata “Gorizia”. Nell’ambito del riordinamento della Forza Armata il battaglione perde la propria autonomia il 2 settembre 1982 ed il giorno successivo è inquadrato quale I Battaglione Meccanizzato nell’82° Reggimento Fanteria “Torino”, che si ricostituisce in Cormons (GO). Nel 1993-94 il reggimento partecipa all’operazione “Vespri Siciliani”, per il mantenimento dell’ordine pubblico in Sicilia, ed all’operazione Testuggine” per la vigilanza lungo il confine nord orientale. Personale del reggimento concorre dall’11 novembre al 1° dicembre 1994 alle operazioni di soccorso nella zona di Asti in favore della popolazione colpita da alluvione. Dal novembre 2002il Reggimento si ridisloca a Barletta alle dipendenze della Brigata Corazzata “Pinerolo”.
Campagne di guerra e fatti d’arme
Eritrea (1895-96): concorre alla formazione dei battaglioni IY XI, XXV e XXXN con 11 ufficiali e 268 sottufficiali; Adua: IV e XI Battaglione
Libia (1911-12):
– 1911: Henni Sciara Sciat, Henni Bu Meliana, Ain Zara(4 dic.)
– 1912: Zanzttr (8 giu.) Sidi Bilal
– 1913: Aghid Assaba
Prima Mondiale (1915-18):
– 1915-16: Col di Lana
– 1917: Carso: Volkowniak (ott.)
– 1918: Capo Sile, Piave Vecchio (giu.) – Piave Nuovo (lug.) – Vittorio Veneto: Stenico, Val Giudicarie (ott.-nov.)
Seconda Mondiale (1940-43):
– 1940: fronte alpino occidentale
– 1941: frontiera jugoslava
– 1941-43: Russia: Kurilowka, Krestowka, Rykowo, Chazepetrowka, Jelenowka, Bosackawka, Juni Comunard, Demidow, Arbusow, Tscherkowo.
Liberazione (1943-45):
– 1943: VeneziaGiulia (8 – 13 settembre)
Ricompense alla Bandiera
Al Valor Militare
Ordine Militare d’Italia – Decreto 5 giugno 1920.
“Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell’aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d’Italia (1915-18)” (All’Arma di Fanteria)
Medaglia d’Oro – Decreto 31 dicembre 1947.
Già decorato di Medaglia d’Argento per le vittorie riportate sul fronte orientale durante il primo anno della campagna di Russia, splendeva di vivida luce nella rapida avanzata dal Bulawin al Don nel luglio 1942. Schieratosi in salde posizioni sul Don, l’82° Reggimento Fanteria teneva per molti mesi inviolato il vallo dell’est, respingendo nettamente innumerevoli attacchi diurni e notturni del nemico, non senza proprie dolorose perdite. Sopraggiunto il duro inverno russo e con esso una poderosa offensiva dell’avversario a largo raggio, l’82° Reggimento Fanteria, gareggiando per disciplina e tenacia con gli altri reparti della Divisione, ripiegava, secondo gli ordini ricevuti, su una seconda linea prestabilita e, giunto poi l’ordine di un ripiegamento generale, si distingueva per resistenza ed eroismo nel sostenere e respingere più volte il poderoso urto nemico. Accerchiato una prima volta ad Arbusow, riusciva a rompere l’anello dell’assediò dopo due giorni di accanita lotta e a raggiungere con epica, ininterrotta marcia durata oltre trentasei ore a digiuno e fra i mortali tormenti di una temperatura polare, un altro più arretrato caposaldo entro cui, nuovamente accerchiato, teneva fronte al nemico per ben ventiquattro giorni. Rotto infine anche questo secondo assedio, con altra eroica marcia, perduto ormai complessivamente il 90% dei propri effettivi, riusciva a ricongiungersi coi resti della propria Armata. La gloriosa lacera Bandiera, nascosta sul petto dell’eroico comandante ferito a morte, veniva con lui sepolta sotto la desolata steppa nevosa senza cassa e senza nome come il seme che dovrà risorgere in fiore e in frutto al buon sole estivo. – Juni Comunard – Demidow – Ssurrow – Arbusow – Tscherkowo,luglio 1942 – gennaio 1941
Medaglia d’Argento – Decreto 18 gennaio 1913.
Per la valorosa condotta tenuta dal reggimento nei combattimenti del 23 e del 26 ottobre 1911 a Tripoli.
Medaglia d’Argento – Decreto 5 giugno 1920.
Con saldezza di disciplina ed impeto di valore al nemico minacciante il fianco delle truppe schierate sul Basso Piave, faceva baluardo col petto dei suoi mirabili fanti, ristabilendo, con un sanguinoso irresistibile contrattacco, l’integrità della difesa. Attaccava quindi e travolgeva munitissime posizioni nemiche, portando efficace contributo morale e materiale al felice esito della battaglia (Basso Piave, 15 giugno – 6 luglio 1918).
Medaglia d’Argento – Decreto 13 dicembre 1948.
Emulo delle generose tradizioni della nostra Fanteria affermava con elevatissimo morale e fiero spirito di sacrificio la gagliardia dei suoi ranghi superando compatto itinerari di milleseicento chilometri fra fatiche estenuanti, le sofferenze più aspre del solleone ed il tormento della pioggia e del gelo, lungo le piste di fango insidiate dalla presenza di campi minati. Distintosi nella manovra per l’accerchiamento di grandi unità avversarie a Petrikowka, dava nuovo risalto alle sue salde qualità militari quando, raggiunta la zona del Donez, sbaragliava in ripetute azioni offensive e numerosi scontri le agguerrite formazioni avversarie, che anche protette da forte nerbo di cavalleria gli contendevano il passo. Impregnato nell’attacco a munite posizioni nemiche con irruenza decisiva e sperimentato valore, ampliava la penetrazione di nostre colonne e, quantunque assottigliato dalle perdite, assicurava l’inviolabilità di esteso settore difensivo, reso più arduo dall’eccezionale rigidezza dell’inverno. Fronte Russo: Obuchowki.ie – Kurilowka – Krestowka – Ubeshtsctsche – Rykowo – Chazepetrowka – Jelenowka – Juni Comunard – Bosso Kawka, agosto 1941 – maggio 1942.
Al Valore dell’ Esercito
Medaglia di Bronzo – Decreto 4 gennaio 1978.
Al verificarsi del violento terremoto che colpiva il Friuli, accorreva prontamente sui luoghi disastrati e, prodigandosi con coraggio e con slancio fraterno di solidarietà umana, dava un valido contributo al soccorso dei feriti e dei superstiti ed alla rimozione delle macerie, limitando i danni della grave sciagura. L’opera svolta ha riscosso l‘apprezzamento delle Autorità e l’incondizionata riconoscenza delle popolazioni colpite, rafforzando il prestigio dell’Esercito. Friuli, 6 – 15 maggio 1976.