ANTONIO LOCATELLI – M.O.V.M. DI GIUGNO

  

LOCATELLI ANTONIO

Maggiore di cpl. Arma Aeronautica – pilota

Chiamato alle armi nel gennaio 1915, ed assegnato al btg. aviatori, conseguiva il brevetto di pilota al Campo scuola della Malpensa e nel sett. raggiungeva al fronte la 30^ squadriglia della 2^ Armata distinguendosi subito per lunghe ed audaci ricognizioni su territorio nemico. Nel marzo 1916 era promosso sottotenente di cpl. del genio per servizi d’aviazione e nell’aprile 1917 tenente. Fece parte dal febbraio 1918, della squadriglia «La Serenissima» partecipando alla incursione su Vienna. In una ricognizione sul Carnaro, il 15 settembre, venne abbattuto a Fiu­me e, ferito; fatto prigioniero, riuscendo poi a raggiungere le nostre linee durante la nostra vittoriosa offensiva. Dopo l’armistizio venne inviato in Argentina in missione militare; tornato in Italia, partecipò all’impresa di Fiume come aviatore legionario. Nel 1923 compiva un viaggio di istruzione intorno al mondo. Nel 1929, passava, col grado di capitano, nei ruoli di cpl. dell’Aero­nautica e nel maggio 1935 era promosso maggiore per merito straordinario. Scoppiate le ostilità in Etiopia, dietro sue insistenze, venne richiamato in servizio per essere destinato all’Aeronautica dell’A.O. e il 22 gennaio 1936 sbarcava a Mogadiscio. E’ questa la seconda M.O. concessa al valoroso ufficiale che cadde, poi a Lekernpti in A.O. nel giugno 1936, meritando la terza M.O.

Altre decorazioni: Cav. O.M.S. (Cielo di Vienna, 1918); M.A. (Montenero, febbraio 1916); M.A. Val Lagarina, giugno 1916); M.A. (Cielo dell’Ortigara – Val Portile-Bassano, 1917)

“Portava nella guerra per la conquista dell’Impero Etiopico lo spirito leggendario di puro eroismo degli aviatori della grande guerra. Esempio luminoso alle giovani generazioni” Cielo della Somalia, gennaio maggio 1936.

“Conscio del pericolo cui andava incontro, ma orgoglioso di essere annoverato fra i pionieri dell’Italia imperiale, chiedeva con generosa insistenza di partecipare ad ardita impresa aeronautica intesa ad affermare col simbolo del tricolore il dominio civile di Roma su lontane contrade non ancora occupate. Minacciato nella notte da orde ribelli, rifiutava la sicura ospitalità di genti amiche e preferiva affrontare con lo scarso manipolo di eroici compagni l’impari combattimento per difendere fino all’estremo sacrificio la bandiera della Patria.” Lekempti, 27 giugno 1936.

“Già insignito di tre medaglie d’argento al valor militare; aviatore ammirabile, esploratore sagacissimo, temprato a tutte le avversità e a tutti i rischi, combattente di alto valore, si spingeva da solo per centinaia di chilometri su territorio avversario e superando la concentrazione di artiglieria e talvolta gli attacchi di pattuglie da caccia nemiche, giungeva su obiettivi militari di grande importanza riportando sempre fotografie ed informazioni preziose. Nell’ultimo volo di guerra colpito da uno shrapnel che gli squarciava l’apparecchio e costretto ad atterrare in territorio nemico, sebbene ferito al ginocchio e lussato al piede, compiva la distruzione dell’apparecchio e riusciva per otto ore a sottrarsi alla cattura del nemico. Caduto prigioniero, superando rischi e stenti di ogni sorta, raggiungeva le nostre linee durante I ‘ultima vittoriosa offensiva. Fulgido esempio d’eroismo.” Cielo della Carnia, dell’Altipiano, Alto e Medio Isonzo, agosto – ottobre 1917.