SOCIO D’ONORE DELL’ISTITUTO DAL 1951
TESSERA N° 33
Motto: “Nobis incedentibus rupes ruunt”.
Festa: 15 giugno – anniversario della battaglia del Piave (1918)
Sede: Remanzacco (UD)
Mostrina: fiamma ad una punta, di colore nero con bordo giallo arancio, su rettangolo verde.
Stemma araldico
Lo scudo è diviso in due parti:
- nella prima sono riportati il rosso e il nero, colori dell’Albania sui quali è anche l’elmo dell’eroe nazionale locale (nel fronte greco-albanese gli artiglieri hanno meritato la prima ,M.O.V.M. alla Bandiera);
- nella seconda sull’azzurro, colore del valore e dell’amor di patria, è il tridente di Ucraina (in di terra di Russia al Reggimento è stata concessa una seconda M.O.V.M.)
Il capo d’oro, in quanto pezza maggiormente onorevole dello scudo, simboleggia le massime ricompense al Valor Militare.
Origini e vicende organiche
Per effetto del decreto 21 agosto l902 la V brigata del reggimento a. mon. distanza a Conegliano diviene autonoma ed assume il nome di Brigata Artiglieria da Montagna del Veneto. Il 15 luglio 1909 la brigata viene sciolta e le sue btr., unitamente ad altre sei di nuova formazione, danno vita al 2° Reggimento Artiglieria da Montagna che inquadra le brigate “Conegliano”, “Bergamo” “Vicenza” alle quali il 1° ottobre 1909 si affianca la brigata “Belluno”. Per la legge 77 luglio 1910Ia dizione brigata viene mutata in gruppo”; il reggimento dal 1° febbraio 1915, dopo aver ceduto il gr. “Bergamo” al 3° reggimento a. mon., comprende i gr. “Conegliano”, “Udine”, “Vicenza” e “Belluno” ed in tale formazione partecipa alla prima guerra mondiale. Nel corso del conflitto il deposito costituisce due comandi di rgpt. a. mon. (6° e 8°), tredici comandi di gr. e trentacinque btr. a. mon., cinque comandi di gr. e ventuno btr. d’assedio. Assunto l’ordinamento di pace, nel 1923 il reggimento è composto dai gruppi “Oneglia”, “Bergamo” e XXIX (poi IID, ai quali si unisce dal 1″ luglio dello stesso anno il IV gr. obici da 100/17 trasferito però tre anni dopo al 6 reggimento a. cam.
L’attuazione dell’ordinamento 11 marzo 1926 comporta un complesso movimento di reparti fra i reggimenti a. mon. e lo scambio numerico fra il 2° ed il 3° reggimento. Pertanto il 2° diviene 3° Reggimento Artiglieria da Montagna e risulta costituito dai gr. “Udine” e “Conegliano” mentre cede il IV gr. al 6° reggimento a. cam.; a tali gr. si affianca dal 1° dicembre 1929 anche il gr. “Belluno” proveniente dal 2° reggimento. Divenuto 3° Reggimento Artiglieria Alpina nell’ottobre 1934, nell’anno successivo completa la denominazione in 3° Reggimento Artiglieria Alpina “Julia” e nel dicembre 1935 cede il gr. “Belluno” al 5° reggimento a. alp. di nuova formazione. Inquadrato nella Divisione Alpina “Julia” (3^) unitamente ai Reggimenti Alpini 8° e 9°, il 10 giugno 1940 il 3° reggimento è su comando, reparto comando, gr. “Conegliano” e gr. “Udine” e dal marzo 1941 comprende anche la 34^ btr. del gr. “Val Piave”; il deposito ha già mobilitato nel 1939 i gr. “Valle Isonzo” e “Val Tagliamento” che operano prevalentemente con i gr. alp. “Valle”. Nell’aprile 1942 il |reggimento inquadra anche il ricostituito gr. “Val Piave” in funzione dell’impiego sul fronte russo. Rimpatriato nella primavera del 1943, dopo aver subito gravissime perdite, il 3° è ancora in fase di riorganizzazione allorché sopraggiunge l’armistizio ed è sciolto il 12 settembre nella zona di Udine.
La ricostituzione ha inizio nel capoluogo friulano il 1° febbraio 1951 quale 3° Reggimento Artiglieria da Montagna per la Brigata Alpina “Julia” su comando, reparto comando, gr. “Belluno” da 75/13 (formato nella estate del 1947) e gr. c/c da 57/70 (proveniente dal 41° reggimento c/c); a tali reparti si uniscono successivamente il reparto comando, il gr. “Conegliano” da 100/17, il gr. c/a l. da40/56 ed infine, il 1° aprile 1952, il gr. “Gemona” con mortai da 107. Il gr. c/c viene sciolto il 14 dicembre 1952. Nel 1955 lo SME, allo scopo di mantenere vive le tradizioni dei reparti dei reggimenti a. mon., dispone che anche le btr. dei gr. da 100/17 e mortai da 107 assumano numerazioni tradizionali. Revisionate le numerazioni delle btr, già esistenti, i gr. del 3° reggimento sono così composti: gr. “Belluno” su 22ª, 23ª, 24ª e 25ª btr.; gr. “Conegliano” su 13ª e14ª btr.; gr. “Gemona” su 17ª, 18ª e 34ª btr. Altre variazioni anno luogo: il 1° luglio 1956 con la formazione della Sezione Aerei Leggeri (S.A.L.) che nel 1958 passerà alle dipendenze del comando Brigata; il 1° gennaio 1957 allorché il gr. “Gemona” diviene gr. “Udine”; il 13 maggio 1957 con il trasferimento del gr. c/a l. al 5° reggimento a. c/a. Nel 1960 il 3° reggimento risulta formato da comando, reparto comando, gr. “Conegliano”, gr. “Udine” e gr.
“Belluno” e, dall’ottobre 1961, anche dal gr. “Osoppo”. Nel corso del 1960 gli obici da 75/13 sono sostituiti con quelli da l05/l4. Dal novembre 1962 inquadra, ai fini disciplinari, addestrativi e amministrativi, il gr. “Pinerolo” del 1° reggimento che prende sede a Tolmezzo ma mantiene il reclutamento piemontese; il gr. viene posto in posizione “quadro” il 31 dicembre 1974 ed è poi sciolto il 1° giugno 1975.
Nell’ambito della ristrutturazione dell’Esercito, viene sciolto il 31 agosto 1975, “Belluno”, che è però ricostituito il 5 settembre successivo per cambio di denominazione del gr. “Osoppo”. Il 30 settembre 1975 si scioglie il 3° reggimento a. mon. le cui tradizioni sono affidate al Gruppo Artiglieria da Montagna “Conegliano” che ha sede in Gemona e al quale, con decreto 12 novembre 1976 viene assegnatala Bandiera del 3°. I gr. “Conegliano”, “Belluno” e “Udine” divenuti autonomi passano alle dirette dipendenze del Comando Brigata alp, “Julia”. Nel quadro di un nuovo ordinamento assunto dalla Forza Armata, nell’ottobre 1991 lo SME dispone per motivi di carattere ordinativo, lo scambio di sede tre i gr. “Conegliano” (in Udine) e “Udine” (in Tolmezzo) senza spostamento di mezzi e di personale. Il 4 dicembre 1991 si scambiano le rispettive Bandiere e da tale data il gr. “Conegliano” ha sede in Tolmezzo. Il 31 luglio 1992 il gruppo perde la propria autonomia ed il giorno successivo viene inquadrato nel 3° Reggimento Artiglieria da Montagna che si ricostituisce nella stessa sede.
Campagne di guerra e fatti d’arme
Libia (1911/1912): gr. “Vicenza” (19ª e 23ª btr.) e le btr. 15ª e 20ª partecipano ai combattimenti nella zona di Tripoli e Derna
Prima Mondiale (1915-18)
Gr. “Conegliano” (V)
– 1915: Pal Grande, Pal Piccolo, Freikofel
– 1916: Pal Grande, Pal Piccolo, Zellonkofel
– 1917: M. Kuk, Vodice, Bunsizza
– 1918: Montello, Piana della Sernaglia
– 1919: Tripolitana
Gr. “Udine” (VI)
– 1915: Tolmino, S. Maria, S. Lucia
– 1916: Sabotino, M. Cengio, Novegno, Veliki Hribach
– 1917: Castagnevizza,Bainsizza, M. Tomba
– 1918: M. Asolone
Gr.”Vicenza” (VI)
– 1915: M. Matassone, M. Pozzacchio; M. Coston
– 1916: M. Maronia, M. Majo, Sabotino, S. Gabriele, Pecinka, Veliki Hribach
– 1917: Pecinka, Veliki Hribach, Vodice, Bainsizza,
– 1918: M. Palone, Valle del Sarca
Gr. “Belluno” (VI)
– 1915: Cime di Lavaredo, M. Piana, Valle di Sexten, M. Croce Comelico
– 1916: Passo della Sentinella
– 1917: Cima Forame, M. Piana, Stretta di Quero, Solarolo
– 1918: Val Calcino, M. Grappa
Africa Orientale (1935-36): il gr. “Belluno” e la 13ª btr. sono impiegati all’Amba Aradam, a Passo Mecan e nella zona di Lago Ascianghi
Seconda Mondiale (1940-43):
– 1940-41: fronte greco – albanese: i gruppi “Conegliano” e “Udine” sono impegnati fin da ottobre. Nell’offensiva di primavera coopera per la vittoria finale a Pindo, Mali Scindeli, Golico
– 1942-43: fronte russo: nel luglio 1942 si attesta sul Don, a Ivanowka contribuisce a fermare l’avanzata nemica. Dal 15 gennaio inizia il ripiegamento combattendo a Nikitowka(gr. “Conegliano”) e Lessenitianski (gr. “Udine”) dove viene sopraffatto da preponderanti forze nemiche.
Ricompense alla Bandiera
Medaglia d’oro al Valor Militare – Decreto 8 febbraio 1945
“Per il superbo comportamento dei gruppi “Conegliano” e “Udine” durante la campagna italo -greca. Frammisti agli alpini, nel valore e nel sacrificio, costituirono con le loro batterie, sul Mali, allo Scindeli, al Golico, come già sul Pindo i nuclei dai quali partiva l’offensiva e sui quali si infuriò la resistenza e prese slancio il contrattacco. Col tiro dei pezzi, come con la baionetta e la bomba, furono valorosi fra i valorosi, alpini tra gli alpini.” (fronte greco : Pindo, Mali Scindeli, Golico, 28 ottobre 1940 – 23 aprile 1941).
Medaglia d’Oro al Valor Militare – Decreto 3l dicembre 1947.
“Magnifica compagine di armi e di spiriti, ancor più rinsaldata dai fasti gloriosi della campagna di Albania, con i Gruppi “Conegliano”, “Udine”, “Val Piave”, 77ª Batteria controcarri, 45ª e 47ª Batteria controaerei, accorreva attraverso tempeste di neve e di gelo a fermare il nemico che, potentissimo per uomini e mezzi avanzava in altro settore del fronte. Per trenta giorni le batterie del reggimento, nella piena crudezza dell’inverno russo, senza ripari né ricoveri nella steppa innevata, manovravano impavide, benché duramente colpite, e ricacciavano ovunque l’avversario nel corso di disperati furibondi combattimenti infliggendogli perdite sanguinose. Soltanto quando il nemico era da più giorni alle spalle, il reggimento, per ordine ricevuto, iniziava il ripiegamento. Benché stremati, gli artiglieri del 3°, con sovrumana forza di volontà, frammischiati agli alpini, riuscivano ad aprirsi un varco attraverso l’accerchiamento nemico, col sacrificio di molti, col valore di tutti. Confermavano così le più pure tradizioni di valore, di abnegazione e di sacrificio dell’artiglieria alpina italiana.” (fronte russo, 15 settembre 1942 – 1° febbraio 1943).
Medaglia d’Argento Al Valore dell’Esercito Decreto 2 dicembre 1977
“Unità tragicamente colpita negli uomini e nelle infrastrutture dal sisma del 6 maggio 19J6, interveniva immediatamente, con la totalità dei superstiti, nell’opera di soccorso alla popolazione di Gemona. Sotto la guida dei comandanti di ogni grado, il personale si prodigava incessantemente per giorni e notti, operando in condizioni di estrema difficoltà ed esponendo spesso la propria vita a manifesto rischio, a causa del perdurare delle scosse e dei crolli, per estrarre dalle macerie i sepolti vivi e, successivamente, i morti. Contribuiva così in modo determinante a ridurre i danni provocati dalla grave sciagura. Rifiutando l’avvicendamento, persisteva nell’opera di soccorso, dando prova di eccezionale saldezza morale, suscitando nella popolazione i più vivi sentimenti di ammirazione e di riconoscenza e tenendo alto il prestigio dell’Esercito.” Gemona del Friuli, 6 maggio – 23 luglio 1976.