Gruppo di Combattimento “Folgore”
Il Gruppo di Combattimento “Folgore, che aveva assunto il nome della Divisione “Folgore che si era ben distinta in Africa settentrionale e soprattutto alla battaglia di El Alamein, era integralmente composto da elementi della Brigata “Nembo” del disciolto Corpo Italiano di Liberazione. Si era costituito il 24 settembre 1944 ed era al comando del generale Giorgio Morici, e come vicecomandante il col. Ezio de Michelis, e come capo di SM il ten. Col..Giovanni De Martino Il “Folgore” inquadrava il Reggimento fanteria paracadutisti “Nembo”, il Reggimento di marina 2San Marco” il Reggimento artiglieria “Folgore”, un battaglione misto genio, due sezioni di Carabinieri Reali, un reparto trasporti e rifornimenti, ed i servizi divisionali (amministrazione, sussistenza, sanitario, automobilistico, munizioni, carburanti ecc.). Era inserito nell’organico il 53° BLU, il nucleo di collegamento composto da ufficiali britannici.
“Il “Folgore”, posto alle dipendenze del XIII Corpo britannico, venne schierato sulle posizioni fra il Senio ed il Santerno nella notte del 1° marzo 1945. Gli vennero assegnati rinforzi britannici.
La linea affidata al Gruppo si estendeva per circa 14 chilometri, in un terreno molto accidentato, dal fondo in massima parte argilloso, reso ineguale da numerosi rilievi di altezza modesta ma inframezzati da speroni con dorsali molto ripide, e solcato da diversi corsi d’acqua a regime torrenziale; nel centro, all’altezza di Tossignano (punto di forza dello schieramento avversario) stavano le posizioni contrapposte di Vena del Gesso, aspro gradino roccioso. In parole brevi, un settore difficile per chi si proponeva di svolgervi azioni offensive, e favorevole invece a chi vi era sistemato a difesa.
Nel mese di marzo si ebbe una intensa attività di pattuglie da entrambe le parti. I paracadutisti, per saggiare la capacità di reazione del nemico, assalirono di sorpresa le posizioni “i boschi dell’Acqua Santa” e quelle di casa Colonna.
Il 10 aprile l’intero fronte alleato era in movimento. Nuclei esploranti del “Folgore” accertarono che il nemico si accingeva a sgomberare Tossignano. Fu impartito l’ordine di avanzare, e i reparti del Gruppo, attraversando campi minati, agganciarono le retroguardie nemiche. L’11 aprile venne occupata Tossignano. Il 14, dopo aspri combattimenti, furono conquistate le posizioni di Pieve Sant’Andrea, monte Bello, Casalpidio.
Il 19 aprile venne espugnato, dai paracadutisti, il caposaldo tedesco di Grizzano. L’indomani il reggimento Nembo raggiunse Matteuzza e Parrocchia di Cappella, mentre il battaglione Caorle, del reggimento San Marco occupava l’abitato di Poggio Ribano.
Bologna era ormai vicina, ma un ordine superiore indirizzò il Gruppo in altra zona, mentre le ostilità volgevano ormai al termine.
Il “Folgore”, in due mesi di ininterrotto impiego, aveva subito queste perdite: 164 caduti, 244 feriti, 14 dispersi.”[1]
[1] Loi S. I Rapporti fra alleati e italiani nella cobelligeranza, cit., pag. 154