CITTA’ DI VARALLO SESIA – M.O.V.M.

  

SOCIO D’ONORE DELL’ISTITUTO DAL 1972 – TESSERA N° 138

La Repubblica della Valsesia fu la seconda repubblica partigiana sorta nel Nord Italia. Venne proclamata l’11 giugno 1944 e durò con vicende alterne fino al 25 aprile 1945. Il territorio liberato comprendeva tutta le valli del fiume Sesia, da Alagna Valsesia ai piedi del Monte Rosa fino a Romagnano Sesia/Gattinara; la Val Grande da Alagna Val Sesia a Varallo, la bassa valle fino a Serravalle Sesia, la Morenica fino a Romagnano/Gattinara e le tre valli laterali: Val Sermenza, Val Mastallone e Val Sessera. Confinava con il Biellese, la Valle del Lys, la Valle Anzasca, il Novarese e il Vercellese.

“…la Resistenza in Valsesia ebbe inizio la sera stessa dell’armistizio quando, con a capo il primo cittadino, Cav. Osella, si era formato a Varallo il Comitato Valsesiano di Resistenza, l’11 settembre il Comitato nominava Cino Moscatelli, da tempo presente nell’organizzazione clandestina del PCI, e ‘Ciro’ (Eraldo Gastone) al comando dell’organizzazione militare della Valsesia; incaricandoli di sovraintendere ai primi centri di raccolta subito formatisi in alcune località della valle: alle Piane, a Campertogno, al Briasco e a Camasco.

                                    

La “zona libera” nasce sotto il segno della preoccupazione e dell’attesa del contrattacco nemico; non viene presa in considerazione l’ipotesi di un governo dei CLNAI. In molte località il podestà non viene nemmeno sostituito e continua la sua attività con il nome di Commissario. Viene istituita una figura molto importante quella del Commissario civile che ha, tra gli altri, il delicato compito di controllare tutte le aziende e le fabbriche. Con gli industriali viene sancito un accordo di ‘protezione’. Per quanto riguarda la Giustizia, il 28 giugno 1944 si decide di affiancare al Pretore un Commissario giudiziario che aveva una funzione di controllo e viene deciso che tutte le sentenze vengano emanate in nome del Comitato di Liberazione Nazionale. Durante il periodo della “zona libera” i servizi civili (poste, telefono, comunicazioni) continuano a funzionare normalmente. Viene stabilito il controllo sulla vendita e sui prezzi dei generi contingentati; si aumentano le razioni alimentari, le quantità di legna e degli altri prodotti sottoposti a requisizione da parte dei tedeschi. Vi sono anche numerose iniziative pubbliche: il 23 giugno 1944 a Varallo si tiene una conferenza su un ‘tema patriottico’; il 25 luglio, sempre a Varallo, alcuni giorni dopo il contrattacco in seguito ai rastrellamenti dei nazifascisti del 2-19 luglio si assiste a un concerto della Banda musicale. A Borgosesia si provvede alla requisizione di alcune ville che vengono adibite a colonia per i bambini e a ricovero per gli anziani. Viene organizzato un ambulatorio per i civili nel quale prestano servizio gratuito alcuni medici partigiani; sempre per quanto concerne la sanità ci si appoggia anche agli ospedali di Varallo e Borgosesia. Vengono anche predisposti dei corsi rapidi per infermieri in modo da utilizzare tutti i giovani affluiti al Comando e ancora privi di armi. Dal punto di vista militare durante il periodo della “Valsesia libera” si procede alla copertura della zona: viene istituito il Battaglione ‘Volante Rossa’ che è dotato di automezzi, ben armato e può spostarsi velocemente e difendere così la Valle. Nelle fabbriche si organizzano mense aziendali e mense per disoccupati e bisognosi; funziona anche un ‘ufficio artistico’ di Divisione che si occupa dei progetti delle mostrine (stella alpina su campo rosso e blu, che verranno distribuite durante il mese di agosto 1944), dei bracciali per i vari corpi, di francobolli, cartoline, cartelloni di propaganda, ecc.

Nel 1971 alla città di Varallo è stata conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:

«Ribelle alla occupazione nazifascista, la Valsesia combatteva durante venti mesi la dura guerra partigiana per la liberazione nazionale. Perizia di capi, valore di migliaia di partigiani e patrioti di aggressive, manovriere formazioni, solidarietà rischiosa e appassionata delle popolazioni alla Resistenza, impegnavano duramente, con armi e mezzi tolti al nemico ed insidiosa ostilità dell’ambiente, numerosi presidi ed ingenti unità operative dell’occupante, infliggendogli, con il combattimento ed il sabotaggio, rilevanti perdite umane e materiali ed esiziale oneroso logorio di forze. Sottoposta a rastrellamenti, repressioni cruente e distruzioni, irriducibile, non si piegava all’oppressore e centinaia di caduti in armi, decine di trucidati per rappresaglia testimoniano il tributo di valore e di sofferenza, con cui i combattenti e le popolazioni della Valsesia per congiunte virtù militari e civili opponevano all’oppressore la forza invincibile dell’amore per la libertà e l’indipendenza della Patria.» — 12 settembre 1943 – 25 aprile 1945.