ORESTE CASTAGNA E UGO MACHIERALDO – M.O.V.M. DI FEBBRAIO

  

CASTAGNA ORESTE

Soldato 4ª Sezione sanità.

Modesto e laborioso operaio venne arruolato nel sett. 1938 nell’8ª compagnia sanità in Capua e trattenuto alle armi nel marzo 1940. Trasferito nel gennaio 1942 alla 4ª sezione sanità mobilitata della Divisione alpina «Taurinense», allora dislocata in Croazia, raggiunse il reparto nello stesso mese sbarcando a Gravosa in Dalmazia. Dopo la dichiarazione dell’armistizio, si univa alle formazioni partigiane della Brigata jugoslava «Druca Cresch» partecipando a numerose azioni. Ferito nel fatto d’arme dei 15 febbraio 1944, dopo essere stato ricoverato all’ospedale da campo della Brigata, riprese il suo posto di combattimento nella 27ª Divisione partigiana jugoslava fino al 2 agosto 1945, data del suo rientro in Patria. I1 13 ott. dello stesso anno fu collocato in congedo. E’ deceduto a Velletri il 30 ottobre 2007.

“Soldato di sanità, già all’atto dell’armistizio con vivo senso del dovere e fede altissima nei destini della Patria, si univa alle formazioni combattenti che sceglievano la via dell’onore e del sacrificio. Sempre primo fra i primi, si distingueva per ardimento in numerose azioni di guerra. Nel corso di un difficile combattimento contro un munito presidio nemico, si offriva volontario per partecipare ad una importante e rischiosissima azione tendente alla eliminazione di un centro di fuoco avversario che, infliggendo sensibili perdite alle nostre truppe, minacciava di paralizzare l’intero svolgimento dell’attacco. Superati i reticolati sotto l’imperversare di una violentissima reazione, concorreva ad assaltare con bombe a mano ed all’arma bianca la postazione nemica riuscendo ad eliminare i difensori e ad impadronirsi dell’arma. Contrattaccato da preponderanti forze che tentavano di riprendere la postazione, conscio dell’assoluta necessità di non cedere, resisteva strenuamente incitando i compagni alla lotta. Colpito graveolente da una bomba nemica che gli lacerava una mano e lo colpiva in altre partì del corpo, non desisteva dalla lotta. Rifiutando ogni assistenza, agitando nell’aria la mano mutilata e sanguinante, si trascinava ancora avanti con i compagni che nel frattempo avevano raggiunta e superata la posizione e, nel nome d’Italia, li spronava all’assalto fino a quando cadeva a terra privo di sensi.” – Regatica (Bosnia), 15 febbraio 1944.

MACHIERALDO UGO

Maggiore s.p.e. A.A. – pilota, partigiano combattente

Allievo ufficiale di cpl. del genio presso la Scuola di Spoleto, venne nominato sottotenente nel 1930 e destinato al 1° rgt. genio. Ultimato il servizio di prima nomina, entrò all’Accademia Aeronautica di Caserta conseguendovi la promozione a sottotenente in s.p.e. nel ruolo naviganti dal 1° ott. 1933. Tenente nel 1935, l’anno dopo partì per la Spagna dove per circa due anni ebbe il comando di una squadriglia da bombardamento. Rientrato col grado di capitano nel 9° stormo da bombardamento, passò in seguito al 13° e dall’aprile 1940 al 43° col quale entrò in guerra nel giugno partecipando alle operazioni sul fronte occidentale, nel cielo del Nord contro l’Inghilterra, in Cirenaica e nel Mediterraneo. Promosso maggiore nell’agosto 1942, prese il comando dell’88° gr. B.T. che tenne fino alla data dell’armistizio. Nel dic. 1943, si arruolò, quale gregario, in una formazione partigiana operante in Val d’Aosta la «76° Brigata Garibaldi» della quale divenne capo di S.M. e vicecomandante col nome di battaglia «Mack».

“Ufficiale magnifico, pilota eroico, comandante esemplare, reagiva alla dissoluzione dell’8 settembre 1943, arruolandosi in una formazione partigiana quale gregario. Distintosi nella condotta di brillanti e difficili azioni di sabotaggio, diveniva in breve vicecomandante della formazione. Catturato per delazione, veniva sommariamente processato e condannato alla fucilazione, insieme ad altri due patrioti. Un sereno ed elevato testamento spirituale alla moglie ed alla figlioletta e le espressioni di addio ai genitori, testimoniano della sua dedizione alla Patria e della fiducia nell’utilità del suo sacrificio. Traversando il paese per raggiungere il luogo dell’esecuzione, rincuorava i propri compagni e le donne piangenti, cui rivolgeva forti parole di fede e dì incitamento alla resistenza. Di fronte al plotone di esecuzione, dichiarava di voler dimostrare come sapesse morire un ufficiale italiano. Pronunciate parole di perdono e di commiserazione per i soldati esecutori, perché irresponsabili della colpa dei capi, intimava agli ufficiali di togliersi dai ranghi e trasmetteva personalmente l’ordine che troncava la sua radiosa esistenza.” – Milano, 8 settembre 1943 – Ivrea, 1° febbraio 1945.

Altre decorazioni: M.A. (Cielo di Spagna, genn.-marzo 1937); M.A. sul campo (Cielo d’Inghilterra, ott.-dic. 1940); M.A. (Cielo della Cirenaica, marzo-giugno 1941); M.B. (Cielo di Spagna, ott. 1937 -aprile 1938); capitano per m.g. (Spagna, sett. 1937).