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Motto: “Sempre nella vittoria”.
Festa: 19 agosto – anniversario del fatto d’arme di Selo (1917).
Sede: Ascoli Piceno – Caserma “Clementi”.
Mostrina: rettangolare di colore bianco con striscia trasversale scarlatta al centro.
Stemma Araldico
Nella prima partizione con lo smalto d’azzurro, simbolo di amor di patria e di fedeltà, la stella d’argento per indicare la M.A.V.M. concessa al Reggimento e l’alabarda di San Sergio (tratta dall’arme di Trieste) a ricordare che il fatto d’arme dell’agosto 1917, per il quale è stata attribuita la ricompensa, è avvenuto proprio nella provincia di Trieste. La seconda partizione con lo smalto di rosso (simbolo di valore, ardire e sacrificio) vuole richiamare la zona geografica del “Piceno” di cui la Brigata prirna e la Divisione poi hanno portato il nome, mediante l’arco romano che è stato il distintivo del Gruppo di Combattimento, anch’esso denominato “Piceno”, in vita durante la Guerra di Liberazione. Sulla punta dello scudo l’arme di Rovereto, città nella quale i fanti della Brigata “Piceno” entrarono per primi il 3 novembre 1918 riconsegnandola all’Italia.
Origini e vicende organiche
Il 235° Reggimento Fanteria (Brigata Piceno) viene formato il 6 febbraio 19I7 presso il deposito del 17° Fanteria, centro di mobilitazione in Ascoli Piceno, ed è subito inserito nella omonima Brigata assieme al gemello 236°. L’unità dispone di tre battaglioni, ognuno con quattro compagnie fucilieri ed una sezione mitragliatrici. Sciolto nel dicembre 1918 è ancora in vita da marzo a settembre 1919. Viene ricostituito il 20 settembre 1941 con il nome di 235° Reggimento Fanteria “Piceno”, dal deposito del 17° Fanteria in Cremona, ma il successivo 1° dicembre è trasformato in 383° Reggimento Fanteria “Venezia”.
Il 235° è nuovamente in vita il 1° gennaio 1942 a Chieti, formato dal deposito del 14° Fanteria ed ha in organico: comando e compagnia comando; I, II e III battaglione fucilieri; compagnia mortai da 81; compagnia cannoni da 47/32. Dal 20 febbraio viene inquadrato nella Divisione di Fanteria “Piceno” (152ª) della quale fanno anche parte i reggimenti 236° Fanteria e 152° Artiglieria per D.f. Dislocato in Puglia, supera indenne gli avvenimenti determinati dall’armistizio dell’8 settembre, e dal 10 ottobre 1944 entra a far parte del Gruppo di Combattimento “Piceno” assieme a1 336° Fanteria ed al 152° Artiglieria, ed è formato su comando e compagnia comando; tre battaglioni; compagnia mortai da 76; compagnia cannoni c/c. Il 31 gennaio 1945 assume la denominazione di 1° Reggimento Raccolta e Smistamento Complementi per le Forze Italiane Combattenti che cambia successivamente il 10 maggio in quella di 1° Reggimento Addestramento Complementi (235° Reggimento Fanteria “Piceno”). Viene soppresso il 31 gennaio 1946.
Il 1° gennaio 1976 si forma in Ascoli Piceno il 235° Battaglione Fanteria “Piceno” al quale vengono affidate la Bandiera e le tradizioni di valore del 235° Reggimento: l’unità assolve compiti addestrativi ed è formata da comando, compagnia comando e servizi, tre compagnie reclute. Nell’ambito del riordinamento della Forza Armata il battaglione perde la propria autonomia il 9 febbraio 1994 ed il giorno successivo viene inquadrato nel ricostituito 235° Reggimento “Piceno”. E’ specializzato nell’addestramento dei VFP1.
Campagna di guerra e fatti d’arme
Prima Mondiale (1915-18):
– 1917: Carso: Selo, Korite (ago.)
– 1918: Vittorio Veneto: M. Pasubio, M. Testa, Rovereto, Alto Adige (ott.-nov.)
Seconda Mondiale (1940-43):
– 1942-43: Puglia (difesa costiera)
Liberazione (1943-45):
– 1944-45 territorio nazionale
Ricompense alla Bandiera
Al Valor Militare
Ordine Militare d’Italia – Decreto 5 giugno 1920
“Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell’aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d’Italia (1915-18).” (All’Arma di Fanteria).
Medaglia d’Argento – Decreto 5 giugno 1920.
“Con meraviglioso irresistibile impeto irruppe in munitissimi triceramenti nemici, oltrepassandoli, pur flagellato da numerose mitragliatrici, che i suoi fanti snidarono in epica gara di sanguinoso individuale ardimento. Sulle posizioni conquistate s’affermò con incrollabile tenacia, respingendo con serena fermezza i violenti contrattacchi dell’accanito avversario (Selo – Korite, 19-22 agosto 1917).