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A Pistoia la guerra aveva lasciato gravi devastazioni: 10.000 vani completamente distrutti, 12.000 parzialmente rovinati, 1.407 in parte danneggiati, 74 ponti distrutti, 50 chilometri di strade resi praticamente inservibili, quasi tutte le aziende colpite, con una media di distruzioni intorno al 50%. Anche l’agricoltura aveva subito danni gravissimi rendendo drammatici i problemi dell’alimentazione. La disoccupazione raggiungeva le 8.000 unità. Alla San Giorgio, la fabbrica più importante della città, i danni alle attrezzature raggiungevano il 90%.
Molte delle frazioni della cintura intorno alla città avevano subito subìto notevoli danneggiamenti. Tra queste c’erano Cireglio, Piteccio, croce a Uzzo, Saturnana, Le Grazie, Gora, Gabbiano, San Pantaleo, S. Agostino, San Rocco, Chiesina Montalese, La Vergine, San Felice.
La liberazione di Pistoia. La città fu liberata l’8 settembre 1944, ma già da un anno, dopo l’8 settembre 1943, si era andato accentuando il fenomeno dell’esodo dal centro storico, sottoposto ad intensi bombardamenti, cosicché in città restavano pochi abitanti. La liberazione di Pistoia non avvenne per un’insurrezione militare cittadina, perché molti degli abitanti l’avevano già abbandonata. Però fin dalla mattina seguente la popolazione era già accorsa a festeggiare i liberatori.
Le formazioni partigiane. Il movimento di resistenza aveva una buona consistenza soprattutto in altri comuni della provincia, mentre non esistevano formazioni partigiane nel territorio del comune capoluogo. Fin dal giugno 1944 si arrivò all’unificazione, sotto un unico comando militare delle formazioni partigiane di diverso orientamento politico: le Brigate Garibaldi, il gruppo di Giustizia e Libertà, il raggruppamento Matteotti di Pescia. Le prime due erano le numericamente più consistenti, visto che organizzavano la maggior parte dei circa 1.000 partigiani presenti alla fine della guerra nella dodicesima zona. Quando, il sette settembre, fu decisa l’occupazione di Pistoia, il comando di zona raggruppava oltre 800 partigiani.
Medaglia d’Argento al Valor Militare
“Fedele ai valori già espressi nel corso dell’epopea risorgimentale si oppose alla prepotenza degli occupanti nazifascisti con fierezza ed atteggiamento di sfida sostenendo ed alimentando la locale organizzazione di resistenza armata. La spietata repressione nemica provocò lutti e distruzioni ma non fiaccò la volontà a combattere fino alla vittoria finale. Il contributo di sacrifici e di sangue offerti, culminato con un feroce cannoneggiamento nemico protrattosi per molti giorni, ne esalta l’attaccamento ai superiori principi di libertà e giustizia. Pistoia 8 settembre 1943”.