Nel maggio 1923 il Tenente Generale Luciano BENNATI, eminente tecnico e tattico di Artiglieria, con un gruppo di Ufficiali di ogni grado dell’Arma, reduci della 1ª Guerra Mondiale, costituì un Comitato Promotore con l’intento di riunire in un’Associazione gli Artiglieri in congedo che avevano avuto l’onore di servire nell’Arma di Artiglieria in pace ed in guerra. Il 23 giugno 1923 si tenne a Roma, presso il Circolo Militare, un’Assemblea Generale nella quale furono prese le decisioni iniziali per la creazione della “Associazione Artiglieri Santa Barbara” che aveva la finalità di riunire tra loro gli Artiglieri in congedo, mantenere vivo il culto dell’ideale di Patria ed il patrimonio spirituale dell’Arma e rinsaldare i vincoli di solidarietà e fratellanza fra gli Artiglieri in servizio ed in congedo. Il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d’Aosta, valido Artigliere e già Comandante della III Armata fu invitato ad assumere la Presidenza Onoraria dell’Associazione. Il Generale Bennati fu confermato come capo del Comitato Promotore.
Il 3 aprile 1927 il Consiglio Direttivo, nominato 4 anni prima, decise di allargare la base associativa, estendendo la partecipazione ai Graduati e militari di truppa, agli ex “bombardieri” ed agli “artiglieri automobilisti”. Con varie determinazioni, fu deciso che tutti avevano uguale diritto all’iscrizione. Per dare conto della propria attività e per fare opera di proselitismo, l’8 dicembre 1929, in occasione della festa di S. Barbara l’Associazione piemontese pubblicò un Numero Unico, firmato dall’Ing. Alessandro Orsi, intitolato “Santa Barbara 1929”, il cui articolo di apertura era significativamente intitolato “Cemento” e nel quale – anche se con una certa enfasi, giustificata dal particolare periodo storico – si chiamavano all’appello gli Artiglieri.
Il 15 giugno 1930, “l’Associazione Artiglieri Santa Barbara” tenne in Torino il suo I Raduno con la partecipazione della Bandiera dell’Arma di Artiglieria e di circa diecimila Artiglieri, che sfilarono davanti a S.M il Re d’Italia ed alle più alte cariche dello Stato. Nella stessa giornata fu inaugurato il Monumento all’Artiglieria e il Governo, constatata l’entità numerica ormai raggiunta dall’Associazione, decise di costituire una Associazione d’Arma estesa in campo nazionale e nominò l’allora Maggiore di Artiglieria On. Guido Buffarini-Guidi Sottosegretario agli Interni, “Regio Commissario” dell’Associazione stessa.
Questi, in data 24 luglio 1930 designò il Presidente per il Piemonte dell’Associazione Artiglieri Santa Barbara”, Tenente Ing. Alessandro Orsi, come Delegato Regionale per il Piemonte della costituenda “Associazione Nazionale dell’Arma di Artiglieria”.
In data 8 marzo 1931, in occasione del 1° Convegno dei Delegati Provinciali e dei Presidenti di Sezione del Piemonte, tenutosi a Torino, il Tenente Ing. Alessandro Orsi comunicò ufficialmente ai partecipanti al Convegno che, per disposizione governativa, la precedente spontanea “Associazione Artiglieri Santa Barbara” si sarebbe trasformata in “Associazione Nazionale Arma di Artiglieria” (A.A.A.). La nuova denominazione fu ufficialmente sancita circa un anno dopo, quando all’Associazione fu concesso l’Alto Patronato di Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III. Nello stesso anno 1931 fu redatto il 1° Statuto dell’Associazione. Contemporaneamente furono istituiti il distintivo sociale ed il Gagliardetto di Sezione che corrispondeva sostanzialmente al Labaro attualmente in uso. Ad essi si aggiunsero, poco più tardi, il fazzoletto da collo giallo-arancione e la bustina grigio-verde filettata di giallo-arancione con lo stemma dell’Arma. Fu altresì adottato ufficialmente l’Inno dell’Artigliere (musica del maestro Carmelo Lenzi e parole di F. Pinelli, G. Daci e L. Fiori) quale inno ufficiale dell’Associazione.
Dal 15 gennaio 1934 il Bollettino mensile “Santa Barbara” cambiò denominazione divenendo “L’Artigliere”, organo del Sodalizio destinato a diffondere la cultura artiglieresca e le tradizioni dell’Arma; l’anno successivo la sua pubblicazione assunse cadenza quindicinale.
Il 12 febbraio 1937 ebbe luogo a Livorno il varo del Cacciatorpediniere “Artigliere” della Regia Marina Militare, ad esso parteciparono il Vice Presidente Nazionale, accompagnato da tutti i componenti del Direttorio Nazionale ed una folta rappresentanza di Artiglieri toscani.
L’Associazione, in data 21 novembre 1938, assunse la denominazione di “Reggimento Artiglieri d’Italia – Damiano Chiesa” (dal nome della Medaglia d’Oro al Valor Militare Tenente Damiano Chiesa). In particolare – con Ordine del Giorno in data 4 dicembre 1938 – il Labaro Nazionale venne denominato “Colonnella” Anche il periodico “L’Artigliere” cambiò nome e fu ridenominato “Foglio d’Ordini del Reggimento”.
Il 12 gennaio 1939 il “Reggimento Artiglieri d’Italia – Damiano Chiesa” acquistò con i propri fondi l’attuale sede romana in Via Aureliana nr. 25.
La caduta del Regime Fascista, il 25 luglio 1943, ebbe riflessi anche per il “Reggimento Artiglieri d’Italia – Damiano Chiesa”, che passava alle dipendenze dell’allora Ministero della Guerra. Per il “Reggimento Artiglieri d’Italia – Damiano Chiesa” il Ministero della Guerra scelse come “Commissario” il Generale di Corpo d’Armata Ubaldo Fautilli, all’epoca Ispettore dell’Arma di Artiglieria.
Con il ritorno dei prigionieri di guerra ed il congedamento dei soldati che avevano operato con i Gruppi di Combattimento, iniziò la lenta e faticosa opera di ricostituzione sia a livello centrale sia in alcune aree del territorio nazionale. Nel dicembre 1945 risultavano esistenti, seppure con una limitata capacità di funzionamento, le Sezioni di Roma, Genova (che erano riuscite a vivere anche nei momenti più bui) e Torino che si era ricostituita, a cui si aggiunsero Pisa nel marzo 1946 e nel 1947 Sassari, Vittorio Veneto, Verona, Napoli ed Udine. La ricostituzione delle Sezioni proseguì ed a metà anno 1950 risultavano in vita 41 Sezioni. Nel 1950, pertanto, fu redatta la bozza di un nuovo Statuto ove era prevista la soppressione della struttura paramilitare che era stata stabilita con la formazione reggimentale. L’Associazione – per ottenere il riconoscimento giuridico, necessario oltretutto per assicurare la proprietà dei locali della Presidenza in Via Aureliana – procedette alla costituzione ex-novo del Sodalizio a mezzo rogito notarile stipulato il 6 dicembre 1952 nella sede di Via Aureliana 25 in Roma. Nell’atto il Sodalizio assumeva la nuova denominazione di “Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia” (A.N.A.I.). Dal 15 giugno 1948 aveva rivisto la luce anche il giornale dell’Associazione, con il nome “Il Nuovo Artigliere”., inizialmente come “numero unico”.
Il Decreto del Presidente della Repubblica del 30 maggio 1953 nr. 647 sancì il riconoscimento della personalità giuridica dell’Associazione, posta sotto l’alta sorveglianza del Ministro della Difesa. Nel 1954 fu adottato un nuovo Stemma araldico nel quale sono raffigurati i motivi tradizionali dell’Arma, per enfatizzare l’unitarietà che, pur nell’evoluzione storica, legava e lega le Unità di Artiglieria nei secoli.
Sul Medagliere dell’Associazione risplendono le 6 decorazioni alla Bandiera dell’Arma, le 16 Medaglie d’Oro concesse alle Unità di Artiglieria, le 251 Medaglie d’Oro al Valor Militare concesse a singoli Artiglieri e sono citati numericamente i 332 decorati degli Ordini Militari di Savoia e d’Italia.