ALDO BRANDOLIN E GIUSEPPE DI BARTOLO – M.O.V.M. DI GENNAIO

  

 BRANDOLIN ALDO

Capitano d’artiglieria s.p.e., comandante batteria d’accompagnamento, 152° rgt. fanteria.

Licenziato dal Liceo scientifico di Trieste nel 1929, entrava all’Accademia di artiglieria e genio di Torino nello stesso anno uscendone sottotenente di artiglieria il 1° settembre 1931. Destinato, dopo il corso d’applicazione, al 23° reggimento artiglieria da campagna nel 1933, il 10 gennaio 1938, incaricato del grado di capitano, partiva per la Spagna partecipando alle operazioni di guerra col 2° bersaglieri. Rimpatriato per malattia due mesi dopo e rientrato al reggimento, fu trasferito in seguito al 152° fanteria “Sassari” ove conseguì la promozione a capitano dal 1° gennaio 1940. Al comando della batteria di accompagnamento entrò in guerra sul fronte orientale il 6 aprile 1941.

“Comandante di batteria, assumeva volontariamente il comando di una colonna incaricata di snidare forti nuclei che infestavano la zona. Tra l’infuriare della tormenta impegnava l’agguerrito nemico tre volte superiore per numero e per armi in duro e cruento combattimento. Benché gravemente colpito al petto con l’esempio del suo eroico ardire continuava imperterrito a dirigere l’azione dissimulando la ferita per timore di affievolire lo slancio aggressivo delle sue truppe. Stremato di forze con serena fermezza montava a cavallo e persisteva risolutamente nell’arduo compito di comandante ordinando di sostenere con l’arma bianca l’impari lotta. Accortosi di una minaccia di accerchiamento con imperturbabile calma disponeva il ripiegamento trasportando tutti i feriti. Rientrava per ultimo alla base ove dopo aver incitato con indomita volontà il presidio alla resistenza e col pensiero rivolto ai caduti ed alla patria spirava da prode. Fulgido esempio di eroismo e di alte virtù militari.” – Medesso Poljo (Bosnia), 22 gennaio 1942.

 

DI BARTOLO GIUSEPPE

Tenente di vascello cpl., M.M

Conseguito a soli 17 anni il diploma di capitano di lungo corso a Palermo volle subito imbarcarsi su navi mercantili e nella prima guerra mondiale, il 19 luglio 1918, riceveva il battesimo di fuoco nel siluramento del piroscafo «Adria» meritandosi, per il suo comportamento, un encomio dal Ministero della Marina. A guerra finita continuò a navigare per conto della «Navigazione Generale Italiana», della «Sitmar» ed infine della Società «Tirrena» per oltre tredici anni. Nominato per i titoli acquisiti, tenente di vascello di complemento nella Marina da guerra nell’aprile 1940, e richiamato in servizio dal 1° luglio dello stesso anno, fu destinato a Porto Empedocle al VI gruppo dragaggio quale comandante della 7ª squadriglia. Nell’aprile 1942, passava alla 25ª squadriglia dragamine dislocata nella base di Tripoli.

Comandante di flottiglia dragamine dislocata in zona avanzata oltremare, resasi necessaria l’evacuazione della base ed avuto ordine di trasferire in Patria la flottiglia, apprestava alla lunga navigazione – con competenza e capacità – le unità dipendenti, nonostante le ininterrotte, violente incursioni aeree. Nel corso del trasferimento, attaccato di notte da preponderante formazione di supercaccia avversari, nel sublime tentativo di salvare le altre unità, impartiva l’ordine di dirottare verso la costa mentre con la propria – offerta al supremo olocausto – muoveva decisamente incontro all’attaccante, nel disperato tentativo di opporsi alla schiacciante superiorità dei mezzi avversari. Giunto a portata di tiro delle proprie mitragliere impegnava impari lotta, sorretto dall’entusiasmo e dalla fede degli eroi. Colpita la sua imbarcazione più volte, prossima ad affondare, rispondeva al nemico facilmente vittorioso, con le ultime raffiche di mitraglia, inabissandosi con la nave e l’intero equipaggio. Fulgido esempio di estrema dedizione alla Patria e di luminose virtù di comando.” Mediterraneo Centrale, 20 gennaio 1943.