BELTRAMI FILIPPO
Tenente complemento artiglieria, partigiano combattente.
Laureato in architettura al Politecnico di Milano nel 1932. Fu allievo della Scuola allievi ufficiali di complemento di artiglieria nel 21° reggimento artiglieria nel quale, dal 1° luglio 1932 al 31 gennaio 1933, col grado di sottotenente prestò servizio di prima nomina. Dopo aver frequentato un corso di istruzione fu promosso tenente a scelta ordinaria il 1° luglio 1936. Richiamato alle armi per mobilitazione il 5 giugno 1943 fu in servizio al deposito del 27° reggimento artiglieria in Milano. A seguito dell’armistizio dell’8 settembre 1943 entrò a far parte di una Divisione partigiana che poi assunse il nome di Divisione «», con la quale operò fra le montagne sopra Cireggio, in Val d’Ossola. Sempre primo nel rischio, fu tale il suo comportamento che “persino gli avversari furono presi da un senso di rispetto e lo chiamavano il cavaliere della macchia”.
“Primissimo fra i primi volontari della libertà, organizzava la resistenza nelle sue valli ed in pianura, conducendo personalmente le più temerarie imprese. Ferito una prima volta, non desisteva dalla durissima vittoriosa attività e rapidamente conquistava al suo nome una leggendaria e cavalleresca aureola. Di ritorno da un’azione, veniva attaccato da forze venti volte superiori, ma sdegnoso di ripiegare o di arrendersi, si asserragliava con pochi compagni in un casolare e accettava l’impari combattimento. Riportava diverse ferite e continuava nella lotta ardente finché dopo altre tre ore di combattimento cadeva gloriosamente insieme a tutti i suoi compagni.” (Megolo, 13 febbraio 1944)
MARIGHETTO ANCILLA
Partigiana combattente
Di modesta famiglia di contadini e di casari, alla dichiarazione dell’armistizio, seguendo l’esempio del fratello maggiore, raggiunse sulle montagne del Trentino una formazione partigiana del Gruppo Brigate «Gramsci» e, precisamente il battaglione «G. Gherlenda» della Brigata «E. De Bortoli». Fu fucilata in località Coazzo, appena diciottenne.
“Generosa figlia del Trentino abbandonò la propria casa e la famiglia per rispondere all’appello della Patria a cui già il padre aveva sacrificata la vita. Unitamente al fratello maggiore divise i gravi rischi e i grandi sacrifici della lotta partigiana nella stagione più rigida e in zona impervia e pericolosa. Durante un rastrellamento, con uno sci spezzato da raffiche nemiche, si rifugiò sopra un albero. Individuata, scaricò la pistola sul nemico fino ad esaurimento delle munizioni. Catturata e sottoposta a sevizie e torture non si piegò. Offertale salva la vita purché denunciasse i propri compagni, rifiutava sdegnosamente sputando in faccia ai carnefici e gridando: “Ammazzatemi, ma non tradirò mai i miei fratelli”. Il piombo nemico stroncò la sua eroica esistenza.” – Col del Tocco – Passo Broccone – Comune di Castel Tesino (Trento), 19 febbraio 1945.