La Federazione Provinciale dell’Istituto del Nastro Azzurro del Sulcis – Iglesiente, nell’ambito delle attività di ricerca e celebrazione del centenario dell’Istituto del Nastro Azzurro, in adesione alle iniziative del CE.S.V.M. (Centro Studi Valor Militare) e in sinergia con le Istituzioni ed Associazioni del territorio tra cui il Comune di Giba, l’Istituto Comprensivo “G. Marconi” di San Giovanni Suergiu e l’Associazione Nazionale Carabinieri in Congedo, celebrerà la data centenaria dell’Istituto con una serie di iniziative territoriali. Di particolare rilevanza saranno le attività di commemorazione e divulgazione dedicate alla M.O.V.M. Tenente dei Carabinieri Marco Pittoni.
Le celebrazioni in onore della M.O.V.M. Tenente dei Carabinieri Marco Pittoni avranno luogo a Giba, paese del Sulcis dove i genitori e i familiari del Tenente Pittoni sono nati e vivono attualmente.
Il Comune di Giba è situato nel Sud Ovest della Sardegna, nell’area geografica del Sulcis, dista circa 70 Km dal capoluogo regionale ed il territorio comprende la grande frazione di Villarios. Ruderi di Domus de Janas e nuraghi denotano l’antica presenza umana nel territorio. Dominio aragonese dal 1323 successivamente passò sotto il comprensorio dei nobili Gessa (1487), nel 1647 fu concesso in feudo a Francesco Amat di San Filippo. Giba è inoltre citata nel Cedex Diplomaticus Eccleseinsis (1537) e come oppidum Gibaris nella Chorographia Sardiniae (1580 -1589). Con il passaggio della Sardegna ai Savoia, nel 1720, il paese seguirà le sorti del Regno di Sardegna.
La celebrazione della figura di un giovane Ufficiale, che solo da 15 anni è entrato a far parte della schiera di EROI, donando la sua vita per la sicurezza di altre persone, è anche l’occasione per parlare agli studenti del paese di origine del decorato, per riflettere su un giovane Ufficiale che, per un atto di estrema generosità compiuto nei nostri giorni è divenuto simbolo di virtù da indicare ai contemporanei, in un particolare periodo storico dove sembrano prevalere comportamenti egoistici a scapito di quelli collettivi. Comportamenti che, a volte, sembrano prediligere un’affermazione a tutti i costi per ottenere un facile successo, senza l’osservanza di valori morali, regole di civile convivenza e senso del dovere.
Voler ricordare un giovane che ha deciso di servire lo Stato e la collettività, anteponendo il servizio e le altre persone, profondamente motivato, che volontariamente ha fatto generosamente dono della propria vita per mantenere vivo il patto di convivenza di una comunità. Il suo gesto estremo, oltre al dovere di perpetuazione della memoria, vuole essere un momento di riflessione, celebrazione e trasmissione di quei valori scritti nella Costituzione italiana, sulla quale il Tenente Marco Pittoni aveva giurato fedeltà.
Il Tenente Marco Pittoni era nato a Sondrio il 30 settembre del 1975, figlio di Elisa Casula e Giovanni Pittoni, anche egli Carabiniere in servizio presso la Stazione Carabinieri di Campo Dolcino, in provincia di Sondrio. Ancora bammbino, con la sorella Cristina, seguì la famiglia paterna nel trasferimento in Sardegna. Nel 1979, i Pittoni si stabilirono a Giba dove nacque il fratello Matteo.
Nel 1997 Marco si arruolò nei Carabinieri. Superati brillantemente gli esami, ottenne il grado di Maresciallo. Quale Maresciallo fu destinato in Piemonte come istruttore presso la Scuola Allievi di Fossano. Fu poi assegnato per due anni alla Stazione Carabinieri di Lesa, in provincia di Novara e tre anni al Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Bitti, in provincia di Nuoro. Frequentò, successivamente, il corso per Ufficiali del Ruolo Speciale della “Scuola Ufficiali Carabinieri” di Roma, al termine del quale fu nominato Sottotenente. Assunse successivamente il Comando della Tenenza Carabinieri di Pagani, in sostituzione del Tenente Giuseppe Castrucci che era stato trasferito in Sardegna, quale Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Porto Torres. Nonostante i pochi mesi trascorsi nell’agro di Pagani, il Ten. Pittoni si era già fatto notare per la passione e la determinazione con la quale agiva quotidianamente.
All’atto del suo insediamento aveva ribadito la speranza di ricevere la collaborazione dei cittadini, affinché contribuissero, coi Carabinieri, nella risoluzione dei tanti mali che attanagliavano quel territorio. Molto riservato, amava agire piuttosto che parlare, dall’animo generoso e irremovibile nel suo lavoro, erano qualità che lo avevano fatto presto diventare un punto di riferimento per i cittadini che in lui nutrivano forti speranze. In diverse occasioni aveva mostrato compassione ed altruismo, doti preminenti della sua azione di Comando. Nel corso di un’operazione, ad esempio, constatò le condizioni di estrema povertà di una famiglia di Pagani e uscito da quell’abitazione vi fece ritorno pochi minuti dopo con una nuovissima bicicletta che aveva appena acquistato per il bambino con il quale si era intrattenuto a conversare.
Una persona forte, serena, radiosa – così come si evince dalle parole di chi lo ha conosciuto.
Il 6 giugno 2008 intorno alle 9,30, in abiti borghesi e in compagnia di un altro Carabiniere, il Tenente Marco Pittoni si recò nell’ufficio postale di Pagani (SA), quando improvvisamente, fecero irruzione tre rapinatori. L’Ufficiale, non estrasse la pistola d’ordinanza per non mettere a repentaglio le persone presenti, intimò ai malviventi di arrendersi, ma iniziò una colluttazione; uno dei rapinatori, armato di pistola sparò due colpi in direzione del Tenente Pittoni che, pur ferito gravemente, inseguì i rapinatori sino all’estremo delle proprie forze. I rapinatori fuggirono portando con sé un misero bottino, appena 3 mila euro!
Ricoverato nell’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore (SA) il Tenete Pittoni moriva a soli 33 anni, poco dopo una disperata operazione chirurgica.
La morte del giovane Ufficiale dei Carabinieri destò profonda commozione a Pagani e in tutta l’Italia, l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un messaggio al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Gianfrancesco Siazzu, scriveva: “Ancora una volta un luttuoso evento colpisce l’Arma dei Carabinieri impegnata quotidianamente nell’azione di prevenzione e contrasto alla criminalità. Il sottotenente Marco Pittoni è deceduto, nell’adempimento del dovere, per impedire una rapina sacrificando la propria vita a difesa dell’incolumità dei cittadini…”.
Il Presidente della Repubblica, in data 14 maggio 2009 conferì alla memoria del Tenente Marco Pittoni la Medaglia d’Oro al Valore Militare con la seguente motivazione:
“Con ferma determinazione, esemplare iniziativa e insigne coraggio, presente in abiti civili per indagini di polizia giudiziaria all’interno di un ufficio postale, non esitava ad affrontare due malviventi sorpresi in flagrante rapina e, senza fare uso dell’arma in dotazione per non compromettere l’incolumità delle numerose persone presenti, riusciva a immobilizzare uno di loro. Aggredito proditoriamente alle spalle da altro rapinatore, ingaggiava una violenta colluttazione, nel corso della quale veniva attinto da un colpo d’arma da fuoco. Benché gravemente ferito tentava di porsi all’inseguimento dei malfattori in fuga prima di accasciarsi esanime al suolo. Fulgido esempio di elette virtù militari e altissimo senso del dovere, spinti fino all’estremo sacrificio. 6 giugno 2008, Pagani (SA)”
Molte lettere e attestazioni di stima giunsero ai familiari: le lettere di chi lo ha conosciuto lo descrivono come «Un uomo e un militare con un coraggio e un senso del dovere superiori, con una fede forte che ha inciso profondamente nella sua vita». Quel senso di legalità che da subito il Tenente Pittoni cercò di trasmettere anche tra i più piccoli e che gli è infatti valso il nome di “Tenente dei bambini”. Nelle lettere degli studenti di Pagani si capisce che lo consideravano uno di loro e che rimarrà per sempre nei loro cuori, un esempio da seguire!
La lettera scritta dai genitori di un suo Allievo Carabiniere ai genitori di Marco, in cui espressero l’importanza delle sue parole e del suo operato per la formazione dei Carabinieri del Plotone, da egli comandato presso la Scuola Allievi Carabinieri di Fossano.
Le indagini dei Carabinieri portarono successivamente all’arresto di quattro persone, presunti responsabili, tutti giovanissimi, i primi tre vennero fermati il giorno dei funerali del Tenente. Due dei criminali erano ventenni, un altro coetaneo di Marco, il quarto, ancora minorenne, fu arrestato pochi giorni dopo, era figlio di un uomo ritenuto legato alla camorra locale, originari della vicina Torre Annunziata.
A seguito del processo penale conclusosi nel 2010 ai due ventenni, furono comminati 30 anni di carcere, 20 anni al quarto componente della banda, cui era stata affidata la funzione di palo. Mentre all’allora minorenne fu inflitta la condanna a 17 anni e 2 mesi di carcere.
Il sacrificio del Tenente Pittoni non è stato vano, a Marco Pittoni, Medaglia d’Oro al Valor Militare, oggi è intitolato, l’Istituto Alberghiero di Pagani, luogo di formazione e di cultura per le giovani generazioni. Per quei giovani ed il loro futuro in cui Marco credeva e con i quali sapeva parlare, guardandoli con occhi severi me carichi di speranza, egli si è immolato “Fulgido esempio di elette virtù militari e altissimo senso del dovere, spinti fino all’estremo sacrificio”.
A Marco è inoltre dedicato anche il Presidio di Libera ad Agropoli, in provincia di Salerno, ed altre opere pubbliche:
- Via “Tenente CC Marco Pittoni” presso il Polo Sportivo di Sondrio;
- Via “Marco Pittoni” a Giba;
- Via Tenente CC Marco Pittoni a Nocera Superiore (SA);
- Via Marco Pittoni a Castel San Giorgio (SA);
- Parco “Tenente CC Marco Pittoni” a Giba;
- Aula Studio preso Palazzo Vecchio a Roma;
- Caserma della Stazione Carabinieri di Giba;
- Caserma della Stazione Carabinieri di Morbegno (Sondrio)
- Aula Conferenze presso il Comando Legione Sardegna a Cagliari;
- Istituto Professionale per i servizi commerciali IPSAAR a Pagani;
- Piantumazione di n. 5 alberi presso “IL GIARDINO DEI GIUSTI” a Gerusalemme;
- Palasport Pittoni a Cava de Tirreni (SA);
- Palestra Ten. Marco Pittoni a Torre Annunziata (NA);
- Parco Pubblico Tenente CC Marco Pittoni a Sant’Egidio di Monte Alpino (SA);
- Presidio dell’associazione “Libera contro le mafie, Ten. Marco Pittoni” di Don Ciotti, ad Agropoli (SA);
- dall’11 novembre 2010, una sala del Centro Alti Studi per la Difesa con sede in Roma – Palazzo Salviati.
Sono stati concessi, alla memoria di Marco, vari premi da Associazioni e Fondazioni:
- Premio nazionale per l’impegno civile Marcello Torre (Sindaco di Pagani trucidato dagli uomini della camorra), dall’omonima associazione, nel 2008;
- Premio dall’Associazione ROTARY del Paul HARRIS FELLOW, nel 2008;
- Premio San Gaetano Errico sul tema a Marco Pittoni, nel 2008;
- Premio Gerbera Gialla a Reggio Calabria, nel 2009;
- Premio Bontà “Maria Pia Sulas” Carbonia
- Intitolazione della Sezione dell’Associazione Carabinieri in congedo di Calasetta (SU);
- Intitolazione della Sezione dell’Associazione Carabinieri in congedo di Sant’Antioco (SU);
- Intitolazione della Sezione dell’Associazione Carabinieri in congedo di Alba (CN);
- Intitolazione della Sezione dell’Associazione Carabinieri in congedo di Afragola (NA);
- Intitolazione della Sezione dell’Associazione Carabinieri in congedo di Ripe San Ginesio (MC).
Quello di Marco non era un buonismo di maniera, anzi. Sua sorella Cristina volle richiamare tutti a non dare letture facili di una personalità complessa, parlando di un giovane severo con sé stesso e con gli altri, rigoroso nel suo lavoro.
La signora Cristina ha rilasciato al Nastro Azzurro del Sulcis – Iglesiente le seguenti parole:
“Marco aveva un grande senso dell’onestà, che anteponeva sopra ogni cosa nella sua vita ed è per questo aspetto che vogliamo lo si ricordi: per i suoi valori, il suo indiscusso coraggio, e per il messaggio chiaro, che lui ha lasciato a queste terre, che non è né comodo, né indulgente, così come non lo era Marco. È un’eredità difficile e la verità che Marco ci ha lasciato è che ognuno di noi, per conquistarsi la propria libertà, è chiamato ogni giorno a fare delle scelte. Marco con la sua fermezza e il suo concetto della giustizia ci ha mostrato quanto è difficile essere fedeli ai propri principi, soprattutto quando il senso del dovere ci chiede di rinunciare ai nostri privilegi o alla nostra vita. Ma sopra ogni cosa ha voluto farci capire che tutti prima o poi saremo chiamati a decidere il percorso che vogliamo fare, e lui, quel giorno di giugno, ha scelto il suo senza esitazioni, senza scorciatoie, onorando quella divisa da Ufficiale dell’Arma che era stato chiamato a rappresentare e tutto il percorso della sua vita, fatto di sacrifici e di ostacoli superati con dignità.”
Le iniziative che il Nastro Azzurro dedicherà al ricordo della M.O.V.M. saranno le seguenti:
- gli studenti delle scuole Primaria e Secondaria di primo grado, su indicazione del Dirigente Scolastico e corpo docente, potranno partecipare ad un concorso per stimolare la creatività degli studenti sul tema dell’osservanza dei valori della Costituzione Italiana, delle regole legalità e civile convivenza e del senso del dovere, mediante:
- disegni o elaborati grafici altrimenti realizzati;
- composizioni scritte;
- elaborati audio/video;
- gli alunni potranno presentare lavori individuali, di gruppo, di classe o di interclasse da consegnare entro il 31 marzo 2023;
- conferenza presso la Sala Consiliare di Giba, per gli studenti delle scuole, da tenere il 24 febbraio 2023, dalle ore 10,00 alle 11,30;
- solenne cerimonia militare da svolgere il 21 aprile 2023, dalle ore 10,30, presso il Parco intitolato alla Medaglia d’Oro al Valor Militare, Tenente Marco Pittoni, con deposizione di una corona di alloro ai caduti; l’apposizione di una targa con fotografia e motivazione della concessione della M.O.V.M.;
- a Seguire, consegna ai familiari dell’Emblema Araldico dell’Istituto del Nastro Azzurro alla memoria della M.O.V.M. Tenente Marco Pittoni e premiazione degli elaborati migliori per categoria di concorso.
Lettera inviata alla famiglia Pittoni da parte della classe V A del Liceo di Pagani (SA). Gentile concessione Fam. Pittoni
La mia amicizia con Marco nasce e si consolida durante gli anni del secondo corso Allievi Marescialli dei Carabinieri intitolato alla memoria della M.O.V.M. Maresciallo Capo Marino di Resta, alla cui frequenza fummo ammessi a seguito di vittoria del concorso pubblico nel mese di settembre del 1997. Già durante la severa selezione si era intuito che quello che ci attendeva non sarebbe stata una passeggiata, eppure malgrado ciò l’impatto con la nuova realtà di allievo fu estremamente duro. La nostra vita subì una vera rivoluzione copernicana con relativo stravolgimento radicale delle nostre abitudini consolidate, per due anni avremmo vissuto giornate in cui ogni momento sarebbe stato scandito da impegni pianificati nel dettaglio in funzione dell’ottimizzazione dell’attività addestrativa: una formazione universitaria, integrata da materie d’indirizzo professionale, addestramento formale, al combattimento e attività ginnica con relativi numerosi esami e per soprammercato vari ed onerosi servizi di caserma distribuiti nell’arco delle 24 ore. Tutto questo naturalmente richiedeva a dei ventenni severe rinunce e spirito di sacrificio non comuni. Onestamente non fu per niente facile, prova ne sia che nelle prime settimane ci furono numerose dimissioni volontarie. Anche Marco faticò, questo senza alcun dubbio. Tuttavia essendo molto maturo per la sua età approcciò all’esperienza con molto equilibrio. Ritengo inoltre che sia doveroso sottolineare un aspetto fondamentale: la scelta di arruolarsi nell’Arma fu per lui il frutto di profonda riflessione. Dico questo perchè da figlio di carabiniere certamente conosceva bene avendole vissute attraverso l’esperienza paterna, le innegabili soddisfazioni ma anche le difficoltà e le incertezze intrinseche a questa professione. Per quanto pesanti potessero essere lo studio, l’addestramento e dura la disciplina, accettava il fatto non con passiva rassegnazione ma con serena determinazione avendo la certezza che il tutto era utile a forgiarci dandoci quelle basi utili per affrontare le sfide del nostro futuro professionale di Marescialli dei Carabinieri. Era sicuramente uno studente brillante. Aveva un’ottima formazione liceale ed era dotato di una cultura vasta e approfondita che curava costantemente. Ma soprattutto era umile, non si sentiva mai arrivato e pertanto amava imparare e mettersi in discussione in funzione del miglioramento personale. Dotato di spirito riflessivo, non parlava mai a caso o per mettersi in evidenza, ma quando si esprimeva lo faceva sempre concisamente e con cognizione di causa. La lealtà e il valore dell’amicizia erano in lui profondamente radicati e questo, nonostante egli abbia concluso il suo cammino terreno da quindici anni lo ha indissolubilmente legato a noi per sempre oltre le dimensioni del tempo e dello spazio |
Lettera inviata alla famiglia Pittoni dal Luogotenente Maurizio Ulargiu. Gentile concessione Fam. Pittoni
Lettera dei genitori di un allievo Carabiniere della Scuola di Fossano. Gentile concessione Fam. Pittoni.
Marco carissimo, stimato amico, il tuo ricordo sempre rievoca i momenti più lieti e i periodi più spensierati.. Sei stato uno degli amici più leali e sinceri, affidabile compagno di studi che riservava sapienti consigli quando le lezioni della scuola, ma anche la vita di ogni giorno, apparivano particolarmente complicate. Marco caro tu avevi sempre la combinazione giusta. Quando noi compagni di classe, ignoravamo qualcosa durante un’interrogazione, e accadeva di frequente, voltavamo il capo verso il tuo banco, certi che avresti dato il giusto suggerimento senza farti neanche scoprire!! Tu sapevi sempre tutto ma non alzavi mai la mano per parlare come fanno i classici secchioni: eri umile e forse anche un po’ timido, aspettavi di essere interpellato e solo allora ne uscivi con tutte le tue nozioni. Tornando molto indietro nel passato, mi capita spesso di ripensare a quando, in quinta elementare, la maestra ci diede come compito un tema dove dovevamo descrivere il nostro concetto di “Educazione”. Non ho ricordo alcuno di come io sviluppai quel tema, ma mi ricordo che il tuo venne letto dalla maestra di fronte a tutta la classe. Tu dicesti che disciplina, pacatezza ma anche severità erano, secondo te, misure educative indispensabili affinchè si potesse forgiare il carattere di un individuo. Le tue parole, furono allora, e lo sono tutt’ora, motivo di profonda riflessione anche perché tu non le hai mai tradite ma anzi ne hai fatto il perno della tua vita. Amico caro se solo quei disgraziati ti avessero conosciuto un poco, mai avrebbero potuto fare con tanta leggerezza quello che hanno fatto!! |
Lettera di Sara Maria Gambula, compagnia di scuola. Gentile concessione Fam. Pittoni.
*Col. Attilio Burdi, Colonnello della riserva, Vicepresidente Federazione Provinciale Sulcis – Iglesiente dell’Istituto del Nastro Azzurro.
*Dott. Giorgio Madeddu, Federazione Provinciale Sulcis – Iglesiente dell’Istituto del Nastro Azzurro e collaboratore CE.S.VA.M.