Piacentini Decorati al Valor Militare 1793 -1993

  

 

 

É per me, quale Presidente della Federazione di Trieste dell’ISTITUTO del NASTRO AZZURRO, motivo di grande soddisfazione e di legittimo orgoglio poter finalmente presentare, dopo cinque anni di trepida arresa, la pubblicazione di questo Albo dei Decorati al M.V di Trieste, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, che viene a concretare una nostra vecchia, e mai sopita, aspirazione, oltre ad essere un nostro preciso obbligo statutario.

 

Non ci mancava certo la buona volontà di lavorare per una tale realizzazione; quello che non si era ancora risolto era il problema del “come”. Mancava una chiara visione delle possibili strade da seguire. Dobbiamo ringraziare il Segretario della Federazione Gen. Lionello Ferluga che ha riproposto il problema, dandogli nuova forza vitale coll’adombrare l’ipotesi che fosse possibile risolverlo ricorrendo alle sole Gazzette Ufficiali. Come si spiega in altra parte del volume, tale tesi si rivelò soltanto parzialmente fondata, ma aveva avuto il pregio di impegnarlo già tanto a lungo ed ampiamente nel lavoro di ricerca da rendergliela irrinunciabile. Ciò costrinse a ricercare sempre nuove fonti di integrazione del lavoro compiuto portando ad un risultato più che soddisfacente, anche se non di assoluta completezza. Cosa questa che, in lavoro così ampio riguardante ogni Forza Armata, e su un arco di tempo così esteso sarebbe, comunque, praticamente impossibile conseguire a chiunque. Non è da escludere, infatti, che in seguito si rilevi la necessità di pubblicarne una qualche integrazione.  E sarà bene che chi dovesse rilevare possibili lacune ci fornisca subito il materiale per avviarle alla prima occasione.

 

A questo punto mi pare doveroso rendere atto dell’enorme lavoro compiuto dal Gen. Ferluga, non solo per raccogliere ed ordinare tutto il materiale riportato in questo Albo, ma anche per la cura certosina posta nel definire, fino nei minimi particolari, pure la composizione formale di ogni singola pagina, dalla prima all’ultima

 

L’estensione territoriale della Provincia di Trieste da noi considerata in quest’opera è quella storicamente esistente fino al trattato di pace che ha concluso il 2° conflitto mondiale, inclusi Grado ed il Monfalconese, successivamente compresi nella provincia di Gorizia, ed il Carso fino a Postumia, attribuito dal trattato all’allora Iugoslavia. Ma non potevamo ignorare quella parte della nostra regione costituente le provincie di Pola e Fiume, e la Dalmazia, i cui decorati, diversamente, non sarebbero apparsi in alcun Albo del nostro Istituto.

 

Il duro, ma appassionante ed appagante, lavoro di ricerca di dati da disparate fonti, reciprocamente integratesi, non poteva non commuovere e non farci sentire orgogliosi figli della nostra Italia nel venire a contatto dei tanti – a volta incredibili – atti di valore compiuti dalla nostra gente. E non intendo riferirmi soltanto agli estremi eroismi delle Medaglie d’Oro, quasi tutti già ben noti, ma, ad esempio, di quel volontario irredento, soldato semplice, decorato di Medaglia d’Argento, che dopo aver fatto volontariamente parte di un drappello incaricato della distruzione dei reticolati nemici con tubi esplosivi, rischiosissima impresa che costò gravi perdite, ripeteva l’operazione da solo la sera ed il mattino seguente, partecipando infine alla conquista delle trincee nemiche col reparto d’assalto cui volle essere assegnato per la circostanza; o del caporalmaggiore, pure Medaglia d’Argento, che, visti cadere dapprima il suo sottufficiale e poi il comandante di plotone, assumeva d’iniziativa il comando del reparto, trascinandolo al contrattacco per la riconquista di un caposaldo, dove resisteva strenuamente ad attacchi nemici, incurante delle ferite riportate; o, ancora, di quel nostro semplice marittimo che, imbarcato su nave mercantile requisita, adibita a trasporto truppe ed improvvisamente silurata nella notte, con estremo sprezzo del pericolo riusciva a salvare tanti giovani soldati (che potevano essere suoi figli) impietriti di fronte ad un elemento infido come un mare in burrasca, che essi forse non avevano mai visto prima.

 

 

Questo lavoro comprende gli atti di valore compiuti dai nostri conterranei in tutti i conflitti armati in cui è stato impegnato il nostro Paese: guerre vinte e guerre perse, senza differenziazioni di sorta. Qualcuno poi vorrà aggiungere la distinzione, oggi in auge, fra guerre “giuste” ed “ingiuste”, ma la cosa non ci riguarda. Perché le guerre sono decise e proclamate dai governi, e noi qui non evidenziamo l’opera dei governi ma il comportamento dei combattenti, ai quali nessuno ha mai chiesto quale fosse il loro parere. Loro spettava soltanto di combattere. E lo hanno fatto bene, da uomini valorosi amanti della Patria, meritandosi i giusti riconoscimenti qui raccolti. Questo è ciò che importava a noi rilevare e far ricordare. Perché con questo Albo noi vogliamo dare alle nuove generazioni la possibilità di conoscere quanti e quali prodigi di valore abbiano saputo compiere i loro padri, fino a quale punto essi abbiamo saputo amare questa nostra Patria comune.

 

 

Concludo con una considerazione: A chi, leggendo o facendo ricerche, o altro, per qualsivoglia moti­ vo, su questo Albo, alla lettura delle motivazioni delle ricompense non si sarà commosso o non avrà trovato motivo per sentirsi orgoglioso di essere italiano, sarà da ricordare quanto scritto all’ingresso del Sacrario di Redipuglia:

 

 

 

 

 

O viventi

che uscite

se non vi sentite

più sereno

e più gagliardo

l’animo

voi

sarete qui venuti

invano.

O viventi

che uscite

se per voi non duri

e non cresca

la gloria

della Patria

noi

saremo morti

invano.

 

Ten. Col. T.O. Gr. Uff. Tullio Delise