LE UNITA’ SPECIALI NELLA GUERRA DI LIBERAZIONE

  

In seguito alle vicende politico-militari che seguirono l’8 settembre, che profondamente modificarono le prospettive di lotta ed “allo scopo di un miglior impiego del personale e più redditizio sfruttamento delle armi e del materiale” – come comunicò il Generale Oxilia, Comandante della Divisione “Venezia” in un marconigramma al Comando Supremo italiano – furono sciolte le Divisioni “Venezia” e “Taurinense” ed il 2 dicembre 1943 si costituì in Pljevlja (Montenegro), la Divisione Italiana “Garibaldi”.

La “Garibaldi” operò in Jugoslavia dal ’43 al ’45’ inserita, come Unità dell’Esercito Italiano nell’Esercito Popolare Jugoslavo (E.P.L.J.) combattendo così ii nazifascismo. Comandante era il Generale Oxilia, Vice Comandante il Generale Vivalda, Capo di Stato Maggiore ii Ten. Col. Ciglieri.

La Divisione comprendeva il Comando con un reparto scorta: quattro Brigate composte da alpini della Divisione “Taurinense” e da soldati della Divisione “Venezia” cui si aggiunse, ai primi di agosto del 1944 una nuova brigata la V, al comando del Cap. Angelo Graziano; un reparto di artiglieria; un ospedale. Ciascuna Brigata aveva una forza complessiva di 1.300 uomini.

Alle dirette dipendenze operative del Comando Korpus Jugoslavo andarono: un Gruppo Carri Armati; un Gruppo di Artiglieria; un Autogruppo; un Battaglione Genio composto da elementi di ambedue le Divisioni.

La prova del fuoco venne subito dopo la costituzione della Divisione, quando i tedeschi svilupparono l’operazione Kügelblitz; quella che i partigiani jugoslavi chiamarono 6ª offensiva. Fu una delle più aspre tra quelle sostenute dall’Esercito

Popolare; i tedeschi diedero una spallata terribile ed ii “Generale Inverno” alleato con loro fece il resto. Alla 6ª seguì anche la 7ª offensiva, ma poi torno la primavera e la “Garibaldl” ebbe un pò di tregua.

Mentre la 2ª Brigata stava riordinandosi a Prosènye, la 1ª Brigata partecipò a varie piccole operazioni tendenti a riconquistare ii terreno perduto nella 7ª offensiva. In data 2 luglio 1944 assunse il comando della Divisione “Garibaldi” il Tenente colonnello Ravnic ed il comando della 1ª Brigata il Tenente Angelo Prestini; il 7 luglio l’Alpino Capitano Zavattaro Ardizzi ritornato dalla Bosnia assunse il comando della 4ª Brigata. I nuovi Ufficiali distintisi nelle dure offensive dell’inverno sostituirono la gerarchia precedente.

La prova del fuoco venne subito con l’8ª offensiva tedesca; l’operazione Draufgaenger (assaltatore) del V Corpo d’Armata da montagna SS. L’offensiva si sviluppò su più direzioni, con egual potenza; si poteva solo ritardare ma non fermare. Furono sedici giorni di lotta dura contro forze decisamente superiori, appoggiate dall’Aviazione; ma anche quest’offensiva si esaurì.

Si era ormai giunti a settembre del ’44, i russi avevano preso contatti con l’Esercito Popolare Jugoslavo e le prospettive andavano migliorando. Il 21 febbraio del ’45 arrivò l’ordine di concentrare la Divisione a Dubrovnik per rientrare in Italia e mai ordine fu eseguito con maggiore entusiasmo.

Un cenno particolare, per quanto riguarda le Unità Speciali che operarono nella Guerra di Liberazione, merita lo Squadrone “F”.

Inizialmente (dicembre 1943) questa Unità assunse la denominazione di “1° Reparto Speciale Autonomo”, successivamente (marzo 1944) quella di “Squadrone da Ricognizione F” (F sta per Folgore).

Comandato dal Capitano di Cavalleria Francesco Gay lo Squadrone era stato costituito essenzialmente con paracadutisti trovatisi in Italia meridionale all’atto dell’Armistizio.

I paracadutisti si presentarono volontari per operare a fianco degli Alleati e, fin dall’ottobre 1943, diedero inizio alla loro cobelligeranza con rischiose missioni oltre le linee. Nei primi mesi del 1945 lo Squadrone, con forza complessiva di circa 200 uomini, ebbe il delicato incarico di effettuare pattugliamento e ricognizioni sul fronte tedesco, in corrispondenza della zona di saldatura tra la 5ª Armata Americana e l’8ª Britannica.

Nel quadro dell’offensiva alleata dell’aprile ’43, in contemporaneità con la liberazione di Bologna, lo Squadrone “F”, assieme alla centuria “Nembo” costituita “ad hoc”, venne aviolanciato nella zona di Modena, Poggio Rusco, Mirandola.

Tratto da “LE FORZE ARMATE DALLA GUERRA DI LIBERAZIONE ALLA NASCITA DELLA REPUBBLICA 1943-1947” – Gen.C.A. Luigi Poli Prof. Gianni Oliva