SALVATORE PELOSI E GIUSEPPE PRESSATO – M.O.V.M. DI GIUGNO

  

PELOSI SALVATORE

Capitano di corvetta s.p.e. M.M.

Allievo dell’Accademia Navale di Livorno dal 1921, fu nominato guardiamarina nel novembre 1921 e prese imbarco sulla «Duilio». Fu poi sulla nave «Libia», dislocata in Estremo Oriente e, successivamente, venne assegnato al btg. italiano in Cina a Tientsin. Frequentato il corso superiore e promosso tenente di vascello fu imbarcato sul «Ricasoli» e sul «Pantera» come direttore del tiro indi sul «Bolzano» come ufficiale di rotta. Specializzatosi in artiglierie nel 1933, imbarcò sul Gorizia» quale direttore del tiro, e fu mobilitato per esigenze di carattere eccezionale in A.O. dall’ottobre 1935 al luglio 1936. Tenne successivamente il comando della flottiglia M.A.S. della Sicilia e, al comando di torpediniera, partecipò alle operazioni militari in Spagna. Promosso capitando di corvetta, ebbe il comando di vari sommergibili. All’inizio della 2ª guerra mondiale comandava il sommergibile «Torricelli», dislocato in Mar Rosso. Ferito nel combattimento del 23 giugno 1940, compì impresa che lasciò ammirati gli stessi nemici. Rimpatriato dalla prigionia, nel gennaio. 1945 a richiesta del Governo italiano per impiego, venne promosso capitano di fregata con anzianità 1942 e fu nominato Capo di stato Maggiore del Comando Superiore Sommergibili e successivamente Comandante Superiore dei Sommergibili. Nel 1948, dopo aver comandato il cacciatorpediniere «Oriani» fu promosso capitano di vascello e frequentò l’Istituto di Guerra Marittima. Dal dic. 1949 all’agosto 1951 fu Comandante della Marina in Somalia e poi Capo di Stato Maggiore del Dipartimento M.M. del Basso Tirreno. Comandante delle Forze Navali Costiere dal 1952 al 1953 e quindi Capo di Stato Maggiore della 2ª Divisione Navale, fu imbarcato sul «Duca degli Abruzzi» fino al luglio 1954. Capo di Stato Maggiore del Comando Militare Marittimo della Sicilia fino alla fine del 1956. Promosso contrammiraglio il 1° gennaio 1957, dopo aver frequentato il Centro Alti Studi Militari, fu Ispettore de1le Scuole del Corpo Equipaggi Militari Marittimi. Promosso ammiraglio di Divisione, ha comandato dal 3 maggio 1961 al 12 maggio 1962, le Forze Navali di Dragaggio e dal 20 maggio 1962 assunse il Comando Militare Marittimo Autonomo in Sicilia. Promosso ammiraglio di squadra il 14 gennaio 1964 e nominato Presidente della commissione Ordinaria di Avanzamento presso il Ministero Difesa – Marina. È deceduto a Roma il 24 ottobre 1974.


«Comandante di sommergibile dislocato in acque lontane ed insidiatissime, durante ardua missione svolta in condizioni ambientali oltremodo avverse, scoperto e sottoposto a prolungata caccia da parte di numerose siluranti, visto impossibile il disimpegno, emergeva accettando il combattimento in evidenti condizioni di inferiorità. Aperto il fuoco con il cannone e con le mitragliere, si impegnava in epica lotta a distanza ravvicinata contro tre cacciatorpediniere e due cannoniere. Lanciati anche i siluri, a corto di munizioni e con l’unità ripetutamente colpita, ed egli stesso ferito, decideva di salvare i suoi marinai ed affondava il battello che scompariva con la bandiera a segno salutato alla voce dal valoroso equipaggio. Nell’impari lotta, il sommergibile affondava un Ct. ed infliggeva danni alle rimanenti unità avversarie. Trascinato in mare dai marinai che si erano rifiutati di abbandonarlo era da loro stessi sostenuto allorché, in seguito alla ferita riportata, aveva perduto i sensi. Coloro ai quali egli aveva indicato la via dell’onore e del dovere ridavano in tal modo alla Nazione ed alla Marina uno dei suoi figli migliori affinché a questi fosse ancora concesso di operare per il bene della Patria. Magnifico esempio di uomo e di Ufficiale al quale lo stesso nemico ha tributato ammirazione e rispetto.» Mar Rosso Meridionale 21 – 22 – 23 giugno 1942

 

PRESSATO GIUSEPPE

Soldato 29° Reggimento Fanteria

Nacque nel 1915 a Torreglia (PD). Verso la metà degli anni trenta si trasferì per lavoro a Sesto San Giovanni, andando a lavorare come operaio presso la Breda Costruzioni Meccaniche. Tra il luglio e il settembre 1936 prestò servizio militare di leva ridotta. Il 2 giugno 1940 fu richiamato in servizio attivo e assegnato al 29° reggimento fanteria “Pisa”, della Divisione “Assietta”. Dopo il 10 giugno 1940 si trovò subito in zona di operazioni tra la Valle Sus e il colle Chabaud (2.229 m). Il giorno 21 fu incaricato di recapitare un messaggio, ma sul colle Chabaud venne investito dallo scoppio di una granata che gli procuró l’amputazione di alcune falangi della mano sinistra, e gravi lesioni alla mano destra. Invece di presentarsi ad un posto di medicazione, continuò la sua missione raggiungendo il comando di battaglione dove consegnò il messaggio, trasportato fino a quel punto tenendolo tra i denti, e svenendo subito per la grande emorragia in atto. Volle cedere il suo posto in ospedale ad un ufficiale gravemente ferito e per questo fatto fu insignito della M.O.V.M. a vivente, consegnatagli personalmente dal Principe di Piemonte. Congedato in seguito dall’esercito, dovette lasciare anche il suo posto di lavoro presso la Breda a causa delle lesioni riportate. Dopo la fine del conflitto fu assunto presso l’amministrazione provinciale di Padova, trasferendosi nella città capoluogo dove poi si spense.

«Esploratore di battaglione impegnato in combattimento, incaricato di recapitare al comandante di battaglione una comunicazione, attraversava con sereno sprezzo del pericolo una zona scoperta e battuta da intenso fuoco di artiglieria nemica. Avute ambo le mani quasi completamente asportate da una scheggia di granata, raggiungeva ugualmente il comandante di battaglione, portandogli il biglietto fra i denti. Giunto al posto di medicazione ed esausto per l’eccessiva perdita di sangue, rifiutava di essere trasportato in barella, per dare la precedenza al trasporto di un ufficiale gravemente ferito. Sublime esempio di alto sentimento del dovere e di spirito di sacrificio. Colle Chabaud, 22-23 giugno 1940