MUOVERE ALL’ATTACCO
25 maggio 1942
Buona Sera. TERI, a Trafalgar Square, si sono adunati 50.000 I cittadini per chiedere al governo una pronta azione militare su vasta scala sul Continente. Gli oratori, rappresentanti le fazioni estreme della classe operaia, hanno avuto parole acerbe contro il governo di Churchill per la sua apparente inazione; e la folla, composta di cittadini di tutte le categorie sociali, che gremiva la vasta storica piazza nel centro di Londra, ha entusiasticamente applaudito. A due passi dal luogo del comizio, erano visibili le tracce dei bombardamenti aerei dai quali per quasi un anno, notte e giorno, Londra è stata tormentata. Per un raggio di una ventina di chilometri, migliaia di case abbattute, miliardi di danni. Ed ognuno dei 50.000 citta- dini ieri a Trafalgar Square avrebbe potuto portare una testimonianza vissuta di quegli eventi, svoltisi quando la Germania non aveva perduto ancora la speranza di vincere la guerra distruggendo le città inglesi e terrorizzando la popolazione civile. Dopo oltre due anni e mezzo di guerra e di controblocco, se vi è una voce che si leva nelle pubbliche piazze contro il governo, è quella che esige di attaccare il nemico, di attaccarlo a fondo, di andarlo a scovare in casa propria. I 300.000 che ritornarono da Dunkirk, battuti e senz’armi, costituivano allora quasi tutto l’esercito di prima linea della Gran Bretagna. Oggi, questo è dieci volte più numeroso e perfettamente armato ed equipaggiato. Il popolo inglese è consapevole di questa forza immensamente accresciuta ed è trascinato all’impazienza. I rovesci di Grecia e di Singapore sono dimenticati. Non fa nulla se i giapponesi sono alle porte dell’India; se l’Australia è minacciata; se un grande esercito deve essere mantenuto nel Medio Oriente per compiti difensivi ed offensivi; se il nemico è accampato a Calais, a Flessinga, e minaccia di invadere l’isola. Non fa nulla. Il senti- mento del popolo è che bisogna muovere all’attacco.
Eppure si sa che i tedeschi hanno eretto un muro d’acciaio sulla costa occidentale del Continente. Si sa che i loro eserciti non sono ancora impegnati a fondo in Russia, e che sono eserciti numerosi, potenti, bene armati e ben comandati. Lo stesso, bisogna attaccarli e sgominarli.
Questo è lo stato d’animo della Gran Bretagna di oggi: di un paese che la stampa fascista descrive da anni come vecchio e decadente, demoralizzato ed affamato, al centro di un impero in completo sfacelo – mentre esaltava la giovinezza, il numero e la potenza degli italiani di Mussolini.
Direi quasi che stiamo per riabilitarci agli occhi degli italiani traviati dalla propaganda del regime. Ed il fascismo, che sente il pericolo di essere sopravanzato da noi in fatto di giovinezza, corre ai ripari. E chiede anche per l’Italia l’apertura di un secondo fronte: quello della Francia. Certo la Francia di Laval non è un nemico tanto temibile per l’Italia quanto lo sia la Germania per noi. Ma ognuno ha il nemico che può. E non è affatto colpa di Mussolini se la Francia è debole e se il potente Hitler è disposto a dargli una mano per fargli avere la Corsica, proprio come gli dette una mano quando si trattò di battere la Grecia. Buona Sera.