DON ALDO MORETTI E ANSELMO MARCHI – M.O.V.M. DI LUGLIO

  

MORETTI DON ALDO

Tenente cappellano, 40° reggimento fanteria.

Dodicesimo figlio di modesta famiglia friulana, conseguì nel 1931 la laurea in filosofia presso l’Accademia di S. Tomaso, nel 1932 quella di teologia presso l’Università Gregoriana, nel 1935 la licenza di specializzazione in studi biblici (S. Scrittura) presso l’Istituto Biblico, in Roma. Fu nominato nel 1935 insegnante di S. Scrittura nei corsi teologici del Seminario arcivescovile di Udine e supplente di filosofia teoretica. Nel 1937 cominciò a svolgere attività culturale fra il laicato colto e nell’anno seguente venne nominato assistente ecclesiastico del Movimento laureati cattolici. Dopo la dichiarazione di guerra, avendo l’Ordinariato militare richiesto anche all’Arcivescovo di Udine un contingente di cappellani militari. egli si offrì di farne parte ed il 6 luglio 1940 fu chiamato in servizio. Destinato quale cappellano di mobilitazione al 68° ospedale da campo del C.A. (Corpo d’Armata) in A.S. (Africa Settentrionale) vi giunse il 22 luglio; quindi fu trasferito alla 24^ sezione di sanità della Divisione “Bologna” ed infine al 40° reggimento fanteria “Bologna” sul fronte di Tobruk. Ferito gravemente nel combattimento ad oriente della città il 26 novembre 1941, venne raccolto dal nemico sul campo e ricoverato prima nel 62° ospedale inglese in Tobruk e poi nel 19° ospedale generale di Geneifa, sul canale di Suez. Alla fine di marzo del 1942 venne aggregato ad un contingente di grandi invalidi e di personale sanitario da rimpatriare per scambio di prigionieri e il 12 aprile sbarcò a Brindisi. Nel gennaio 1943 fu collocato in congedo assoluto per le mutilazioni di guerra e riprese la sua normale attività. Nel settembre 1943 dopo la dichiarazione dell’armistizio si dedicò all’assistenza dei deportati che transitavano con ritmo serrato sui treni diretti in Germania, nonché dei fuggiaschi che riuscivano ad evadere. La tragica situazione lo spinse alla lotta clandestina di resistenza e venne nominato dalle Autorità religiose cappellano delle formazioni patriottiche verdi cioè delle Brigate – poi Divisioni – “Osoppo-Friuli, che contribuì ad organizzare. Dopo la liberazione, dall’aprile 1945 riprese l’insegnamento di S. Scritture nel Seminario. Dal 1945 al 1948 fu assistente ecclesiastico dei laureati cattolici e degli universitari della FUCI. (Federazione Universitaria Cattolica Italiana). Dal 1947 al 1955 fu delegato arcivescovile dell’Azione Cattolica e delle Opere Cattoliche. Dal 1955 al 1962 fu direttore della Scuola Cattolica di Cultura. Dal 1961 è canonico teologo del Capitolo metropolitano di Udine e continua l’insegnamento biblico in Seminario.  E’ morto a Udine il 26 luglio 2002

“Cappellano militare presso un reggimento di fanteria impegnato in aspri combattimenti, si prodigava al di là di ogni umana possibilità, a capo di squadre portaferiti, per raccogliere ed assistere numerosi feriti sotto violento fuoco avversario. Mentre assolveva la sua pietosa missione riportava gravissime ferite ad una mano e ad una gamba. Pur stremato di forze rifiutava ogni soccorso fino a quando non si era assicurato che non vi fossero accanto a lui altri feriti da raccogliere. Catturato quasi privo di sensi, e trasportato in ospedaletto da campo, appena in grado di farlo, riprendeva la sua missione a conforto dei compagni connazionali. Rimpatriato come mutilato, appena iniziata la lotta di liberazione contro i germanici nel Friuli, si prodigava, con grave pericolo, nell’organizzare, guidare ed assistere le formazioni partigiane del Gruppo Divisioni d’assalto Osoppo-Friuli. Magnifico esempio di ardente patriottismo e di sublime carità cristiana.” Africa Settentrionale, novembre 1941; Fronte della Resistenza, 1943-45.

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MARCHI ANSELMO

Tenente di Vascello s.p.e., reggimento «S. Marco» M.M.

Entrato all’Accademia Navale di Livorno nel 1938, nel settembre 1941 venne nominato guardiamarina. Partecipò dal giugno 1940 alla seconda guerra mondiale imbarcato prima sull’incrociatore “Trieste”, poi sul “Gorizia ed infine sulla torpediniera Sirio. Promosso sottotenente di vascello, frequentò, dal 1° febbraio 1942, la Scuola di osservazione aerea di Orbetello e conseguito il brevetto di osservatore prestò successivamente servizio nella 171ª squadriglia idrovolanti, nella 188ª ad Elmas, ed infine nella 146ª ad Olbia. Durante il servizio come osservatore ottenne il distintivo d’onore di secondo grado “ricognizione marittima”. Nel dicembre 1943 fu inviato al Dipartimento marittimo di Taranto e poi, a domanda, al reggimento Marina “San Marco”, ricostituitosi dopo l’armistizio dell’8 settembre. Comandò una compagnia di arditi del battaglione “Grado che nella primavera del 1944 entrò a far parte del Corpo Italiano di Liberazione.

Comandante di compagnia, da lui portata ad alto grado di coesione e di tonalità spirituale, ricevuta la missione di proteggere il fianco ed il tergo di due compagnie lanciate al contrattacco, anziché assolverla da fermo come gli era stato ordinato, con audace iniziativa e superbo slancio, scattava egli stesso alla testa dei suoi uomini e travolgeva il nemico antistante. Non pago di questo successo si spingeva ancora più innanzi con una pattuglia esplorante e con brillante colpo di mano sloggiava un nucleo nemico da una casa, catturando prigionieri. Sul punto di proseguire, cadeva, falciato da una raffica di mitragliatrice. Fulgido esempio di eccelse virtù militari e di dedizione alla Patria. – Belvedere Ostrense, 21 luglio 1944.