IN RICORDO DI ALBERTO LECIS AD UN ANNO DALLA SUA SCOMPARSA

  

Presidente della sezione di Cagliari, non esitò a chiamarmi per complimentarsi e conoscermi di persona quando venne pubblicato il mio studio araldico sull’emblema dell’Istituto: nacque così un’amicizia fatta di stima reciproca ed interessi comuni.

Alberto era una persona che amava la Storia ed ha trascorso l’intera sua vita a raccogliere, custodire, spesso salvare, cimeli di guerra e testimonianze dall’oblio: non sopportava come tante persone non tenessero alla loro storia familiare ed ai loro antenati, spesso protagonisti di fatti eroici, sbarazzandosi con superficialità di medaglie, berretti, divise.

Nelle sue case di Cagliari e Lunamatrona così aveva archiviato con cura e precisione centinaia di reperti che riusciva a far rivivere raccontandoli agli altri, salvandoli da fini indegne ed era questa la sua missione che faceva coincidere con quella del nostro Istituto: non “un club dove giocare a carte” (testuali sue parole) ma il luogo del ricordo e  della memoria, della nostra Storia come parte integrante del nostro Futuro.

Appassionato di armi e loro fine conoscitore, durante il nostro ultimo incontro, mi mostrò con gioia una raccolta di rare agende storiche edite dalla Beretta salvate ancora una volta dalla discarica, ero prossimo a prendere servizio in Marina quale Ufficiale della Riserva Selezionata e mai avrei immaginato che non ci saremo più rivisti.

Ciao Alberto, spero che un giorno il sogno di far diventare la tua sterminata collezione un’esposizione permanente aperta al pubblico possa divenire realtà e grazie per tutte le volte che hai voluto coinvolgermi.

Eri orgoglioso del tuo servizio prestato in Marina e da marinaio sono certo che avresti apprezzato questi versi salati:

 Salmi 107:23-31

Quelli che solcano il mare su navi
e trafficano sulle grandi acque,
vedono le opere del SIGNORE
e le sue meraviglie negli abissi marini.
Egli comanda, e fa soffiare la tempesta
che solleva le onde.
Salgono al cielo, scendono negli abissi;
l’anima loro vien meno per l’angoscia.
Traballano, barcollano come ubriachi
e tutta la loro abilità svanisce.
Ma nell’angoscia gridano al SIGNORE
ed egli li libera dalle loro tribolazioni.
Egli riduce la tempesta al silenzio
e le onde del mare si calmano.
Si rallegrano alla vista delle acque calme,
ed egli li conduce al porto tanto sospirato.
Celebrino il SIGNORE per la sua bontà
e per i suoi prodigi in favore degli uomini.

STV (GM-Infr.) Cpl. Giovanni ONANO

 

                           02.06.2022: l’ultimo cimelio salvato da Alberto.