LUIGI CAVAGLIA’ E MARIO PAOLUCCI – M.O.V.M.

  

CAVAGLIA’ LUIGI

Soldato – 3° Reggimento Alpini, Battaglione “Val Pellice”

Appartenente a modesta famiglia di contadini, fu chiamato alle armi per il servizio di leva nel marzo 1940. Destinato al btg. «Val Pellice» del 3° reggimento alpini, partecipò, nel giugno successivo, alle operazioni di guerra svoltesi alla frontiera alpina occidentale. Rientrato al deposito e trattenuto in servizio, nel gennaio 1942 partì col btg. per l’Albania. Per il suo comportamento anche in precedenti azioni venne proposto per la promozione a caporale.

“Porta arma tiratore di una squadra mitraglieri nella fase più cruenta di un combattimento per la conquista di importante testa di ponte portava la propria arma in posizione avanzata per combattere più efficacemente il fuoco di bande nemiche. Gravemente colpito mentrem falciava col tiro le fanterie avversarie si accasciava svenuto. Ripresi quasi subito i sensi, in un supremo sforzo di volontà, teso oltre la morte che sentiva prossima, rifiutava ogni soccorso e chiedeva nuove munizioni. Ottenutele, con la sola mano restatagli valida, sparava ancora sul nemico obbligandolo a retrocedere fin quando lo spasimo sopportato lo faceva nuovamente svenire. Spirava appena trasportato al posto d medicazione” – Ovcji Brod (Croazia), 14 aprile 1942

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PAOLUCCI MARIO

Camicia nera, gruppo «Tagliamento»

Di famiglia marchigiana emigrata tn Svizzera, dopo avere assolti gli obblighi di leva come fante, si stabiliva a Milano dedicandosi ad attività politica. Arruolato a domanda nel novembre 1941 nella 24ª Legione CC.NN. «Carroccio», ottenne di essere mobilitato come semplice camicia nera. Nel marzo 1942 fu trasferito alla 75ª compagnia complementi in addestramento a Cesenatico per il gruppo CC.NN. «Tagliamento» del raggruppamento «3 Gennaio» dell’«A.R.M.I.R.». Giunto al fronte russo nell’aprile successivo, fu destinato al LXXIX btg. CC.NN. d’assalto.

«Insofferente di attesa, pur essendo ufficiale in congedo, si arruolava come semplice gregario. Sempre volontario nelle azioni più rischiose, durante violento combattimento, si lanciava all’assalto di munite posizioni a colpi di bombe a mano, esempio e incitamento a tutti i compagni. Gravemente ferito al braccio destro, non desisteva dalla azione continuando a combattere con leonino coraggio. Raggiunta la posizione avversaria e determinatosi un violento contrattacco, poiché scarseggiavano le munizioni, attraversava la zona battuta portando alcune cassette di rifornimento col solo braccio sinistro. Visto cadere il proprio ufficiale, mentre più furiosa si scatenava la reazione nemica, prontamente accorreva per portargli aiuto. Colpito da raffica di mitragliatrice che gli immobilizzava anche il braccio sinistro, raggiungeva carponi l’ufficiale e afferratolo con i denti per un lembo della giubba, in un supremo sforzo, riusciva a trascinano, per breve tratto finché, colpito a morte, consacrava sul campo di battaglia il suo indomito eroismo. Schterowka (Fronte russo), 17 luglio 1942