LUIGI GORRINI E SIRIO (SILVIO CORBARI) – M.O.V.M. DI AGOSTO

  

GORRINI LUIGI

Sergente maggiore A.A., pilota

Arruolatosi volontario in Aeronautica nell’agosto 1937 quale allievo sergente pilota, fu inviato nel maggio 1938 alla Scuola pilotaggio di Parma e un mese dopo a quella di Pistoia. Frequentò, dall’agosto stesso anno, il secondo periodo di addestramento alla Scuola di Foggia ed infine, dal febbraio 1939, fu alla Scuola di perfezionamento della specialità caccia a Castiglione del Lago dove ottenne il brevetto di pilota militare e la promozione a sergente. Trasferito al 3° stormo C.T. nell’aeroporto di Mirafiori ed assegnato all’85ª squadriglia del 18° gruppo mobilitato per la guerra, partecipò nel giugno 1940 alle operazioni svoltesi alla frontiera occidentale, in Francia; nel settembre successivo a quelle svoltesi sulla Manica e sull’Inghilterra, facendo parte del Corpo Aereo Italiano «C.A.I.». Ferito in combattimento il 28 ottobre e ricoverato nell’ospedale di Gand, rientrò al reparto nel novembre seguente col grado di sergente maggiore. Dal gennaio all’agosto 1941 combatté in A.S. e, dopo un breve rimpatrio, in Grecia, dalla fine dello stesso anno. Rimpatriato nell’aprile 1942, tre mesi dopo, ritornava in A.S. Rientrato in Italia col reparto nel gennaio 1943, passò al 3° gruppo C.T. a Venaria Reale per fare poi ritorno al 3° stormo. Il 31 agosto, sul cielo di Napoli dopo aver abbattuto il 15° apparecchio nemico fu costretto ad atterrare fuori campo riportando avarie all’apparecchio e rimanendo ferito. Dal novembre 1943 al 25 aprile 1945 col 1° gruppo da caccia, combatté nei cieli del Nord Italia abbattendo altri 4 apparecchi e portando il numero delle sue vittorie in tre anni di guerra a diciannove apparecchi abbattuti singolarmente. Ammesso in servizio continuativo dal 1° agosto 1954, ebbe la promozione a maresciallo di 3ª classe con anzianità del 1953, a maresciallo di 1ª classe dal novembre 1960. Ha prestato servizio presso l’Aerobase di S. Damiano (Piacenza). E’ deceduto ad Alseno (Piacenza) nel 2014.

«Audacissimo cacciatore del cielo, già distintosi per l’abbattimento di due aerei avversari, faceva rifulgere ancora le sue eccezionali qualità di combattente indomito, attaccando sempre e dovunque il nemico. In 132 combattimenti aerei col fuoco inesorabile delle sue armi abbatteva numerosi grossi bombardieri e ne colpiva efficacemente un numero ancora maggiore, prima di essere a sua volta abbattuto. Salvatosi col paracadute, ustionato ma non domo, tornava con coraggio inesauribile ad avventarsi contro l’avversario continuando a conseguire brillanti successi con l’abbattimento e il danneggiamento di altri aerei. Ineguagliabile esempio di ardimento e di dedizione alla Patria. Cielo dell’A.S.I. – Egitto – Grecia – Italia, 3 giugno 1941 -31 agosto 1943

Altre decorazioni al Valor Militare:

Medaglia di Bronzo

«Pilota da caccia, partecipava a diverse azioni belliche. In particolari difficili condizioni di visibilità, di clima e di cielo concorreva in un duro combattimento all’abbattimento di diversi velivoli nemici. In successivo ciclo di operazioni, contrastava una incursione avversaria, abbattendo in fiamme un bombardiere nemico. Cielo della Francia, della Manica e dell’Africa Settentrionale, 13 giugno 1940-20 aprile 1941

Medaglia di Bronzo

«Pilota da caccia audace e valoroso, già distintosi in precedenti azioni, attaccava da solo due bombardieri nemici prima che questi riuscissero a giungere su un nostro importante porto di sbarco. con il fuoco preciso delle sue armi di bordo abbatteva uno di essi e colpiva efficacemente l’altro. Cielo di Bengasi, 29 maggio 1941

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CORBARI SIRIO (SILVIO)

Geniere, partigiano combattente

Operaio meccanico e noto nell’ambiente sportivo come giocatore di calcio, fu chiamato alle armi nel sett. 1942 e destinato al 1° rgt. Pontieri. In licenza di convalescenza alla data dell’armistizio, fu ingiustamente incolpato della uccisione di un milite e per sfuggire alla cattura fu costretto a rifugiarsi in montagna. Con un gruppo di giovani di diverse tendenze politiche costituì ben presto una formazione partigiana che da lui prese nome. Le gesta compiute in Romagna dal «Battaglione Corbari» giustificarono la caccia accanita che per lungo tempo venne data al suo comandante da parte dell’avversario. Catturato gravemente ferito, fu impiccato, insieme con Adriano Casadei, decorato di M.O. e ad Arturo Spazzoli, fratello della M.O. Antonio.

«Comandante di un battaglione partigiano da lui stesso costituito, terrorizzava con attacchi improvvisi e di estrema audacia i presidi nazifascisti della Romagna, creando attorno a sé fama di leggendario eroe, inesorabile contro ogni prepotenza ed oppressione. Decine di colonne motorizzate nemiche furono da lui sbaragliate, caserme e reparti nazifascisti furono da lui disarmati e costretti alla resa, villaggi e paesi occupati e liberati. Ferito durante uno scontro con forze preponderanti e catturato dal nemico, pagava col capestro il suo epico valore, concludendo la sua vita che fu simbolo di ogni ardimento e fiamma di amore per la Libertà e per la Patria.» — Cornio di Modigliana, 8 settembre 1943 – 18 agosto 1944.