Massimo Coltrinari. Il potere continentale ed il potere marittimo Tutto in divinire

  
  1. Tutto in divenire

Nella fase attuale delle relazioni internazionali, caratterizzata da un trend di frammentazione di potenza, i comportamenti, le attitudini, le vocazioni dell’Orso e della Balena permettono di immaginare dei modelli geopolitici di riallineamento (realignment) a livello regionale o globale[47]. Tali processi di macro-aggregazione rielaborano, rinnovandoli, valori culturali profondi, motivi etnici, aspirazioni religiose, legami e vincoli spaziali. Non è possibile, in questa sede, descrivere esaustivamente l’intera tipologia modellistica. Pertanto, a scopo esemplificativo e a beneficio della discussione, verrà proposto un unico modello, riferito all’area europea e denominato “di Germanizzazione”[48].

La teoria si basa su due assunti: lo sfaldamento dell’Unione Sovietica, che per la prima volta dopo secoli apre ampi spazi di azione verso est, e il riconoscimento in Europa di un unico pivot di potenza, la Germania. Sono state individuate quattro regioni geopolitiche, diversificate per livelli di sviluppo economico e distanza culturale da Mosca o Berlino: la Mitteleuropa (Benelux, Scandinavia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Austria, Svizzera, Italia, Slovenia e Croazia), i Balcani (Bosnia-Erzegovina, Serbia, Albania, Macedonia, Romania, Bulgaria, Grecia e Turchia), l’ex Urss europea (Baltici, Ucraina, Bielorussia e Moldavia) e il Caucaso e l’Asia centrale (Georgia, Armenia, Azerbaigian, Uzbekistan, Turkmenistan, Kazakistan, Tagikistan e Kirghizistan).

Il territorio tedesco, oltre a costituire il cuore dell’Occidente, è contiguo alle prime regioni e rappresenta un potenziale trait d’union con le repubbliche caucasiche e dell’Asia centrale (ex Turchestan russo) per il tramite etno-culturale della Turchia. Il modello proposto differisce dall’ottica di aggregazione istituzionalista, realizzata dall’Unione Europea fondata su un’architettura acentrata, simmetrica e multilaterale.

La realizzazione dei trattati di Maastricht implica, infatti, la questione di non poco conto del trade off tra deepening e widening, ovvero della discrasia tra  approfondimento dell’integrazione e processi di allargamento. In un frame work di minore rigidità normativa e non escludendo affatto il sistema di cooperazione posto dall’Unione, rafforzato dai vincoli atlantici, la Germania potrebbe diventare il fulcro di un modello di tipo stellare, egemonico, asimmetrico e mutibilaterale in grado si sviluppare vincoli e reti d’interazione senza la pesantezza e la complessità di un sistema istituzionalizzato.

Ma sono ipotesi che nell’immediato potrebbero essere smentite, ma che sottolineano come la geopolitica è in divenire costante ed occorre, a chi è nella fase di un percorso formativo ed educativo, essere sempre in grado di cogliere il pur minimo cambiamento in questo divenire.[49]