MARIO GIOVANNI SPOTTI E ITALO STAGNO – M.O.V.M. DI AGOSTO

  

SPOTTI MARIO GIOVANNI

Tenente cpl. cavalleria, reggimento «Lancieri di Novara»

Giovane animoso, già ne1 1919, appena sedicenne, tentò invano di raggiungere Fiume. Riconsegnato alla famiglia, terminava gli studi diplomandosi ragioniere. Ammesso nel nov. 1922 al corso allievi ufficiali di cpl. di cavalleria presso il Cd’A. di Milano, nel luglio 1923 fu promosso sottotenente e destinato al rgt. “Saluzzo”, fu congedato nel 1924. Trasferitosi a Torino e dedicatosi alla vita politica, raggiunse, un posto preminente nel campo corporativistico. Promosso tenente nel 1932. All’inizio della seconda guerra mondiale rinunziò all’esonero in relazione alle sue importanti mansioni e chiesto ripetutamente di essere richiamato fu destinato ai “Lancieri di Novara”. Raggiunto il rgt. in Russia nel luglio 1942 assumeva il comando del 2° squadrone, in assenza del titolare.

«Benché dispensato dal servizio militare, insistentemente chiedeva ed otteneva di essere destinato ad un reparto mobilitato. Attaccato e sul punto di essere travolto da forze soverchianti, si lanciava alla testa del suo squadrone alla carica, sgominando le prime schiere avversarie. Ferito, per rimanere in sella, si aggrappava al cavallo e continuava la lotta, dando, ai dipendenti esempio di sublime volontà ed eroismo. Caduto al suolo, col cavallo mortalmente colpito riusciva a risollevarsi. Circondato da elementi nemici, che gli imponevano di arrendersi, estratta la pistola, la baciava e ne scaricava il caricatore contro gli avversari. Poi, dopo aver un’ultima volta incitato il proprio squadrone, che ormai aveva respinto il nemico, cadeva colpito a morte inneggiando alla Patria. Q. 224,4 di Jagodnyi (Fronte russo), 22 agosto 1942

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STAGNO ITALO

Tenente cpl. 1° reggimento alpini «Cuneense»

Figura di primo piano nel Sindacalismo nazionale e funzionario del Ministero delle Corporazioni, dopo aver prestato servizio di prima nomina nel 7° reggimento alpini come sottotenente di cpl. nel 1937 e come richiamato per istruzione nell’ottobre 1939, fu promosso tenente dal 1° gennaio 1940. Il 2 ottobre 1941, richiamato per mobilitazione, raggiunse in zona di guerra il Comando della 7ª Armata. Trasferito poi nel giugno 1942 al 1° reggimento alpini della «Cuneense» ed assegnato a disposizione del Comando del reggimento, partì il 28 luglio per la Russia. Caduto prigioniero durante il ripiegamento dalle posizioni del Don, decedeva in campo di prigionia il 24 settembre 1947.

«Ufficiale addetto ad un Comando di reggimento alpino, sostituiva volontariamente, nel corso di un aspro combattimento, un comandante di plotone caduto. Durante dieci giorni di ripiegamento, si batteva sempre alla testa dei suoi uomini, con eroico slancio infliggendo al nemico, in successivi scontri, gravi perdite. In un’ultima azione, preclusa ogni via di scampo, dopo una disperata resistenza che s’imponeva alla ammirazione dello stesso avversario, veniva travolto e catturato. Durante dura e tormentosa prigionia serbava contegno superbo per virile fierezza, sdegnosa noncuranza di sopraffazioni e violenze, incrollabile amor patrio e generoso altruismo. Colpito da grave morbo soccombeva, debellato nella carne, ma non nel nobilissimo spirito. Fronte russo, 17 gennaio 1943-24 settembre 1947