Giovanni Riccardo Baldelli Regio Esercito Le Unità Albanesi

  

Un particolare poco conosciuto della Campagna di Grecia e che in qualche modo rientra nell’ambito degli ordinamenti del Regio Esercito, riguarda le unità albanesi che furono impiegate in operazioni con le Divisioni italiane.

Al momento dell’entrata in guerra le unità albanesi erano rappresentate da due Battaglioni mitraglieri contraerei, su rispettivamente quattro e cinque compagnie e quattro/cinque plotoni ciascuna, che prevedevano in organico per:

  • il I Battaglione:
  • 27 Ufficiali, 129 Sottufficiali e 1.003 uomini di truppa;
  • 4 quadrupedi da sella;
  • 1 autovetturetta;
  • 4 autocarri leggeri;
  • 67 mitragliatrici;
  • 14 biciclette;
  • il II Battaglione:
  • 32 Ufficiali, 151 Sottufficiali e 1.188 uomini di truppa;
  • 5 quadrupedi da sella;
  • 1 autovetturetta;
  • 5 autocarri leggeri;
  • 83 mitragliatrici.[1]

Oltre a questi due Battaglioni, militari albanesi erano previsti anche nel:

  • Comando Difesa Territoriale;
  • 1a e 2a compagnia mitraglieri da posizione;
  • 47a, 48a e 255a compagnia presidiaria;
  • Distretti militari di:
  • Tirana;
  • Scutari;
  • Durazzo;
  • Berat;
  • Korcia;
  • Reparti e Comandi del genio Militare;
  • Ospedali ed infermerie;
  • Direzione di Commissariato;
  • 26a compagnia Sussistenza;
  • compagnia Deposito del 26° Centro Automobilistico;
  • artiglieria di Corpo d’Armata;
  • DivisioniJulia” e “Centauro”.

A questi elementi si aggiungevano i seguenti Battaglioni assegnati quali terzo Battaglione delle Divisioni di fanteria italiane stanziate in Albania:

  • Battaglione di fanteria “Gramos”, assegnato al 47° Reggimento fanteria[2] della Divisione di fanteria “Ferrara” (23a), con una forza al 30 giugno del 1940 di 22 Ufficiali e 706 militari di truppa;
  • Battaglione di fanteria “Dajti”, assegnato al 48° Reggimento fanteria[3] della Divisione di fanteria “Ferrara” (23a), con una forza al 30 giugno del 1940 di 20 Ufficiali e 669 militari di truppa;
  • Battaglione di fanteria “Tarabosh”, assegnato al 3° Reggimento “Granatieri di Sardegna”,[4] con una forza al 30 giugno del 1940 di 20 Ufficiali e 513 militari di truppa;
  • Battaglione di fanteria “Tomori”, all’83° Reggimento fanteria[5] della Divisione fanteria “Venezia” (19a), con una forza al 30 giugno del 1940 di 15 Ufficiali e 636 sottufficiali e militari di truppa;
  • Battaglione di fanteria “Kaptina”, al 225° Reggimento fanteria[6] della Divisione fanteria “Arezzo” (53a), con una forza al 30 giugno del 1940 di 20 Ufficiali e 708 sottufficiali e militari di truppa;
  • Battaglione di fanteria “Korata”, al 226° Reggimento fanteria[7] della Divisione fanteria “Arezzo” (23a), con una forza al 30 giugno del 1940 di 28 Ufficiali e 732 sottufficiali e militari di truppa.[8]

Quattro batterie someggiate da quattro pezzi da 75/13 ciascuna, alimentate con personale albanese, risultavano assegnate:

  • la batteria Mathi al 3° Reggimento artiglieria alpina;
  • la batteria Vijosa al 30° Reggimento artiglieria “Lupi di Toscana”[9];
  • la batteria Seman al 19° Reggimento artiglieria “Venezia”[10];
  • la batteria Drin al 14° Reggimento artiglieria “Ferrara”.[11] [12]

Le formazioni organiche dei Battaglioni erano state rese identiche a quelle italiane, pertanto, le unità risultavano strutturate su:

  • Comando;
  • tre compagnie fucilieri su:
  • plotone comando;
  • tre plotoni fucilieri ciascuno su tre squadre fucilieri;
  • una compagnia mitraglieri su quattro plotoni da tre armi[13]

Con apposito provvedimento ordinativo, le mitragliatrici assegnate alle compagnie d’accompagnamento verranno ridotte da dodici a otto e, allo stesso tempo, sempre nella stessa circolare del Comando Superiore Truppe d’Albania, emanata l’11 luglio 1940, veniva disposta la costituzione in ciascun Reggimento di fanteria delle Divisioni “Ferrara”, “Venezia” ed “Arezzo”, di una compagnia mitraglieri da posizione su:

  • Comandante;
  • plotone comando su:
  • squadra comando;
  • squadra collegamenti;
  • squadra salmerie e carreggio;
  • quattro plotoni mitraglieri su 3 FIAT mod. 35, per un totale di 5 Ufficiali, 6 Sottufficiali, 146 militari di truppa, 6 quadrupedi da salma, 2 quadrupedi da tiro, 1 carretta e 1 bicicletta.

Le compagnie, che dovevano essere contraddistinte con il numero del Reggimento, erano, per un quarto della forza, alimentate con truppa albanese; un numero sufficiente per l’allestimento organico di uno dei quattro plotoni su cui ogni compagnia era ordinata.[14]

Le unità albanesi, con il proseguimento del conflitto subirono altre variazioni organiche, quale quella del 24 novembre 1940 con cui il Comando Superiore Truppe Albania (C.S.T.A.) prescrisse la formazione del Gruppo Battaglioni Albanesi Skanderbeg, agli ordini di un Ufficiale italiano già comandante della Guardia Reale Albanese e fatto rientrare precipitosamente dall’Italia per assumere tale incarico. Il Gruppo venne formato con i Battaglioni Gramos, Kaptina e Tomori, a cui avrebbero fatto seguito le altre unità dello stesso livello ordinativo.[15]

L’organico del Gruppo Battaglioni prevedeva:

  • un Comando Gruppo, su:
  • Comandante e Ufficiali del Comando (sette Ufficiali compreso il Comandante e due quadrupedi da sella);
  • plotone Comando articolato in:
  • Comandante;
  • squadra maggiorità;
  • squadra collegamenti e osservazione;
  • squadra servizi.

Il riepilogo numerico del plotone servizi prevedeva: 1 Ufficiale, 7 Sottufficiali e 48 quadrupedi per salmerie, 1 autovettura, 4 autocarri leggeri, 2 motocicli e 2 biciclette.[16]

Nel 1942 il C.S.T.A. formalizzò al Comando del IV Corpo d’Armata la proposta di trasformazione del Gruppo Skanderbeg in due Reggimenti di fanteria.

Nel particolare le proposte prevedevano la costituzione del:

  • 2° Reggimento, con i Battaglioni “Tarabosh” e “Dajti” e la batteria “Mathi”;
  • 3° Reggimento, con i Battaglioni “Kaptina” e “Tomori” e la batteria “Drin”.

Le compagnie Comando dei due Reggimenti si sarebbero dovuto costituire scindendo la compagnia Comando del Gruppo Battaglioni. Analogamente, le batterie di accompagnamento dei Reggimenti di fanteria sarebbero state costituite trasformando la batteria “Mathi” e la batteria “Drin”. Facendo poi affidamento sui componenti delle compagnie mitraglieri esistenti nel 1940, si sarebbero allestite le due compagnie mitraglieri Reggimentali.

Il 22 gennaio del 1942 il C.S.T.A. sanciva, dal 1° febbraio successivo, la costituzione dei due Reggimenti determinando, al contempo, l’inquadramento di queste unità nel IV Corpo d’Armata e variandone la denominazione in Reggimenti “Cacciatori d’Albania”, preceduta dalla numerazione ordinativa. Dal febbraio del 1942 era stato anche costituito l’Ispettorato delle Truppe Albanesi¸ diretto da un Generale di Divisione, a cui era affidata anche la responsabilità del settore e della zona di Scutari.[17]

Nel gennaio del 1943, le formazioni create nel 1942 e composte da personale volontario ritenuto, a torto, per affidamento ed aggressività migliore di quello della Milizia Fascista Albanese (M.F.A.), non brillarono per rendimento e slancio offensivo, come invece avevano fatto nel 1941 in occasione di alcuni combattimenti con i partigiani jugoslavi. Furono infatti sufficienti alcune perdite subite nel corso di alcuni rastrellamenti, effettuati nella zona di Valona, per demoralizzare i volontari, che ritennero il prefetto della città costiera e l’Alto Commissario Civile colpevoli di aver fornito informazioni ai partigiani locali sui loro movimenti.

Nel frattempo, il Luogotenente Generale pro-tempore recatosi a Roma per conferire con Cavallero chiese, forse con una scelta non coerente con la situazione politico-militare del momento:

  • l’istituzione della Gendarmeria Albanese che sarebbe stata destinata a sostituire i CC.RR.;
  • la costituzione di un 4° Reggimento “Cacciatori di Albania” e di una Brigata albanese, che avrebbe dovuto costituire il nucleo iniziale per la formazione di un’ipotetica Divisione albanese.[18]

La Brigata venne comunque costituita in Kosovo, a decorrere dal 1° marzo del 1943 e confermata il 6 aprile successivo su specifica sollecitazione del nuovo Luogotenente, Generale Pariani, con una struttura organica stabilita in:

  • Comando di Brigata, su
  • comandante e Ufficiali del Comando;
  • plotone Comando articolato in:
  • squadra comando;
  • squadra telefonisti e guardafili;
  • squadra servizi;
  • 1° Reggimento “Cacciatori d’Albania”;[19]
  • 4° Reggimento “Cacciatori d’Albania”.

La forza organica e le dotazioni materiali previste dalle Formazioni provvisorie di guerra di entrambi i Reggimenti stabilivano che l’unità fosse ordinata su:

  • personale e quadrupedi: 132 Ufficiali, 184 Ufficiali, 3.094 graduati e militari di truppa; 14 quadrupedi da sella per Ufficiale, 472 quadrupedi per salmeria e 100 quadrupedi da tiro;
  • veicoli: 2 autovetture, 6 motocicli, 34 biciclette e 50 carrette;
  • armamento di reparto: 144 fucili mitragliatori, 24 mitragliatrici e 8 cannoni da 65/17.[20]

Le tabelle organiche del Comando Brigata prevedevano invece:

  • personale e quadrupedi: 5 Ufficiali, 3 Ufficiali, 37 graduati e militari di truppa; 14 quadrupedi da sella per Ufficiale, 472 quadrupedi per salmeria e 100 quadrupedi da tiro;
  • veicoli: 1 autovettura, 1 autovetturetta, 1 autocarro pesante, 1 autocarro leggero, 2 motocicli e 2 biciclette e 50 carrette.[21]

Per dare continuità Nel Documento 69 è riportata la situazione organica relativa a personale, quadrupedi, veicoli e materiali di armamento dei Reggimenti albanesi.

È inutile sottolineare la quasi totale assenza di mezzi per il trasporto del personale, ancorché sulla carta, che denota come si facesse ancora totale affidamento, come per le unità di fanteria normale e quelle della M.V.S.N., al movimento di reparti a piedi.

[1]     Pietro CROCIANI, Gli albanesi delle Forze Armate Italiane (1939-1943), USSME, Roma 2001, pp. 57-61 e pp. 234-239

[2]     All’entrata in guerra il Reggimento ha in organico: Comando di Reggimento, compagnia comando, I, II e III Battaglione fucilieri, compagnia mortai da 81 e batteria armi d’accompagnamento da 65/17. A seguito degli eventi armistiziali dell’8 settembre il Reggimento si scioglie in Montenegro.

Franco DELL’UOMO e Rodolfo PULETTI, L’Esercito Italiano verso il 2000 – Storia dei Corpi – Volume primo, Tomo I, op. cit., p. 293

[3]     Inviato il 15 aprile 1939 insieme agli altri reparti della Divisione” Ferrara” (23a) in Albania partecipa all’occupazione del paese. Al 10 giugno del 1940 il Reggimento ha in organico: Comando, compagnia comando, I, II e III Battaglione fucilieri, compagnia mortai da 81 e batteria armi da accompagnamento da 65/17. A seguito degli eventi armistiziali dell’8 settembre il Reggimento si scioglie in Montenegro

Franco DELL’UOMO e Roberto DI ROSA, L’Esercito Italiano verso il 2000 – I Corpi disciolti – Volume secondo, Tomo I, p. 179

[4]     Dislocato in Albania assume la denominazione di 3° Reggimento Granatieri d’Albania (3° Reggimento “Granatieri di Sardegna”) tramutato poi in 3° Reggimento “Granatieri di Sardegna e d’Albania”. Il 28 ottobre 1940, all’inizio delle operazioni contro la Grecia, il Reggimento ha in organico: Comando di Reggimento, compagnia comando, I, II e III Battaglione fucilieri, compagnia mortai da 81 e batteria armi d’accompagnamento da 65/17. A seguito dell’armistizio dell’8 settembre 1943 il Reggimento, inquadrato nell’11a Armata, viene sciolto nella zona di Atene. Nel corso del conflitto il Deposito mobiliterà anche il XXXII Battaglione cannoni da 47/32 che si distinguerà sul fronte russo.

Franco DELL’UOMO e Rodolfo PULETTI, L’Esercito Italiano verso il 2000 – Storia dei Corpi – Volume primo, Tomo I, op. cit., p. 230

[5]     Sbarcato a Durazzo alla fine di aprile del 1939 viene dislocato ad est di Tirana. All’ingresso in guerra ha in organico: Comando di Reggimento, compagnia comando, I, II e III Battaglione fucilieri, compagnia mortai da 81 e batteria armi da accompagnamento da 65/17. All’atto dell’armistizio, unitamente agli altri reparti della Divisione, conduce la resistenza contro i tedeschi alleandosi con le forze partigiane jugoslave.

Franco DELL’UOMO e Roberto DI ROSA, L’Esercito Italiano verso il 2000 – I Corpi disciolti – Volume secondo, Tomo I, p. 253

[6]     All’ingresso in guerra ha in organico: Comando di Reggimento, compagnia comando, I, II e III Battaglione fucilieri, compagnia mortai da 81 mm e batteria armi d’accompagnamento da 65/17. Si scioglie in Albania, in seguito all’armistizio, il 12 settembre del 1943.

Franco DELL’UOMO e Rodolfo PULETTI, L’Esercito Italiano verso il 2000 – Storia dei Corpi – Volume primo, Tomo I, op. cit., p. 386

[7]     Il 10 giugno 1940 il Reggimento ha in organico: Comando di Reggimento, compagnia comando, I, II e III Battaglione fucilieri, compagnia armi da 81 e batteria armi d’accompagnamento da 65/17.

Si scioglie sempre in Albania il 12 settembre 1943, come il 225° Reggimento fanteria.

Franco DELL’UOMO e Roberto DI ROSA, L’Esercito Italiano verso il 2000 – I Corpi disciolti – Volume secondo, Tomo I, p. 385

[8]     Pietro CROCIANI, Gli albanesi delle Forze Armate Italiane (1939-1943), op. cit., pp. 26-27 e p. 61

[9]     Il 10 giugno del 1940 il Reggimento è ordinato su: un Gruppo da 100/17, un Gruppo da 75/27, un Gruppo da 75/13 e una batteria contraerei da 20/65 mod. 35. Ceduto a dicembre del 1940 il Gruppo da 75/27 al 13° Reggimento artiglieria e ricevendo da questo un Gruppo da 75/13. Nel gennaio del 1942 riceve poi un Gruppo da 100/17. Viene sciolto l’11 settembre 1943 dopo aver concorso alla difesa di Roma con il I e II Gruppo nella zona di Cerveteri, mentre il comando è dislocato a Brescia.

Franco DELL’UOMO e Roberto DI ROSA, L’Esercito Italiano verso il 2000 – I Corpi disciolti – Volume secondo, Tomo II, p. 115

[10]    A luglio del 1940, a più di un anno dal suo invio in Albania, il Reggimento ha in organico: Comando, Reparto Comando, I Gruppo da 100/17 (ricevuto dal 14° Reggimento artiglieria in cambio di un Gruppo da 75/27), II Gruppo da 75/18 mod. 34 someggiato, III Gruppo da 75/13, IV Gruppo da 100/17 (già I Gruppo), una batteria contraerei da 20/65 mod. 35. A maggio del 1942 cede il Gruppo da 100/17 al 159° Reggimento artiglieria. A seguito degli eventi armistiziali, partecipa con gli altri reparti della Divisione alla resistenza con i tedeschi, combattendo da ottobre del 1943 insieme ai partigiani jugoslavi. È sciolto il 1° dicembre 1943.

Franco DELL’UOMO e Roberto DI ROSA, L’Esercito Italiano verso il 2000 – I Corpi disciolti – Volume secondo, Tomo II, p. 97

[11]    Pietro CROCIANI, Gli albanesi delle Forze Armate Italiane (1939-1943), op. cit., p. 27

[12]    All’inizio delle ostilità, il 10 giugno 1940 il Reggimento ha in organico: Comando, Reparto Comando, I Gruppo da 100/17, II Gruppo da 75/18 mod. 34 someggiato, III Gruppo da 75/13, IV Gruppo da 75/27 e una batteria controaerei da 20/65 mod. 35. Si scioglie dopo gli eventi seguenti all’armistizio in Montenegro e ad Argirocastro in Albania (il gruppo da 100/17).

Franco DELL’UOMO e Roberto DI ROSA, L’Esercito Italiano verso il 2000 – I Corpi disciolti – Volume secondo, Tomo II, p. 89

[13]    Pietro CROCIANI, Gli albanesi delle Forze Armate Italiane (1939-1943), op. cit., p. 25

[14]    Ivi, pp. 62-63

[15]    Pietro CROCIANI, Gli albanesi delle Forze Armate Italiane (1939-1943), op. cit., p. 75

[16]    Ivi, pp. 252-254

[17]    Ivi, pp. 112-113

[18]    Pietro CROCIANI, Gli albanesi delle Forze Armate Italiane (1939-1943), op. cit., pp. 122-123

[19]    Il Reggimento venne costituito con Circolare 0014730/Ord. di SMRE Ufficio Ordinamento e Mobilitazione del 20 luglio 1941. Vedasi AUSSME Fondo M7 Circolari busta 443 fascicolo 2

[20]    Allegato 1 alla Circolare 097220/436 di SMRE Ufficio Ordinamento e Mobilitazione del 20 luglio 1941. Vedasi AUSSME Fondo M7 Circolari busta 443 fascicolo 2

[21]    Pietro CROCIANI, Gli albanesi delle Forze Armate Italiane (1939-1943), op. cit., p. 125, pp. 128-129 e pp. 299-303