LEONARDO MADONI E GIOVANNI CALABRO’ – M.O.V.M. DI SETTEMBRE

  

MADONI LEONARDO

Sottotenente di vascello s.p.e., osservatore marittimo

Ottenuto il diploma di capito marittimo presso l’Istituto Alfredo Cappellini di Livorno, il 23 ottobre 1933 veniva ammesso ai corsi dell’Accademia Navale come allievo ufficiale di complemento. Nominato guardiamarina il 20 ottobre 1935, dopo circa un anno di imbarco sul C.T. “Borea” fu inviato alla Scuola di osservazione aerea di Taranto dove conseguì la nomina di osservatore marittimo. Assegnato nel 1936 alla 185ª Squadriglia Osservazione Marittima dell’Aviazione dell’Egeo, due anni dopo, nel gennaio 1938, promosso sottotenente di vascello prestò servizio in successione sugli incrociatori leggeri “Luigi Cadorna e Eugenio di Savoia. Negli anni 1938-1939 frequentò il corso superiore presso l’Accademia Navale entrando poi nei ruoli del servizio permanente effettivo e destinato alla 183ª Squadriglia R.M. di Elmas. All’attò dell’entrata in guerra il 10 giugno 1940, si distinse in azione fin dai primi giorni di guerra come abile e coraggioso osservatore. Dall’agosto dello stesso anno prestò servizio presso la nella 143ª Squadriglia di stanza a Bengasi, sino al gennaio 1941 quando tornò in Italia. Assegnato alla 183ª Squadriglia dell’83º Gruppo Autonomo di base ad Augusta rimase gravemente ferito in combattimento il 26 settembre 1941. Soccorso dopo dieci ore in mare fu trasferito presso l’ospedale di Barce dove si spense il 4 ottobre 1941.

«Abilissimo, valoroso ed intrepido ufficiale osservatore, partecipava con oltre 400 ore di volo a numerosissime rischiose missioni belliche alturiere per la ricerca di navi nemiche. Durante una esplorazione a grande distanza dalla base, il suo velivolo veniva improvvisamente attaccato da un aereo nemico e costretto all’ammaraggio con i comandi tranciati. Colpito, fin dalla prima raffica, alla testa, alla gola e, alla spalla, nonostante il dolore lancinante e la perdita di sangue generoso dalle multiple ferite, organizzava la difesa contro il nemico che dallo alto per un’ora intera mitragliava il velivolo ormai inerme sul mare. Sotto le incessanti raffiche, con serena fermezza e altissimo senso del dovere, conscio che le forze lo avrebbero presto abbandonato, suggeriva al marconista le riparazioni da fare all’apparato radio per chiedere i soccorsi e determinava sulla carta il punto. Poi, mentre il velivolo affondava, e soltanto dopo che tutto l’equipaggio si era imbarcato, consentiva a farsi trasportare sul battellino di salvataggio. Durante dieci lunghe penose ore passate in mare in attesa dei soccorsi, il suo contegno sereno e fiducioso nella comune salvezza infondeva fede e conforto in tutti i suoi uomini. Trasportato alla base da un aereo di soccorso, decedeva dopo poche ore, pago di aver compiuto il suo dovere verso la Patria e di essere riuscito con il suo ultimo eroico sforzo di volontà, ad assicurare la salvezza degli uomini a lui affidati. Sublime esempio delle più alte virtù di comandante e di soldato, profondamente intese e virilmente dimostrate con l’estremo sacrificio. Cielo del Mediterraneo, giugno 1940-26 settembre 1941.

Altre decorazioni al Valor Militare:

Medaglia d’Argento

«Ufficiale osservatore a bordo di un velivolo r.m., partito in volo per la ricerca di un sommergibile nemico, nonostante le avverse condizioni atmosferiche, lo avvistava affiorante sul mare. Impartito l’ordine per una manovra atta ed immediata, lo bombardava da bassa quota affondandolo. Magnifico esempio di decisa volontà e di sereno sprezzo del pericolo. Cielo del Mediterraneo Centrale, 13 giugno 1940

////////////////////////

CALABRO’ GIOVANNI

Vicebrigadiere CC.

Allievo carabiniere nella Legione di Palermo nel 1926, nello stesso anno fu nominato carabiniere ed assegnato alla stazione di Falde (Palermo). Nel 1930 venne trasferito a domanda nella Legione di Padova, dove si meritò un encomio e dal 1933 a quella di Milano, dalla quale venne congedato per fine ferma. Richiamato nel maggio 1939 e promosso vicebrigadiere, dopo il corso di abilitazione, fu destinato, nel giugno 1940, all’85ª sezione, motorizzata mobilitata. Prese parte alle operazioni di guerra svoltesi alla frontiera occidentale, quindi passò nel dicembre. dello stesso anno al XIV btg. CC. “Milano” col quale partiva per la frontiera jugoslava.

“Aggregatosi per raggiungere la sua sede di servizio ad una autocolonna che veniva attaccata da preponderanti forze nemiche, dava prova di indomito valore. In fase assai critica, benché gravemente fe­rito, assunto il comando di pochi valorosi superstiti, persisteva in impari lotta a colpi di bombe a mano. Per favorire il ricupero di una mitragliatrice rimasta su un autocarro in fiamme, faceva utilizzare da due compagni il suo corpo ormai straziato dando loro il punto di appoggio per salire celermente sull’automezzo. In tale atteggiamento veniva colpito mortalmente. Esempio luminoso di assoluta dedizione al dovere.” Koasica Crumrl], 22 settembre 1942.