SANTORO FRANCESCO
Capitano s.p.e. A.A. r.n. pilota
Arruolatosi volontario nell’Aeronautica nel nov. 1928, conseguì nel febbr. 1930, presso la Scuola di Sesto S. Giovanni, il brevetto di pilota d’aeroplano e la promozione a primo aviere. Inviato nel marzo successivo alla Scuola di osservazione aerea fu promosso sergente e nominato pilota militare in giugno. Congedato nel dic. dello stesso anno, conseguì il diploma magistrale a L’Aquila nel 1933. Richiamato nel febbr. 1935 fu promosso sottotenente di cpl. ed inviato al 20° stormo R.T. per il servizio di prima nomina. Trattenuto in servizio partì volontario per la Spagna il 27 ott. 1936. Trasferito in s.p.e., fu promosso tenente nello aprile 1937, e tre anni dopo capitano, nel 9° stormo da bombardamento col quale entrò in guerra nel giugno 1940. Dal fronte occidentale passò, nel sett., in A.S. da dove rimpatriò pochi mesi dopo per grave malattia. Ripreso servizio nel febbraio 1941, fu assegnato allo S.M. dell’Aeronautica quale elemento costitutivo e vi rimase fino alla proclamazione dell’armistizio.
«Ufficiale di elette virtù militari, all’atto dell’armistizio si sottraeva alle imposizioni delle autorità tedesche e decideva di portarsi in territorio nazionale liberato per continuare ad adempiere con onore il suo dovere di soldato. Catturato in prossimità del fronte veniva sottoposto ad un giudizio sommario e condannato a morte perché in possesso di notizie sullo schieramento tedesco. Alle offese e alle violenze degli inquisitori reagiva con contegno altero e sprezzante, accogliendo con visibile fermezza la comunicazione della suprema condanna. Poco dopo, in audace tentativo di sfuggire ai suoi aguzzini veniva barbaramente trucidato. Badia di Sulmona, 23 ottobre 1943.»
Altre decorazioni: sottotenente in s.p.e. per m.g. (1935)
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CROLLALANZA GIACOMO
Capitano s.p.e. fanteria (Granatieri) – Partigiano Combattente
Di famiglia piacentina, uscì sottotenente in s.p.e. nel 1939 dall’Accademia Milanese di Modena e, frequentata la Scuola di applicazione, fu destinato al 3° reggimento granatieri allora dislocato in Albania. Entrato in guerra il 28 ottobre 1940 sul fronte greco-albanese si guadagnò un encomio dal Comando di reggimento e il 27 novembre dello stesso anno fu ferito in combattimento. Rimpatriato e ricoverato in vari luoghi di cura, rientrò al reggimento in Albania nell’aprile 1941 e nell’ottobre successivo fu promosso tenente. Rientrato in Patria nel maggio 1943 e ricoverato all’ospedale di Modena per un ulteriore intervento chirurgico, alla dichiarazione dell’armistizio fu catturato dai tedeschi, in treno mentre si recava in famiglia per trascorrere la licenza di convalescenza. Riuscito ad evadere raggiunse l’Appennino Emiliano dove costituì le prime formazioni partigiane del Parmense, delle quali divenne comandante col grado equiparato a tenente colonnello. Col nome di battaglia Pablo si rese noto in tutta la Val di Ceno. Iscritto nella Università di Parma nella facoltà di ingegneria, gli venne conferita nel 1946 la laurea ad honorem alla memoria.
“Fierissima tempra di comandante, nella lotta partigiana profondeva la fede antifascista, il leggendario suo coraggio, la giovanile baldanza e la somma delle sue alte virtù. Evaso dalla detenzione fascista, prima semplice partigiano poi comandante di distaccamento sabotatore, di battaglione e di brigata nella Val Ceno tutti superava per ardimento sublime e supremo sprezzo del pericolo che fecero di lui l’acclamato comandante di tutte le forze partigiane della provincia di Parma. Circondata ed attaccata di sorpresa la sede del Comando da soverchianti forze fasciste, mentre alcuni compagni cadevano sotto l’intenso fuoco, affrontava intrepidamente gli assalitori e cadeva colpito da raffiche di mitraglia. Il suo eroico sacrificio incitava i compagni alla riscossa e, quale luminoso simbolo, ispirava nel Parmense la lotta partigiana fino alla liberazione.” – Val Ceno, 12 maggio 1944; Bosco di Corniglio, 17 ottobre 1944.