ALESSIA BIASIOLO Decorati al Valor Militare a Brescia e provincia. Un albo d’Oro da scoprire

  

Decorati al Valor Militare a Brescia e provincia. Un Albo d’Oro da scoprire

 

Se Gabriele D’Annunzio è stato pluridecorato per l’audacia delle sue azioni in tempo bellico, anche altri decorati al Valore Militare si sono distinti se non in egual misura, certamente per altrettanti motivi validi.

È il caso, ad esempio, di Silvio Scaroni di Brescia, generale di Squadra aerea.

Decorato con la croce di Cavaliere Ufficiale dell’Ordine Militare d’Italia per le azioni sui cieli del Mediterraneo avvenute tra il settembre 1942 e il gennaio 1943, come: “Comandante l’Aeronautica della Sicilia, già distintosi in precedenti cicli operativi, in un intenso periodo di attività bellica, dava prova delle sue eminenti doti di capo e di organizzatore.

Con l’impiego geniale e sapientemente coordinato di tutti i mezzi a disposizione contribuiva efficacemente alla difesa del nostro traffico marittimo e aereo e non dava tregua ai convogli nemici in navigazione nel Mediterraneo, ai quali infliggeva ripetute, gravissime perdite. Nell’azione di contrasto allo sbarco anglo-americano sulle coste dell’A.S.I., intervenendo con decisione, tempestività e audacia conseguiva risultati di consistente valore che incidevano profondamente sull’efficienza delle forze avversarie”.

Il titolo di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia l’aveva ottenuto sempre durante la seconda guerra mondiale, tra il dicembre 1941 e l’agosto 1942 nel Mediterraneo centrale, perché “Comandante l’aeronautica della Sicilia, con azione di comando ferma e capace e con instancabile attività manteneva salda l’efficienza dei reparti e altissimo lo spirito degli equipaggi a malgrado delle dure prove subite in lunghi mesi di aspra lotta nei cieli di Malta e del Mediterraneo. Ne effettuava l’impiego con sapienza di criteri, intelligente iniziativa e audacia, conseguendo risultati brillanti e decisivi” (Regio Decreto del 18 ottobre 1942).

La nomea di Scaroni, tuttavia, è legata soprattutto alla sua azione aeronautica durante la Grande Guerra, quando meritò il prestigioso riconoscimento di secondo asso dell’Aviazione italiana.

Si appassionò al mondo del volo durante il Primo Circuito Aereo Internazionale di Brescia del settembre 1909. Passò al Servizio Aeronautico nel marzo del 1915, dopo essere stato arruolato nel Regio esercito nel 1913 come artigliere. Svolto l’addestramento a Pisa e conseguito il brevetto di pilota, e poi di pilota militare, fu promosso sergente pilota di ricognitori, assegnato in servizio presso la Quarta Squadriglia per l’Artiglieria che era stata formata all’aeroporto di Ghedi.

Pilotando velivoli G.3 effettuò 114 missioni in venti mesi per il comando della Terza Armata. La Medaglia di Bronzo al Valor Militare la ricevette per l’azione sul Basso Isonzo del 7 novembre 1915, quando: “Pilota d’aeroplano, coadiuvava l’osservatore nell’aggiustare il tiro di una nostra batteria, mantenendosi in volo per circa un’ora a soli cinquecento metri dal suolo, benché esposto al fuoco dell’artiglieria avversaria. Colpito l’apparecchio nell’elica e nel motore, con grande sangue freddo ed abilità, provvide a portarsi nelle nostre linee, atterrando in terreno difficile e battuto”.

Con la ri-denominazione dei reparti del 1916, Scaroni venne a trovarsi nella 44esima Squadriglia che operò intensamente sugli Altipiani nella primavera 1916 e poi tra San Martino del Carso e il mare Adriatico, in missioni di ricognizione aerea a favore del Settimo Corpo d’Armata. Erano comprese missioni di ricognizione fotografica, come per la Sesta battaglia dell’Isonzo tra il 4 e il 17 agosto 1916, che si concluse con la conquista italiana di Gorizia.

L’intensa attività di monitoraggio delle linee nemiche continuò da Gonars anche nel 1917 (sul Cielo di Temnizza meritò la Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione del 5 maggio 1917: “In venti mesi di servizio al fronte, dava sempre bella prova di arditezza e di perizia. Incaricato di condurre in volo un ufficiale per l’aggiustamento del tiro dell’artiglieria, benché il velivolo, fatto segno al violento fuoco dell’avversario, fosse ben presto colpito nelle parti più vitali, continuava il volo per assolvere completamente l’incarico ricevuto, finché, rimasto l’apparecchio colpito in pieno da una granata, riusciva, con mirabile calma ed eccezionale abilità, ad atterrare nel campo della squadriglia”) e durante la Decima battaglia dell’Isonzo tra il 12 maggio e il 7 giugno 1917.

Con 144 missioni al suo attivo, venne mandato alla Scuola di Volo della Malpensa per imparare a pilotare gli aerei da caccia. Trasferito alla 86esima Squadriglia caccia, raggiunse il reparto operativo nei giorni della battaglia di Caporetto, venendo poi assegnato alla 76esima Squadriglia caccia.

Meritò altre due Medaglie d’Argento al Valor Militare in quanto: “Ardito ed audace pilota da caccia, sprezzante di ogni pericolo, con saldo coraggio e fermezza d’animo, attaccava aerei avversari abbattendoli, dopo tenace lotta, nei pressi della prima linea nemica”, nei Cieli di Corbeltaldo (14 novembre 1917), di Castelfranco (17 novembre 1917), di Vidor (18 novembre 1917). E perché: “Ardito pilota da caccia, cosciente, audace ed infaticabile, affermava le sue salde virtù militari abbattendo in quarantacinque giorni sei apparecchi nemici” sul Cielo di Cornuda, a Noventa di Piave, Camalò, Musano, Pederiva di Biadene e Monte Melaga, operazioni avvenute tra il 5 dicembre 1917 e il 14 gennaio 1918.

Delle trenta vittorie che pare Scaroni abbia conseguito, 26 sono state confermate ufficialmente, tra Colbertado, San Donà di Piave, Vidor, Noventa di Piave e territori limitrofi, operando anche sul Montello e sopra Asiago.

Il Regio Decreto del 13 luglio 1919 assegnava a Silvio Scaroni la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione: “Pilota da caccia, maestro di valore ai valorosi, per trenta volte vincitore in splendidi duelli aerei, alla impareggiabile perizia accoppiò altrettanta audacia ponendo al proprio eroismo un solo limite: la vittoria. Costante esempio, a chi più opera e più sacrifica, di ancor più operare e ancor più sacrificare, tutte le energie della balda propria giovinezza votò alla Patria e più fulgida rese l’ultima vittoria carpita agli avversari bagnandola del suo stesso sangue generoso per grave ferita”. Medaglia ricevuta per i fatti avvenuti sul Cielo del Piave e del Brenta tra il 5 dicembre 1917 e il 12 luglio 1918.

Alla fine della prima guerra mondiale, Scaroni fece parte della Missione Militare Aeronautica in Argentina per promuovere l’industria aeronautica italiana. Oltre ad addestrare i piloti locali, Scaroni compì due voli tra Buenos Aires e Rosario e tra Buenos Aires e Cordoba.

Congedatosi nel 1920, venne richiamato nel 1923 nella Regia Aeronautica con il grado di capitano e poi divenne addetto aeronautico presso l’Ambasciata d’Italia a Londra. Venne inviato quindi come addetto aeronautico presso l’Ambasciata italiana di Washington nel 1925, dove venne promosso maggiore nel 1927, rientrando poi in Italia nel 1928 come tenente colonnello.

Di nuovo congedatosi, venne ancora richiamato in servizio nel 1932, assegnato alla Delegazione italiana alla Conferenza sul Disarmo capeggiata da Dino Grandi a Ginevra. Nel 1934 venne promosso colonnello e quindi nominato aiutante di campo del Re, fino al 1935. Quell’anno, dopo avere frequentato il Corso di Alti Studi della Scuola di guerra aerea di Firenze, Mussolini lo mandò a sostituire il colonnello Lordi al comando della Missione Militare Aeronautica Italiana in Cina, dove giunse con un prototipo del trimotore Savoia-Marchetti S.72.

In Cina, malgrado inizialmente l’avvicendamento non fosse stato preso bene, ottenne da Chiang Kai-shek il compito di visitare tutti i comandi e i reparti dell’aviazione cinese per poterne evidenziare i lati da migliorare.

Divenuto generale di brigata aerea per meriti straordinari, agli inizi della seconda guerra tra Giappone e Cina, Scaroni dovette lasciare il Paese e rientrare in Italia, dove venne nominato capo del Reparto Operazioni dello Stato Maggiore della Regia Aeronautica, poi diventando comandante della Divisione Aerea Speciale per l’Albania, quindi della Seconda Divisione Aerea Caccia Terrestre Borea con sede operativa all’aeroporto di Torino Caselle. Da lì partirono anche le operazioni di volo di Scaroni contro la Francia durante la seconda guerra mondiale.

In qualità di generale di Divisione aerea, Scaroni assunse il comando dell’Aeronautica della Sicilia, mantenendo l’incarico fino al 1943, quando venne nominato Vicecomandante della prima Squadra aerea. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, si ritirò sul lago di Garda. Raggiunse il grado di generale di squadra aerea nel 1950.

 

Alessia Biasiolo, CESVAM. Vicepresidente della Federazione di Ancona