ARTURO NITTI – LORENZO DI BELLA – FRANCESCO MALDERA – MATTEO VANZAN: MEDAGLIE D’ORO AL VALORE DELL’ESERCITO

  

ARTURO NITTI 

“Comandante di battaglione, inquadrato nella Task Force «Serenissima» nell’ambito dell’operazione «Antica Babilonia 4» in Iraq. Durante gli scontri a fuoco del 5 e 6 agosto 2004, dimostrava straordinaria determinazione e senso del dovere rimanendo per oltre 20 ore al fianco dei propri Lagunari. Nella circostanza, l’ufficiale dimostrava, con la sua pronta, fredda e lucida reazione, encomiabile capacità di comando, determinazione e sprezzo del pericolo riuscendo ad annullare la capacità operativa avversaria. Nel momento critico dell’assunzione del dispositivo da parte della Task Force, allorquando le forze ostili alla coalizione, attestate sulla sponda nord e sud del fiume Eufrate, sottoponevano il reparto a un violentissimo fuoco di mitragliere pesanti, RPG e mortai, con l’intento di colpire i fianchi e il tergo del dispositivo, incitava sul campo i suoi Lagunari a non lasciarsi intimorire dall’offesa avversaria e senza indugi, incurante del concreto rischio della sua incolumità, si esponeva in prima persona e sosteneva con l’esempio i suoi lagunari. Chiaro esempio di ufficiale coraggioso, preparato, infaticabile, dotato di straordinario carisma, che con il suo comportamento ha notevolmente contribuito al successo dell’operazione, mantenendo alto l’onore e il prestigio della propria unità e dell’Esercito italiano nell’ambito internazionale”. An Nasiriyah, 5 – 6 agosto 2004.

 LORENZO DI BELLA

“Comandante di Plotone EOD della Task Force «Nibbio» nell’operazione Enduring Freedom in Afghanistan, guidava i propri uomini in tutti i rischiosi compiti assegnati alla sua unità con il proprio personale esempio e la sua altissima professionalità, mostrandosi infaticabile e carismatico trascinatore. Il 18 luglio 2003, accorso con la sua unità nel luogo dove già si era verificata l’esplosione di un ordigno che aveva ucciso otto soldati afghani, non esitava ad intervenire in prima persona per disinnescarne un secondo ancora attivo. Nonostante la tarda ora, quasi al buio, decideva con consapevole coraggio di intervenire sul congegno esplosivo, costituito da due mine anticarro collegate assieme, conscio del pericolo rappresentato per le unità militari in transito nell’area e per l’incolpevole popolazione locale. In tale situazione, operava con grande perizia e decisione, senza esitazioni che potessero consentire agli elementi ostili che sicuramente stavano osservando l’azione del complesso italiano, di nuocere ulteriormente. accortosi, infatti, della presenza sull’ordigno di un congegno e di una antenna che ne denunciava la pericolosa possibilità di azionamento a distanza, interveniva prontamente e coraggiosamente, tranciando con decisione i collegamenti elettrici e portando a termine la successiva rimozione con pieno successo ed in tempi brevissimi. Il consapevole e profondo sprezzo del pericolo mostrato in tale circostanza imponeva il tenente di bella, con i suoi uomini, all’ammirazione dei militari statunitensi ed afghani presenti sul posto. Splendida figura di comandante e professionista delle armi che, con il proprio operato, ha contribuito ad elevare il prestigio del contingente nazionale, dell’esercito e dell’Italia in ambito internazionale”. Bagram (Afghanistan), giugno-settembre 2003.

 FRANCESCO MALDERA

“Comandante di plotone paracadutisti della task force “Nibbio” nell’operazione Enduring Freedom in Afghanistan, evidenziava costantemente eccezionali qualità morali e professionali, guidando con la forza dell’esempio i propri uomini in tutti i rischiosi compiti assegnati alla sua unità. In particolare, impegnato con la propria unità in una operazione di controllo del territorio denominata «Warrior Sweep», durante un pattugliamento dell’itinerario «Khowst – Gardez» diretto ad occupare una posizione chiave, il giorno 20 luglio 2003 subiva un’imboscata da parte di elementi ostili. Nello specifico, a seguito dell’azione nemica, che provocava il ribaltamento del veicolo sul quale operava il vice comandante di plotone, non solo egli manteneva saldamente il controllo della situazione, ma impartiva con immediatezza gli ordini necessari per contrastare gli elementi avversari. Questi ultimi, investiti da una reazione di fuoco particolarmente intensa ed efficace, venivano costretti ad una fuga precipitosa. L’intervento deciso del sottufficiale permetteva lo sganciamento di tutta l’unità in posizione sicura e favoriva l’afflusso delle forze di pronto impiego inviate, in sostegno, dal comando superiore. Accertatosi delle condizioni del personale coinvolto nell’esplosione, provvedeva al recupero dei feriti e di tutto il materiale sensibile, tra cui le radio cripto, la cui perdita avrebbe comportato gravi rischi per tutta la successiva durata dell’impegno italiano in Afghanistan. Successivamente, organizzava un posto raccolta feriti ed una zona di atterraggio elicotteri per l’evacuazione degli stessi e, rimessosi alla testa degli uomini ancora operativamente impiegabili della sua unità, procedeva senza esitazioni alla continuazione della missione. Chiaro esempio di professionalità, coraggio e determinazione, si confermava eccellente e coraggioso comandante di uomini e fermo riferimento per tutta la propria unita”. Bagram (Afghanistan), giugno – settembre 2003.

 MATTEO VANZAN

“Giovane volontario dalle straordinarie qualità morali e professionali, comandato in missione in Iraq, nell’ambito dell’operazione “Antica Babilonia”, impegnato in un’attività di vigilanza presso la base “Libeccio”, a sud di An Nasiriyah (Iraq), veniva sottoposto a reiterati vili attacchi ostili, condotti da milizie armate locali con armi a tiro curvo. Durante uno dei predetti attacchi, mentre si esponeva, incurante del pericolo, nell’intento di individuare le sorgenti di fuoco per la successiva neutralizzazione, veniva investito dalle schegge di un colpo di mortaio esploso all’interno della base e immolava la sua giovane vita. Esempio fulgidissimo di sublime coraggio e di assoluta dedizione, cadendo nell’adempimento del dovere, ha contribuito in modo significativo, con il suo estremo sacrificio, ad accrescere il prestigio dell’Italia e della Forza armata nel contesto internazionale”. An Nasiriyah (Iraq), 16 maggio 2004.