ROSSI ERCOLE
Capitano 24° Rgt. Fanteria
Diciottenne, venne chiamato alle armi e, dopo avere frequentato a Parma il corso allievi ufficiali, partecipò come sottotenente di complemento alla prima guerra mondiale nell’11° reggimento fanteria della Brigata Casale. Nella battaglia del Piave nel giugno 1918, rimase gravemente ferito. Promosso tenente, fu collocato in congedo nel 1920. Diplomatosi in ragioneria, si dedicò all’azienda paterna e ricoprì nella vita pubblica incarichi amministrativi per diversi anni. Nel maggio 1940, fu richiamato col grado di capitano presso il 24° reggimento fanteria e nel novembre successivo fu trasferito in A.S. (Africa Settentrionale). Assegnato al XXVII battaglione mitraglieri autocarrato, cadde in mano nemica il 18 gennaio 1941 durante il ripiegamento su Bardia.
“Durante la prigionia trasfondeva nei compagni cui la sorte lo aveva accomunato, la sua fierezza di combattente sostanziata da ardente amore per la Patria esausta in conseguenza di avversi avvenimenti bellici. All’ordine perentorio dell’autorità detentrice di scioglimento di una riunione di ufficiali, che nella ricorrenza di una festa nazionale si erano fraternamente raccolti per ricordare la Patria lontana con nostalgiche canzoni di guerra e inni patriottici, si opponeva con dignitosa fierezza e anziché piegarsi all’imposizione preferiva affrontare da forte la prevista immancabile reazione a fuoco che ne stroncata la fiorente giovinezza. “ Yol (India), 21 aprile 1942.
Altre decorazioni: M.B. (Medaglia Bronzo) (Medio Piave, 15 giugno 1918)
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ROSASCO CESARE
Capitano di Lungo Corso
Discendente di antica famiglia genovese di marinai e di e percorse tutti i gradi della carriera su piroscafi passeggeri e mercantili. Prestò servizio di leva in Marina, come volontario di un anno, dall’ottobre 1912 all’ottobre 1913, congedandosi col grado di sottocapo timoniere. Dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale imbarcato su navi mercantili armate, ottenne nell’agosto 1918 la patente di capitano di lungo corso e da allora prestò continuo servizio nella Società Nazionale di Navigazione su piroscafi mercantili come ufficiale in prima e come comandante. Entrata l’Italia in guerra nel giugno 1940, si distinse per il suo comportamento a Tobruk al comando della nave Ezilda Croce carica di munizioni durante un bombardamento aereo nemico, tanto da essere proposto per una decorazione al valore. Nominato nel gennaio 1942 comandante del piroscafo Mauro Croce di 600 tonnellate in servizio sulla linea Genova-Spagna, alle 10 del mattino del 23 aprile 1943, nel tratto di mare Valencia-Sagunto, fu sorpreso ed attaccato da un sommergibile nemico. Gravemente ferito durante il combattimento, con l’arma di bordo più volte colpita riuscì tuttavia ad avere ragione dell’avversario e a porre in salvo la nave raggiungendo il porto di Sagunto con i propri mezzi. Sbarcato dal Mauro Croce nel settembre dello stesso anno, poiché dal 1925 faceva parte del Corpo dei piloti del porto di Genova, fu capo pilota del porto dal 1945 al 1957. Nominato Presidente della Federazione Italiana fra i Corpi dei Piloti dei Porti, è anche Presidente della Società di Navigazione Cristoforo Colombo. E’ morto a Roma il 19 febbraio 1977.
“Comandante di un piccolo piroscafo, attaccato da sommergibile immerso, evitati con la manovra due siluri, con pronta ed accorta decisione immediatamente predisponeva per il combattimento la propria nave, armata con cannone di piccolissimo calibro, cosicché, appena il sommergibile molto più potentemente armato emergeva, il piroscafo apriva il fuoco a breve distanza. Colpita la sua nave da numerose cannonate, sotto incessanti raffiche di mitragliera, caduti ai suoi piedi il timoniere e la vedetta, rimasto solo sul ponte di comando, non potendo governare dalla plancia, per sopravvenuta avaria alla trasmissione, benché gravemente ferito ad una gamba, scendeva nel locale sottostante e manovrava direttamente la macchina del timone. Saldo nel proposito di salvare, oltre l’equipaggio anche la nave, rinunciava a portarla in costa. Con alta e ferma parola e con il proprio eroico contegno, incitava l’equipaggio militare e civile a continuare a distanza serrata l’impari combattimento fino a quando il sommergibile, a causa dei ripetuti colpi ricevuti, non desistette dalla lotta. Stremato di forze, ma sorretto da ferrea volontà, portava in salvamento la sua nave crivellata dai colpi, con i suoi morti, con i suoi feriti: fulgido esempio delle più elette virtù marinare e guerriere.” Mediterraneo Occidentale, 23 aprile 1943.
Altre decorazioni: Croce di guerra al Valore Militare (Mediterraneo Occidentale, 1917).