SERINI Pietro
Maggiore s.p.e. A.A.r.n. pilota
Conseguì a Brescia la maturità scientifica e venne quindi ammesso, nell’ottobre 1930, all’Accademia Aeronautica. Nel settembre 1933 fu nominato sottotenente in s.p.e. e un anno dopo, ottenuto il brevetto di pilota militare e promosso tenente, fu destinato al 14° stormo da bombardamento. Partito volontario per l’A.O. (Africa Orientale) nel 1936, rimpatriò col grado di capitano nel 1937 e frequentata la scuola caccia, venne definitivamente trasferito nella specialità. Istruttore di pilotaggio dall’aprile 1939 al febbraio 1941, ottenne, dopo ripetute domande, di partecipare attivamente alla guerra e, col 156° gruppo caccia prima e col 23° poi, prese parte a numerose azioni anche di caccia notturna sui cieli di Malta, Pantelleria e Sardegna. Ferito gravemente il 27 settembre 1941, tornava al fronte nell’aprile dell’anno successivo al 12° gruppo autonomo in A.S. (Africa Settentrionale), assumendo il comando del 6° gruppo con la promozione a maggiore. Ritornato in Sicilia a fine anno ebbe il comando di un gruppo di riserva e quindi ottenne di ritornare al fronte nell’aprile 1943 al comando del 161° gruppo autonomo C.T. (Caccia Terrestre).
“Comandante di un gruppo da caccia di eccezionale perizia e valore, volontariamente rientrato in linea dopo un precedente ciclo operativo durante il quale riportava gravissime ferite, conduceva il suo reparto a brillanti vittorie contro soverchianti forze avversarie. Sempre primo nella impari lotta, sempre presente ove più cruenta ferveva la mischia, dimostrandosi degno continuatore della tradizione di valore dei cacciatori italiani. Cadeva da eroe additando ai gregari con il costante esempio spinto fino al cosciente olocausto della vita, la via da seguire per la salvezza della Patria.” – Cielo del Mediterraneo Centrale, 4 giugno 1942 -25 giugno 1943.
Altre decorazioni al Valor Militare:
Medaglia Bronzo – Cielo della Somalia, marzo-maggio 1936
Medaglia Argento sul campo – Cielo del Mediterraneo, febbraio – settembre 1941
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DI FEDERICO VERMONDO
Partigiano Combattente
Appartenente a modesta famiglia di contadini, dopo aver frequentato le scuole elementari lavorò nei campi come bracciante agricolo. Chiamato alle armi nel maggio 1943 ed assegnato al deposito dell’11° reggimento fanteria “Forlì”, dopo l’armistizio si rifugiò sulle montagne dell’Abruzzo. Fece parte della formazione partigiana “Banda Giacomo Lombardi” e operante nella zona a nord di Pescara.
«A capo di una banda di partigiani ha strenuamente lottato contro le truppe tedesche finché catturato e messo al muro insieme ad altri compagni per essere passato per le armi non si dava per vinto, ma con un gesto di sublime follia, si scagliava armato soltanto della volontà e della fede contro il plotone di esecuzione. Col gesto disperato che gettava lo scompiglio nelle file dei carnefici, egli dava a se stesso la morte degli eroi, ai compagni la salvezza e la libertà. Arischia (L’Aquila), 11 giugno 1944.»