BERTOLONE CELESTINO
Ten. cpl.fanteria 1° Bandera del I Tercio della Legione
Dopo aver conseguito la licenza nell’Istituto nautico di Savona, si dette all’arte e divenuto attore drammatico partecipò alla formazione di compagnie teatrali in Italia ed all’estero. Volontario nella prima guerra mondiale nel 5° reggimento bersaglieri nel giugno 1915, ottenne la nomina a sottotenente di complemento di fanteria nel luglio 1917 nel 6° reggimento ed a tenente nel gennaio 1918. Congedato nel giugno 1919, riprese la sua attività artistica. Il 10 febbraio 1937 trovandosi in Spagna si arruolò volontario col grado di tenente nella 29^ compagnia (8^ bandera) del I Tercio, dislocato nei pressi di Madrid partecipando alle operazioni militari nel settore del fronte di Toledo.
“Tenente italiano, grande invalido di guerra, accorse sotto la Bandera del Tercio spagnolo per portare lo spirito eroico di nostra gente. Chiesto l’onore di partecipare alla presa di munitissime posizioni di importanza capitale, lottava con tenacia sovrumana ed ardimento. Ferito, rifiutava qualsiasi assistenza perseverando nella lotta. Raggiunta la meta, ferito una seconda volta e mortalmente, novello Toti, lanciava verso il nemico il suo bastone d’invalido; ultimo sublime gesto con cui chiuse la sua eroica vita terrena.” – Settore di Brunete, 9 -19 luglio 1937.
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PANFILI TEODORICO
Sottotenente medico complemento, LXX battaglione coloniale
Conseguita nel 1935 la laurea in medicina nell’Università di Bologna, veniva ammesso, nel febbraio 1936, alla Scuola di applicazione di Sanità di Firenze quale allievo ufficiale medico. Nominato aspirante ufficiale nell’agosto fu assegnato al 3° reggimento artiglieria alpina. Nel novembre successivo, trasferito a domanda nel R.C.T.C. (Regio Corpo Truppe Coloniali) dell’Eritrea, partì da Napoli per raggiungere Massaua. Destinato in un primo tempo al 542° ospedale da campo, passò poi, nel gennaio 1937, al XLIII battaglione indigeni e, promosso sottotenente nel novembre, fu trasferito al LXX battaglione della XIX Brigata coloniale nel gennaio 1938.
“Ufficiale medico di una colonna impegnata contro soverchianti forze nemiche, volontariamente assumeva il comando di una squadra e teneva bravamente testa all’irruenza dell’avversario. Costretto a ripiegare in una posizione sistemata a difesa e saputo che un suo collega era stato gravemente ferito, si slanciava fuori della posizione, volontariamente, per la ricerca del collega. Ferito una prima volta ad un fianco non desisteva dallo scopo e, trovato l’ufficiale già cadavere, provvedeva ad occultarlo per evitare lo strazio della salma. Durante tale suo pietoso ufficio trovava gloriosa morte. Esempio fulgido di eroismo e di elevatissimo senso del dovere.” – Sellassié, 17 luglio 1938.