RICORDO DI MARIO SBRILLI MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE

  

Studente del quinto anno nella facoltà di medicina e chirurgia nell’Uni­versità di Firenze, fu chiamato alle armi nel febbraio 1943. Assegnato alla 7ª compagnia di sanità a Firenze, pochi mesi dopo, il 9 maggio, fu collocato in con­gedo provvisorio. Dopo l’armistizio dell’8 sett., abbandonò nuovamente gli studi per la lotta clandestina di resistenza. Aggregatosi alla formazione parti­giana “Pio Borri”, operante sull’Alpe di Catenaia in Toscana, ne divenne il capo del servizio sanitario col grado di tenente. L’Università di Firenze gli con­ferì, dopo la morte, la laurea “ad honorem”.

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria

«Giovane partigiano già provato per fede e per dedizione alla Causa e segnalato per assistenza medica coraggiosamente prodigata nelle più difficili circostanze ai compagni feriti, accorreva di iniziativa là dove una delle formazioni affidate alle sue cure trovavasi gravemente impegnata da superiori forze tedesche. Chiusosi il cerchio intorno a pochi valorosi cadeva in mani nemiche insieme a numerosi feriti. Riconosciuto per medico nell’esercizio delle sue funzioni veniva lasciato in libertà mentre i tedeschi si apprestavano a trucidare i feriti. Generosamente egli offriva allora la sua vita in cambio di quella dei partigiani e, allo scopo di persuadere i carnefici, si dichiarava comandante responsabile. Non gli veniva dato ascolto ed i barbari cominciarono a gettare i prigionieri ancora vivi in una fossa. Animato da nobile sdegno Mario Sbrilli si lanciava sugli ufficiali schiaffeggiandoli e percuotendoli con disperata energia sino a che una scarica lo gettava esanime sopra i suoi compagni generosamente difesi. Nobile esempio di abnegazione e monito a quei soldati che con la ferocia disonorarono la divisa.»
— S. Polo di Arezzo, 14 luglio 1944.

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