GIANNANTONIO PRINETTI CASTELLETTI E GIOVANNI BATTISTA BERGHINZ – M.O.V.M. DI AGOSTO

  

PRINETTI CASTELLETTI GIANNANTONIO

Tenente s.p.e. artiglieria, partigiano combattente

Di nobile famiglia lombarda, sportivo, compiuti gli studi classici a Milano, entrava il 1° novembre 1940 all’Accademia di artiglieria e genio di Torino, uscendone sottotenente d’artiglieria nel marzo 1942. Destinato al 18° reggimento artiglieria Pinerolo e, frequentato il corso pratico presso la Scuola di Nettuno, il 24 agosto dello stesso anno partiva per la Grecia per raggiungervi il reggimento mobilitato. Rientrato al deposito nel maggio 1943, vi era sorpreso dall’armistizio. Riuscito a rifugiarsi in Svizzera con un gruppo di ufficiali, nel maggio 1944 rimpatriò per partecipare alla lotta di liberazione. Arruolatosi nella Brigata Osella operante in Val Sesia e nel Novarese, venne presto nominato, prima comandante di distaccamento e poi vicecomandante di Brigata col grado di capitano. Trasferito in seguito alla Brigata volante Loss, pochi giorni dopo cadeva nell’azione della Bertagnina in Val Sesia mentre accorreva con un gruppo di uomini in rinforzo ad un posto avanzato della Brigata attaccato da forze superiori.

“Ufficiale dell’Esercito, internato in un paese neutrale, riusciva a rientrare in Italia per partecipare alla lotta di liberazione alle cui altissime finalità era sospinto dall’ardente amore di Patria che lo animava. Fu dapprima valoroso partigiano combattente, poscia capace vicecomandante di Brigata d’assalto, dimostrando sempre e dovunque il complesso delle belle virtù militari che fu suo nobile patrimonio. Durante un’azione nemica, volontariamente si offriva per sostenere con pochi uomini l’urto nemico allo scopo di dare possibilità di ripiegamento alla sua Brigata, salvandola con il proprio sacrificio da sicuro accerchiamento. Benché ridotto agli estremi di ogni umana resistenza, caduti tutti i compagni che gli erano vicino, rifiutava sdegnosamente l’offerta di resa e, col petto squarciato dalla mitraglia nemica, valorosamente offriva la vita in olocausto alla legge dell’onore e del dovere.” Colli di Valduggia, 9 agosto 1944.

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BERGHINZ GIOVANNI BATTISTA

Tenente s.p.e. artiglieria, partigiano combattente

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Laureato in giurisprudenza dall’Università di Bologna ed ammesso alla Scuola allievi ufficiali di complemento di artiglieria di Lucca nel marzo 1936, fu nominato sottotenente il 1° ottobre 1937 ed assegnato al 1° reggimento artiglieria Divisione celere. Dal luglio 1938 all’ottobre 1939, quale volontario, fu in A.O.I. (Africa Orientale Italiana) nella 3 compagnia cannonieri dell’Amara. Rientrato in Italia e trasferito nei ruoli del s.p.e. in seguito a concorso, frequentò un corso di osservazione aerea a Cerveteri. Nominato osservatore il 30 giugno 1941 nella 121ª squadriglia O.A. (Osservazione Aerea) mobilitata, passò un mese dopo alla 136ª squadriglia O.A. ed infine, dall’ottobre 1942 al 64° gruppo O.A. in Africa settentrionale. Inviato in Francia nel febbraio 1943, all’armistizio dell’8 settembre rifiutò di collaborare coi tedeschi. Sfuggito alla cattura e raggiunta Udine, entrò dal 1° novembre nelle formazioni partigiane della Divisione Osoppo-Friuli assumendo il nome di Bardi. Catturato dai tedeschi il 28 luglio 1944 e condotto nel carcere del Coroneo di Trieste affrontava il martirio con l’animo sereno dei forti.

“Ardente passione e sublime senso del dovere fecero di lui un eroe, che, lasciata la terra straniera ove combatteva, tornava attraverso stenti e peripezie sul sacro suolo della Patria per impugnare le armi e difenderla dalla oppressione. In innumerevoli audaci sabotaggi e arditi colpi di mano rifulgeva il suo valore santificato dall’epica lotta combattuta. Arrestato, seviziato e ridotto quasi cieco, subiva con stoica rassegnazione e fiero contegno ogni martirio, ma non tradiva i compagni. Decedeva sotto i colpi dei suoi carnefici assurgendo nel cielo dei più puri eroi della Patria.” Zona di Udine, 12 agosto 1944.