CORRADO DEL GRECO E LINO PONZINIBIO – M.O.V.M. DI OTTOBRE

  

 DEL GRECO CORRADO

Tenente di Vascello s.p.e. M.M.

Proveniente dal Politecnico di Milano dove aveva compiuto il triennio di ingegneria, veniva ammesso, in seguito a concorso, alla Accademia Navale di Livorno nel novembre 1927 e nell’aprile 1929 usciva guardiamarina. Sottotenente di vascello nel 1930 e tenente di vascello nel 1934, veniva nominato addetto navale a Pechino nel 1937 assumendo contemporaneamente il comando del distaccamento della Marina in Cina. Rimpatriato nel 1939, passò al comando della torpediniera Abba successivamente al comando della Ariel e alla vigilia della guerra, precisamente il 27 maggio 1940, imbarcava sul cacciatorpediniere Artigliere come  assistente della squadriglia, comandata dal capitano di vascello Margottini, decorato di M.O. al V.M. (Medaglia Oro al Valor Militare) alla memoria per lo stesso fatto d’arme.

“Ufficiale assistente di una squadriglia di cacciatorpediniere, dopo aver magnificamente coadiuvato il proprio comandante nella preparazione materiale e spirituale di essa e nella brillante condotta di numerose operazioni di guerra, gli fu vicino con la persona e con l’ ausilio anche durante l’ultimo attacco, portato audacemente a fondo nonostante la violenta reazione nemica. Colpito a morte a fianco del comandante e sopravvissutogli, tenne, nelle poche ore che ancora ebbe di respiro e pur sentendo imminente la fine, il comando della nave con ordini, consigli e incitamenti e in così tranquilla serenità da lasciare traccia indelebile in coloro che ritornarono. Morì sulla sua nave pochi istanti prima che essa si inabissasse gloriosamente.” Canale di Sicilia, 12 ottobre 1940.

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PONZINIBIO LINO

Capitano complemento 1° reggimento alpini

                       

Compì gli studi medi a Novara e a Torino dove si diplomò in ragioneria e commercio. Chiamato alle armi nell’agosto 1922, dopo aver frequentato il corso allievi ufficiali di complemento della specialità alpini venne nominato sottotenente e prestò servizio fino al novembre 1923 nel battaglione Borgo San Dalmazzo del 2° reggimento alpini. Nella vita civile fu dal 1924 amministratore di aziende commerciali e industriali poi, nel 1935, fu assunto dalla Banca Popolare di Novara. Assolse contemporaneamente importanti incarichi di carattere politico. Richiamato a domanda nel novembre 1937, partì volontario per la Spagna col grado di tenente, che aveva conseguito dal gennaio 1932, assumendo il comando della 1° compagnia del I battaglione del 2° reggimento della Brigata d’assalto Frecce Nere. Rimpatriato nel giugno 1938, fu collocato in congedo nel gennaio 1939 per inabilità dipendente da causa di guerra. Promosso capitano nell’agosto 1940, nel marzo dell’anno successivo venne richiamato a domanda. Assegnato al comando della 10^ compagnia del battaglione Mondovì del 1° alpini, partì per il fronte russo nell’agosto 1942 schierandosi sulla riva destra del Don, a nord del fiume Kalitwa. Durante il ripiegamento iniziatosi il 17 gennaio 1943; fece parte del battaglione di retroguardia della Divisione Cuneense. Caduto il comandante del battaglione Mondovì ne assumeva il comando rimanendo ferito nei combattimenti del 25 gennaio a Detchjanaja e del 28 gennaio a Valujkj dopo aver rifiutata la resa propostagli dal nemico. Raccolto sul campo, rimpatriò dalla prigionia nell’ottobre 1946. Collocato in congedo, fu iscritto nel R.O. (Ruolo d’Onore) e riprese il suo posto quale funzionario nella Banca Popolare di Novara. Ebbe le successive promozioni a maggiore con anzianità 28 gennaio 1943, a tenente colonnello dal 30 gennaio 1952 ed a colonnello dal 30 dicembre 1960. Muore a Torino nel 1985

“Più volte decorato, volontario di guerra sul fronte orientale, sebbene invalido per ferita riportata in precedenti campagne, al comando di una compagnia alpini, dava ripetute prove di ardimento. Colpito da principio di congelamento rifiutava il ricovero per restare coi suoi alpini. Durante un aspro combattimento, caduto il comandante di battaglione lo sostituiva e valorosamente guidava i suoi uomini in ripetuti contrassalti che respingevano l’avversario. Durante il tormentoso ripiegamento, d’iniziativa accorreva in aiuto dell’avanguardia improvvisamente attaccata. Ferito da due pallottole alla gamba destra, sanguinante, continuava alla testa dei suoi alpini a contrassaltare l’avversario finché lo volgeva in fuga. In una ultima azione, nuovamente ferito, persisteva nella disperata lotta finché, sopraffatto, veniva catturato. In prigionia, nonostante le sofferenze per postumi di ferita, una grave infermità e le continue vessazioni, era fulgido esempio di virile contegno e di fedeltà al puro ideale della Patria.” – Fronte russo, settembre 1942 – 4 ottobre 1946.

Altre decorazioni:

Promozione a maggiore per meriti di guerra

“Ufficiale pluridecorato, in situazioni veramente delicate e difficili, pur menomato nel fisico, confermava le sue elette doti di comandante valoroso, capace ed energico. Alla intimazione della resa, si rifiutava, perché fermamente deciso di continuare nella lotta per condurre in salvo la colonna dei superstiti ai suoi ordini, Dopo aver strenuamente lottato veniva sopraffatto. (Fronte russo, gennaio 1943)”

Medaglia d’Argento

«Comandante di compagnia alpina durante il ripiegamento della linea del Don, nonostante la continua insidia del nemico, l’assillo del gelo, della tormenta e delle interminabili distanze, superava mirabilmente innumerevoli disagi e fatiche, dando ripetute prove di senso tattico, sprezzo del pericolo e elevato spirito di sacrificio. Di propria iniziativa accorreva alla testa dei suoi alpini in aiuto del battaglione di avanguardia violentemente attaccato, riuscendo a respingere il nemico dopo avergli inflitto gravi perdite. Ferito da pallottola rimaneva al proprio posto di combattimento incurante della grave perdita di sangue. Bell’esempio di cosciente coraggio. Fronte russo, 17-25 gennaio 1943.»

Medaglia di Bronzo

«Alla testa della propria compagnia si lanciava sotto intensissimo fuoco di mitragliatrici e fucileria nemica alla conquista degli obiettivi assegnatigli, conquistandoli e mantenendoli, tenendosi costantemente in collegamento con i reparti laterali, nonostante ricevesse da ogni lato fuoco di mitragliatrici e carri armati. Alto esempio di attaccamento al dovere, sprezzo del pericolo e valore. Alture Torrevelilla, 20 marzo 1938.» (Torrevelilla, marzo 1938);

Medaglia di Bronzo (Valjunquera, marzo 1938).