RANDAZZO ROSARIO
Mitragliere 80° Reggimento Fanteria
Arruolato nel Regio Esercito per prestare servizio militare di leva nel marzo 1940, fu assegnato all’80° Reggimento Fanteria “Roma”. Con la 12ª Compagnia Mitraglieri, il 10 giugno 1940 entrò in guerra sul fronte alpino occidentale, e poi dall’aprile 1941 prese parte alle operazioni belliche nel corso dell’invasione della Jugoslavia. Destinata la 9ª Divisione fanteria “Pasubio” a far parte del Corpo di spedizione italiano in Russia, il 15 luglio dello stesso anno partì con il suo reparto per l’Unione Sovietica. Conosciuto in tutti i reparti della Divisione come il “mitragliere di ferro” partecipò con la Colonna “Chiaramonti” alla marcia verso il Donetz fino a raggiungere la città di Nikitovka.
«Posto a sbarramento di una difficile posizione, rimasto solo ad una mitragliatrice, perché tutto il rimanente gruppo tiro era stato messo fuori combattimento, continuava intrepido nella sua azione. Avuto asportato completamente il braccio destro da una scheggia di bomba da mortaio, non abbandonava l’arma e, mentre con la sinistra continuava a tenere l’impugnatura, coi denti premeva la leva di sparo continuando il fuoco e stroncando l’impeto dell’avversario che era giunto a pochi metri di distanza, finché, colpito in pieno da una raffica di colpi, si abbatteva sull’arma, che gli era stata più cara della vita. Nikitowka (Fronte russo), 5 novembre 1941.»
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ALESSANDRINI PIETRO
Tenente artiglieria s.p.e. 16° raggruppamento artiglieria
Dopo aver conseguito la maturità classica presso il Liceo Fermo in Ascoli Piceno, nell’ottobre 1935 fu ammesso nell’Accademia Militare di Torino e due anni dopo ne uscì col grado di sottotenente di artiglieria in s.p.e. Il 1° ottobre 1937 fu destinato alla Scuola di Applicazione Artiglieria e Genio per frequentarvi il corso e nell’ottobre 1939, promosso tenente, venne assegnato al 10° arttiglieria C.A. (Contraerea). Trasferito al 16° raggruppamento artiglieria C.A. celere, partì per la Libia e sbarcò a Tripoli il 26 febbraio 1941. Nell’autunno dello stesso anno, al comando della 7^ batteria da 105/28 prese parte alla battaglia di Tobruk. Circondato da forze nemiche soverchianti rifiutò di arrendersi e combatté fino a quando fu mortalmente colpito. L’Università di Napoli, presso la quale egli era iscritto nella facoltà di ingegneria, nel novembre 1945 gli conferì alla memoria la laurea honoris causa.
Comandante dì batteria da 105/28, durante la battaglia di Tobruk rifulgeva per elevate doti di coraggio, sprezzo del pericolo ed ardimento. In una aspra violenta azione, nel corso della quale preponderanti forze corazzate avversarie irrompevano sulla posizione della batteria, batteva senza tregua i carri armati nemici, danneggiandone numerosi. Circondato, respingeva sdegnosamente l’ingiunzione di resa e continuava con i superstiti, rincuorati dal suo indomito coraggio, l’impari lotta, salvando, con atti di eroismo senza pari e con larghissimo tributo di sangue, i suoi pezzi. Colpito a morte da una raffica di mitragliatrice, cadeva da prode. – Sud di Tobruk (A.S.) (Africa Settentrionale), 27 novembre 1941. (D.P. 29 agosto 1965).