AGOSTI VASCO
Tenente Colonnello s.p.e. fanteria, III Brigata coloniale
Ammesso il 31 genn. 1909 quale allievo ufficiale di cpl. al corso nel 1° reggimento fanteria. Promosso sottotenente il 3 aprile 1910, passava in s.p.e. il 21 ott. 1913 dopo un corso preparatorio alla Scuola di Applicazione di Parma e con l’87° fanteria partiva per la Cirenaica nel luglio dell’anno dopo. Rimpatriato per malattia alla fine dell’anno, partecipava col 26° fanteria alla prima guerra mondiale dal 24 maggio 1915, riportando una prima ferita a Tolmino. Tenente dal 15 luglio 1915 e capitano dal 15 febbraio 1916, era trasferito al btg. «Cividale» dell’8° alpini col quale riportava una seconda ferita alla Cima delle Saette nel luglio 1916. Ritornato in zona di guerra nel maggio 1917 col btg. «Matajur», vi rimaneva fino al suo trasferimento al Corpo di spedizione nel Mediterraneo Orientale. Rimpatriato nell’agosto 1920, tre anni dopo, era trasferito a domanda nel R.C.T.C. dell’Eritrea e col III btg. indigeni partecipava alle operazioni per la riconquista della Libia. Rientrato in Italia alla fine del 1927, era promosso maggiore nel giugno dell’anno seguente e poco dopo ripartiva per la Libia ove gli affidavano il comando del V gruppo sahariano. Il 31 dicembre 1936 era promosso tenente colonnello.
“Comandante interinale di brigata coloniale, nonostante una infermità che da vario tempo gli teneva quasi immobilizzato un braccio, continuava a conservare il comando detta sua unità dirigendo e coordinando con sagacia e perizia le operazioni di polizia contro i ribelli. Venuto a conoscenza che un gruppo di armati si era presentato a poche ore di distanza dal suo presidio, messosi alla testa di una piccola colonna attaccava risolutamente l’avversario che metteva rapidamente in fuga ed inseguiva con alcuni suoi elementi. Attaccato da forze preponderanti alle spalle ed ai fianchi, con prontezza e sangue freddo dava immediate disposizioni per fronteggiare la nuova grave situazione, dirigendo personalmente i reparti, che incuorava ed incitava col suo esempio s’fidando, in piedi, il piombo nemico, finché cadeva colpito a morte mentre, impugnato egli stesso un fucile, si dirigeva ove maggiore era il pericolo. Comandante di elette virtù militari, animatore dei suoi ascari, dai quali era adorato come padre. Tutta la sua vita di soldato egli dedicò al dovere ed al sacrificio.” Rarati, 8 agosto 1937.
Altre decorazioni al Valor Militare:
Medaglia d’Argento (S. Lucia di Tolmino, 1915)
«Ferito durante una ricognizione, compiva ugualmente il suo servizio. Fattosi medicare, volontariamente ricominciava, subito dopo, un’altra ricognizione. Nuovamente e più gravemente ferito al fianco, adempiva completamente il suo compito e, al ritorno, soltanto dopo ordine espresso del comandante di reggimento, si lasciava condurre al posto di medicazione. Santa Lucia di Tolmino, 17 agosto 1915.»
Medaglia d’Argento sul campo (Gogetti – A.O., 1937)
«Comandante di battaglione indigeni, già distintosi in precedenti azioni durante la campagna in A.O. dava, nell’inseguimento di forze ribelli, ripetute prove di spiccate capacità di comandante e di ardire. Lanciato all’attacco di ben munite posizioni nemiche, sgominava, alla testa del suo battaglione, l’avversario, catturandone i capi. Nobile figura di soldato, combattente valoroso, vigile custode, durante la campagna in A.O., delle eroiche tradizioni del battaglione Galliano, primo sempre ove più forte era il pericolo, destava durante il combattimento di Gogetti, l’ammirazione di tutta la brigata. Gogetti, 20 febbraio 1937.»
Croce di guerra (Somalia Settentrionale, 1926)
«Comandante coraggioso spinse i suoi uomini ai più duri cimenti e sprezzante del pericolo, infuse nei dipendenti il proprio spirito battagliero, trascinandoli a numerose vittorie. Hlg-Bardadle, 14-15-16, Colulle ed Eil, 17-18-19 aprile, Eil Ellindra 15 maggio 1926 (Somalia settentrionale).»
Croce di guerra (Af Gagà, A.O. 1935)
«Comandante di battaglione eritreo, teneva saldo al fuoco il suo reparto, respingendo ripetuti contrattacchi del nemico che, sloggiato negli scontri del giorno precedente da forti posizioni, tentava con accanimento di ritornarne in possesso. Af Gagà, 25 dicembre 1935.»
COCCHINI SERGIO
Tenente colonnello s.p.e. fanteria, LXX battaglione coloniale
Arruolatosi appena diciottenne nel 51° reggimento fanteria quale allievo ufficiale era nominato sottotenente di complemento il 19 febbraio 1914, assegnato all’84° reggimento per il servizio d prima nomina. Richiamato, tornava per mobilitazione al 51° fanteria col quale, il 24 maggio 1915, entrava in guerra. Promosso tenente nell’ottobre stesso anno dal novembre 1916, era capitano. Al termine della guerra, passava al Comando della Divisione in Perugia. poi al Distretto Militare di Spoleto, e con la promozione a maggiore conseguita il 1° gennaio. 1930 venne destinato al 13° fanteria. Nel luglio 1937, promosso tenente colonnello era trasferito al 93° fanteria e l’anno seguente al Comando Truppe Arnara in A.O. Imbarcatosi a Napoli il nov. 1938 e sbarcato a Massaua otto giorni dopo, gli veniva affidato il comando del LXX btg. coloniale.
“In cruento scontro con soverchianti forze ribelli, opponeva alla testa del battaglione tenace resistenza, infliggendo al nemico forti perdite. Ferito una prima volta, rifiutava di essere medicato e continuava nell’azione di comando, incitando i gregari alla lotta e intervenendo là dove era necessaria la sua parola e dove maggiore era il rischio. Durante la fase di ripiegamento, mentre interveniva personalmente per assicurare ordine e coesione al movimento, rimaneva ferito una seconda volta. Infine circondato e colpito a morte, cadeva accanto al gagliardetto del battaglione, suggellando col supremo sacrificio tutta una vita volta sempre al più puro amor di patria. – Aialfiscium, 7 agosto 1939.
Altre decorazioni: Cr.g. al V.M. (Fratta, 1916); tenente in s.p.e. per m.g. (1916)