SOCIO D’ONORE DELL’ISTITUTO DAL 1998
Il 6º Stormo Caccia Terrestre venne costituito presso l’aeroporto di Campoformido (UD) il 15 gennaio 1936 con uomini provenienti dal 1° e 4° Stormo, consisteva inizialmente di due gruppi di volo, il 2° (150ª, 151ª, 152ª Squadriglia) e il 3° Gruppo caccia terrestre (153ª, 154ª e 155ª Squadriglia). All’indomani dell’ingresso dell’Italia nella 2ª guerra mondiale il 2º Gruppo venne dislocato in Puglia (aeroporto di Grottaglie) e il 3º Gruppo in Sardegna (aeroporto di Monserrato). Il 2º Gruppo combatté nel Mediterraneo e in Africa settentrionale prima di essere rimpatriato a Gorizia nel 1941 e successivamente trasferito in Sicilia. Anche il 3º Gruppo prese parte ai combattimenti in Africa e, tornato in Italia nel febbraio 1942, fu dislocato a Ciampino, Reggio Calabria, Lecce e infine in Sicilia, dove viene colto dall’armistizio arrendendosi agli Alleati.
Sciolto durante il prosieguo del conflitto, il 6º Stormo venne ricostituito a Treviso il 1º gennaio 1951 su base 155° Gruppo. Col nuovo nome di 6ª Aerobrigata l’unità si spostò nell’aeroporto di Ghedi incorporando il 154° Gruppo. La terza componente l’Aerobrigata era dal 1953 il 156° Gruppo che nella primavera del 1964 ottenne, primo reparto Italiano, la qualifica “Strike”, cioè la capacità operativa di bombardamento con bombe nucleari. Al Gruppo era stato ufficialmente assegnato il compito di assicurare, 24 ore su 24, la capacità di produrre, entro tempi molto brevi, un attacco con armamento nucleare a obiettivi posizionati nei paesi del Patto di Varsavia che rientravano nell’area di competenza della V ATAF, il comando aereo NATO situato a Vicenza. Il 15 giugno 1966 l’aerobrigata perse il 156º Gruppo, che venne trasferito a Gioia del Colle. Nel settembre 1967, a seguito di una ristrutturazione della Forza Armata, la 6ª Aerobrigata riprende il vecchio nome di 6º Stormo.
Compito dello Stormo e dei suoi Tornado, in tempo di pace, è quello di mantenere la prontezza al combattimento (Combat Readiness) degli equipaggi di volo, predisporre i rischieramenti in ambito IRF (Immediate Reaction Force) e cooperare con le autorità civili in caso di calamità naturali. In tempo di guerra il compito è quello di condurre operazioni di attacco e ricognizione per difendere l’area di interesse assegnata. Nel 1982 arrivano i primi caccia multiruolo Panavia Tornado, assegnati inizialmente al 154º Gruppo, mentre dal 1985 al 1990 rientra nei ranghi dello Stormo il 155º Gruppo, da cui si era distaccato il 1º ottobre 1964.
Il 13 settembre 1993, i “Paperi” del 102° Gruppo Volo passarono dal 5° Stormo “Giuseppe Cenni”, sull’aeroporto di Rimini, al 6º Stormo. Dal 1999 il compito di addestrare e formarne i futuri piloti e navigatori dei Tornado venne affidato al 102° Gruppo, che acquisì la denominazione di “Operational Conversion Unit” (O.C.U.). Nonostante questo incarico speciale il Gruppo ha sempre mantenuto il 100% di operatività come tutti gli altri Gruppi.
Negli anni novanta in poi lo Stormo partecipa a numerose missioni: nell’agosto 1990 i suoi aerei presero parte alla Guerra del Golfo, nel 1999 all’Operazione Allied Force, dal novembre 2008 al novembre 2009 all’International Security Assistance Force ed all’Intervento militare internazionale in Libia del 2022.
Con la chiusura, il 14 settembre 2016, del 50° Stormo sulla base di Piacenza-San Damiano, nell’ambito di un importante programma di ridimensionamento dell’Aeronautica Militare, sia i Tornado IDS, sia gli ECR del 155° Gruppo vengono trasferiti a Ghedi, rendendo così la base bresciana l’unica dotata di tali velivoli. Come conseguenza, il 156° Gruppo “Le Linci” è stato collocato in posizione quadro. Lo stormo partecipa alla missione “Prima Parthica” al confine tra Siria e Iraq, con quattro velivoli Tornado nell’ambito dell’Intervento militare contro lo Stato Islamico.
Il 16 giugno 2022 giunge il primo caccia F-35 il caccia multiruolo di 5ª generazione che andrà a sostituire gradualmente i Tornado.
Decorazioni alla Bandiera del 6° Stormo
Cavaliere Ordine Militare d’Italia – Conferimento: 31/10/2014
“Unità di volo dell’Aeronautica Militare con capacità di attacco al suolo e ricognizione, è stata sempre impiegata nei vari teatri di crisi internazionale. In particolare, nel ventennio 1991 – 2011, il 6° Stormo ha preso parte, operando sia dalla base madre di Ghedi che da altre basi nazionali o estere, a tutte le operazioni militari in cui l’Italia è stata chiamata, ovvero nel Golfo Persico, in più occasioni nei Balcani, in Afghanistan e in Libia. Il coraggio, il valore e lo straordinario senso di responsabilità e di sacrificio degli equipaggi, sostenuti dalla professionalità e dal generoso impegno di tutto il personale del Reparto, sono stati rappresentati con efficacia ed onore dal livello di eccellenza raggiunto nelle operazioni di pattugliamento, rifornimento in volo, ricognizione e neutralizzazione degli obiettivi. L’apporto di sicurezza e difesa complessivamente fornito ha contribuito al positivo esito di tutte le campagne militari svolte, meritando allo Stormo, all’Aeronautica Militare e alle Forze Armate italiane plauso e ammirazione anche in ambito internazionale.”
Cavaliere Ordine Militare d’Italia – Conferimento: 24/06/2021
“Prestigioso Stormo dell’Aeronautica Militare, dalle gloriose tradizioni, impiegato ripetutamente nei principali teatri di crisi al servizio della comunità internazionale, in più occasioni sin dal 2014, ha partecipato con il suo personale ed i suoi velivoli all’operazione Prima Parthica sui cieli dell’Iraq, eseguendo missioni di ricognizione aerea diurne e notturne a diretto supporto dell’attività di contrasto al terrorismo islamico in terra irachena. Il coraggio, il valore, le spiccate virtù militari, l’amor patrio, lo straordinario spirito di sacrificio e la professionalità di tutto il personale del reparto hanno permesso di raccogliere e analizzare dati e immagini su un elevatissimo numero di obiettivi al suolo, fornendo un determinante contributo alla sicurezza della popolazione irachena e delle truppe di coalizione con straordinari risultati, riscuotendo unanimi apprezzamenti in ambito internazionale.” Cieli dell’Iraq, 2014 – 2020