Motto: “A me le Guardie!”
Festa: 18 aprile: anniversario della costituzione della specialità (1659)
Sede: Spoleto – Caserma “Garibaldi”
Mostrina: alamaro di colore bianco a doppia T, con fondo e asola centrale scarlatti, stelletta argentata. Per gli ufficiali l’alamaro è a ricamo d’argento.
Stemma araldico
Lo stemma nella configurazione attuale è in uso fin dal 1718 e richiama al ricordo dei Granatieri di Sardegna le tradizioni gloriose del Corpo, dal suo nome alla sua antica origine.
1° quarto (di pretesa): introdotto da Vittorio Amedeo II nel 1632, allorché assunse il titolo di Re di Cipro (o Lusignano). È articolato in quattro quarti in ragione del numero delle regioni su cui il Sovrano avanzava le proprie pretese: in a) arme di Gerusalemme, in b) arme di Lusignano (Cipro), in c) arme di Armenia, in d) arme di Lussemburgo.
2° quarto (di origine) adottato da Emanuele Filiberto di Savoia che riteneva di aver, attraverso Vitichindo e Beroldo, origine comune con i Sassoni. In a) arme di Westfalia, cioè di Sassonia antica; in b) arme di Sassonia moderna; in punta l’innesto d’Angria.
3° quarto (di dominio): in a) vecchio stemma del ducato di Chiablese, in b) vecchio stemma del ducato di Aosta.
4° quarto (di dominio): in a) arme di Piemonte; in b) arme del ducato di Monferrato; in c) arme del ducato del Genevese; in d) arme del marchesato di Saluzzo.
In punta, l’arme della città di Nizza.
Nel punto d’onore lo scudetto di Sardegna, inserito dopo la cessione della Sicilia alla Spagna ottenendo in cambio appunto la Sardegna. Nel cuore dello scudo l’aquila nera di Savoia antica (aquila di Moriana), antico feudo dei Savoia, rappresentata con le ali abbassate: ha sostituito nello stemma attuale l’aquila di Sicilia (dal volo spiegato) per rimediare alla omessa rettifica che doveva anch’essa seguire il cambio della Sicilia con la Sardegna (nell’occasione invece l’aquila posta in cuore non venne rimossa mutando solo il campo d’argento in oro).
Origini e vicende organiche
La tradizione militare del 2° Granatieri ha inizio con l’antico Reggimento delle Guardie, formato il 18 aprile 1659, ed è quindi associata a quella del 1°Granatieri. Costituito il 13 luglio 1744 con il nome di Reggimento di Sardegna nel 1798 è di sede nell’isola omonima e non viene, perciò, sciolto dal giuramento di fedeltà al Re di Sardegna. Alla restaurazione si trasforma, nell’aprile 1816, in Reggimento Cacciatori Guardie, composto esclusivamente di personale sardo quindi, nel 1831 diviene 2° Reggimento Cacciatori (inquadrato insieme al 1° Reggimento Granatieri nella Brigata Guardie). Negli anni seguenti cambia più volte denominazione come segue:
– nel 1848, 2° Reggimento Granatieri (B. Guardie);
– nel 1850, 2° Reggimento Granatieri (B. Granatieri) e nel 1852 2° Reggimento Granatieri (B. Granatieri di Sardegna) a seguito delle nuove denominazioni assunte dalla Brigata stessa;
– nel 1871, Reggimento “Granatieri di Sardegna”, allo scioglimento delle brigate permanenti;
– nel 1881, 2° Reggimento Granatieri (B. Granatieri di Sardegna) con la ricostituzione delle brigate.
Per la guerra 1915-18 il Reggimento è ordinato su tre battaglioni ognuno con quattro compagnie fucilieri ed una sezione mitragliatrici. Con l’attuazione della legge 11 marzo 1926 sull’ordinamento, ripreso il nome di 2° Reggimento “Granatieri di Sardegna”, viene assegnato alla XXI Brigata di Fanteria assieme al 1° e al 3° reggimento della Specialità. Nella circostanza cede un battaglione per la costituzione del 3° Reggimento. Nel 1939 è inquadrato nella Divisione di Fanteria “Granatieri di Sardegna (21ª), unitamente ai Reggimenti 1° Granatieri e 13° Artiglieria per D.f.. Con la grande unità opera sino allo scioglimento del 10 settembre 1943, che avviene in Roma a seguito degli eventi determinati dall’armistizio, dopo aver contrastato gli attacchi delle forze tedesche alla Capitale.
Il 2° Reggimento Granatieri è nuovamente in vita il 15 maggio 1944 ad Iglesias in Sardegna formato con reparti del preesistente Raggruppamento Granatieri. L’11 agosto successivo inizia il trasferimento ad Afragola (NA) ove passa alle dipendenze Divisione “Friuli”. Sciolto il 31 agosto, cede il personale per la formazione di un Battaglione granatieri che viene inserito, quale III btg., nell’88° Reggimento fanteria, per il Gruppo di Combattimento “Friuli”, con il quale prende parte alla Guerra di Liberazione.
Con la ristrutturazione dell’Esercito, il II battaglione del 1° Reggimento “Granatieri di Sardegna” dal 31 agosto 1975 prende il nome di 2° Battaglione Granatieri “Cengio” che completa in 2° Battaglione Granatieri Meccanizzato “Cengio” in data 1° ottobre 1976 allorché, divenuto autonomo, eredita Bandiera e tradizioni del 2° Reggimento “Granatieri di Sardegna”. Il battaglione viene assegnato alla Brigala meccanizzata “Granatieri di Sardegna”, formata il 1° novembre 1976. Nell’ambito del riordinamento della Forza Armata il battaglione perde la propria autonomia il 18 ottobre 1992 ed il giorno successivo è inquadrato quale Battaglione Granatieri “Cengio” nel 2° Reggimento “Granatieri di Sardegna” che si ricostituisce in Roma. Dal 9 ottobre 1993 al 30 gennaio 1994 una compagnia del Battaglione “Cengio” è inviata in Somalia ove prende parte all’operazione “IBIS 2”.
Dal dicembre 1993 al gennaio 1994 il reggimento partecipa con tutte le unità della Brigata all’operazione “Vespri Siciliani”, concorrendo al mantenimento dell’ordine pubblico in Sicilia. Per la stessa esigenza personale del 2° Granatieri è inserito in reparti di formazione costituti in ambito Brigata che vengono distaccati in Sicilia nei periodi giugno-agosto e ottobre-dicembre 1994. il 1º luglio 1996, viene trasferito a Spoleto presso la Caserma “Garibaldi”. Il 29 ottobre 2002 il 2º Reggimento Granatieri venne soppresso e la Bandiera di Guerra è concessa in custodia presso l’ufficio del Comandante della Brigata “Granatieri di Sardegna”, dal 2017 affidata al comando del ricostituito 2º Battaglione Granatieri “Cengio”. Il 1° settembre 2022 il 2° reggimento Granatieri viene ricostituito.
Campagne di guerra e fatti d’arme
Con l’Armata Sarda
Successione d’Austria (1742-48): Casteldelfino, Madonna dell’Olmo, assedio di valenza, Assietta.
Franco-piemontese (1792-96): Cerisiera, Col della Valletta, Saccarello, Briga, Mondovì.
Austro-russo-francese (1799): Magnano
Contro la Francia (1815): Grenoble
Prima d’Indipendenza (1848-49):
- 1848: Gazzo, Milano
- 1849: Mortara, Novara
Crimea (1855-56): vi prendono parte le compagnie 1ª, 5ª, 9ª, e 13ª riunite in un battaglione inserito nel 1° reggimento provvisorio: Battaglia della Cernaia.
Seconda d’Indipendenza (1859): Madonna della Scoperta, investimento di Peschiera.
Centro-Meridione (1860-61): Perugia, Ancona, Mola di Gaeta, assedio di Gaeta.
Con l’Esercito Italiano
Brigantaggio (1861-65)
Terza d’Indipendenza (1866): Custoza
Eritrea (1895-97): fornisce a reparti mobilitati 18 ufficiali e 446 soldati
Libia (1911-12): vi partecipa il III battaglione
- 1911: Henni Mesri, Ain Zara (4 dic.), Bir Tobras
- 1912: Ain Zara (28 gen.), Sidi Said (26, 27, 28 giu.)
Prima Mondiale (1915-18):
- 1915: Monfalcone (giu.- ago.), M. Sabotino, Oslavia (nov.)
- 1916: Oslavia: lenzuolo bianco (mar.) – Val Canaglia (mag.) – Carso: M.S. Michele Pecinka (ago.), Veliki Hribach (set.)\
- 1917: Altopiano carsico – Regione Fornaza (mag.-giu.), Selo (ago.)
- 1918: Caposile (gen.) – Delta Piave (lug.) – Vittori0o Venetol: Piave, Livenza, Tagliamento (ott.- nov.)
Africa Orientale (1935-36): fornisce a reparti mobilitati 14 ufficiali e 346 soldati.
Seconda Mondiale (1940-43):
- 1940: fronte alpino occidentale
- 1941-42: Jugoslavia: compiti di presidio e controguerriglia
- 1941-43: reparti formatiti con uomini del reggimento operano in Africa Settentrionale e Russia
Liberazione (1943-45):
- 1943: 8 – 10 settembre: difesa di Roma.
Ricompense alla Bandiera
Al Valor Militare
Ordine Militare d’Italia – Decreto 5 giugno 1920
“Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea, o nell’aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi, e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d’Italia (1915-18)” (All’Arma di Fanteria).
Medaglia d’Oro – Decreto 5 giugno 1920 e 29 ottobre 1922
«Con grandi sacrifici di sangue e con insigni atti di valore, scrisse nel Trentino fulgide pagine di storia, contrastando per più giorni, sulla fronte Monte Cengio – Cesuna, il passo al nemico che tentava sboccare nella pianura Vicentina (22 maggio -3 giugno 1916). Sanguinosamente conquistò formidabili posizioni nemiche, difendendone con tenacia sovrumana il possesso, pur con le forze assottigliate dalla lotta, dando mirabile esempio di abnegazione e di sublime spirito di sacrificio. Nell’intera campagna rinverdì di novella gloria le fiere tradizioni dei Granatieri di Sardegna. Carso – Regione Fornaia – Q. 241: 23 maggio – 7 giugno 1917» — Carso: Regione Fornaza, Quota 241, 23 maggio – 7 giugno 1917
Medaglia d’Argento – Decreto 3 ottobre 1860
“Per essersi distinto alla presa di Perugia” – (14 settembre 1860).
Medaglia d’Argento – Decreto 1° giugno 1861
“Per la bella condotta tenuta alla presa di Mola di Gaeta” – (4 novembre 1860)
Medaglia d’Argento – Decreto 28 dicembre 1916
“Durante più di un anno di guerra (giugno 1915 – agosto 1916), segnalandosi a Monfalcone sul Sabotino, ad Oslavia, sull’Altopiano Carsico, ha ognora dimostrato di essere degno delle secolari tradizioni.”
Medaglia di Bronzo – Decreto 9 novembre 1945
“Schierato per la difesa di Roma, sostenne il proditorio attacco tedesco che si scatenò violento nel suo settore. Per due giorni resistette opponendo alla schiacciante superiorità del nemico la ferrea volontà dei suoi gregari che pagarono a caro prezzo il volontario sacrificio sempre degni delle secolari tradizioni di gloria dei Granatieri.” (Roma, 8 – 10 settembre 1943).
Al Valore dell’Esercito
Medaglia di Bronzo – Decreto 11 dicembre 1981
«Affluiva fin dalle prime ore nelle località sinistrate dal sisma del 23 novembre 1980 con un complesso di circa 350 uomini, intervenendo nei comuni di Montorno Superiore, Montorno Inferiore, Solafra, Serino, San Michele di Serino, Santo Stefano del Sole, Santa Lucia di Serino, considerati tra i più disastrati della provincia di Avellino. Con la generosità propria dei militari di leva e con altissimo spirito di sacrificio e senso del dovere, operava incessantemente per estrarre i sopravvissuti dalle macerie, recuperare ed inumare i corpi delle vittime, portare i primi soccorsi a circa 9.000 superstiti, recuperare masserizie, allestire tendopoli, contribuendo con calore umano a dare fiducia e serenità ai sinistrati. Dopo 22 giorni di ininterrotta, immane fatica svolta in condizioni meteorologiche particolarmente avverse e caratterizzata anche da situazioni di oggettivo pericolo, senza che nessun militare manifestasse alcun cenno di cedimento, veniva avvicendato, lasciando negli abitanti dei Comuni ove aveva operato profondi sentimenti di riconoscenza, stima ed affetto. Chiara espressione di virtù militari e civili. Provincia di Avellino, 25 novembre – 16 dicembre 1980 – (al 2º Battaglione Granatieri Meccanizzato “Cengio”)»