Festeggiare il 25 aprile significa celebrare il ritorno dell’Italia alla libertà e alla democrazia, dopo vent’anni di dittatura, di privazione delle libertà fondamentali, di oppressione e di persecuzioni.
A chiamarci a questa celebrazione sono i martiri delle Fosse Ardeatine, di Marzabotto, di Sant’Anna di Stazzema e di tanti altri luoghi del nostro Paese; di Cefalonia, dei militari e dei partigiani caduti in montagna o nelle città, dei deportati nei campi di sterminio, dei soldati di Paesi stranieri lontani che hanno fornito un grande generoso contributo e sono morti in Italia per la libertà. È un dovere, morale e civile, della memoria. Memoria degli eventi decisivi della nostra storia recente.
Alle celebrazioni per il Centenario di Fondazione dell’Istituto erano presenti i Gonfaloni di Province e Città. Le decorazioni sorrette da un nastro azzurro che spiccavano su di essi sono la testimonianza delle indicibili sofferenze e dei sacrifici che le popolazioni hanno subito negli anni che hanno portato alla Liberazione. A loro l’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valore Militare vuole idealmente collegare tutti i militari internati nei campi di concentramento per non aver voluto continuare a combattere nell’esercito tedesco, i Gruppi di Combattimento del Corpo Italiano di Liberazione, gli appartenenti alle altre Forze Armate, il Corpo Volontari della Libertà e, certamente non ultimi, tutti i combattenti della Libertà, senza alcuna discriminazione e distinzione di fede, razza o ideologia politica. Molti di loro diedero la vita per la rinascita del Paese, gettando le basi su cui nacque la nostra Repubblica.
Il loro sacrificio non può e non sarà dimenticato. Stringiamoci intorno al nostro tricolore, simbolo della nostra unità nazionale e del nostro comune destino e gridiamo con forza:
VIVA LA REPUBBLICA, VIVA L’ITALIA.