MAGLIOCCO VINCENZO
Generale di Brigata aerea
Allievo ufficiale di cpl. nel 29° reggimento artiglieria da campagna nel 1914 e sottotenente nel luglio 1915, partecipava alla prima guerra mondiale col II gruppo del reggimento artiglieria da montagna dall’ottobre 1915 al marzo 1917 quando, già promosso tenente, passava alla Scuola osservatori di Centocelle. Ritornato in zona di guerra nel maggio successivo si distingueva quale osservatore nella 39ª squadriglia, in numerose azioni, guadagnandosi il passaggio ad effettivo. Nel 1921 veniva trasferito al 3° raggruppamento aeroplani e nel giugno 1923, ,promosso capitano, al 1° stormo del Centro di Aviazione da ricognizione. Nello stesso anno entrava a far parte dell’Aeronautica e l’anno dopo, promosso maggiore a scelta eccezionale, gli veniva affidato il comando del 20° stormo da ricognizione. Nel 1929 fu promosso tenente colonnello a scelta e nel 1932, sempre a scelta, ebbe la promozione a colonnello e il comando del 14° stormo da bombardamento col quale partiva poi per l’Eritrea imbarcandosi a Napoli il 2 dicembre 1935. Due mesi dopo era promosso generale di brigata a scelta eccezionale. Osservatore e pilota al tempo stesso, conosceva a fondo tutti i problemi di impiego delle varie specialità. Laureato in giurisprudenza fu insegnante presso la Scuola di Osservazione Aerea. Il 26 giugno decollò dal campo d’aviazione di Addis Abeba al comando di due bombardieri Ca.133 e un ricognitore Ro.1, facendo rotta per Lekempti con il compito di contattare alcuni capi locali. La notte del 27 gli equipaggi vennero assaliti da un gruppo di guerriglieri etiopi, che uccisero tutti i membri della spedizione e incendiarono i tre aerei.
«Conscio del pericolo cui andava incontro, ma orgoglioso di essere annoverato tra i pionieri dell’Italia imperiale, chiedeva, con generosa insistenza, di partecipare ad ardita impresa aeronautica intesa ad affermare, col simbolo del tricolore, il dominio civile di Roma su lontane contrade non ancora occupate. Minacciato nella notte da orde di ribelli, rifiutava la sicura ospitalità di genti amiche e preferiva affrontare con lo scarso manipolo di eroici compagni l’impari combattimento per difendere fino all’estremo sacrificio la bandiera della Patria.» Lekempti, 27 giugno 1936
Altre decorazioni:
Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia
«Incaricato del comando avanzato di Aeronautica in Africa Orientale, compiva numerose azioni di guerra, sia solo, sia alla testa delle forze affidate al suo comando, con perfetta aderenza alle esigenze militari e con spietato ardimento. Durante le pericolose azioni sull’Endertà, del Tembien, dello Sciré e del Mai Ciò, impiegava le squadriglie delle basi avanzate con sicuro intuito e con risoluta energia, contribuiva al conseguimento di quelle fulgide decisive vittorie.» Cielo dell’Etiopia, dicembre 1935 – aprile 1936-XIV
Medaglia d’Argento al Valor Militare (Piave-Zenson, nov. 1917);
Medaglia d’Argento al Valor Militare (Cielo Basso Piave. marzo 918);
Medaglia di Bronzo al Valor Militare (Cielo del Piave, giugno-nov. 1918);
Tenente in s’p.e. per merito di guerra (1917)
PETROPOLI GUIDO
Tenente s.p.e. fanteria, III battaglione coloniale
Iscrittosi alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Bologna, ed il 16 ottobre 1933 fu ammesso a frequentare l’Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria a Modena da cui uscì due anni dopo con la nomina a sottotenente dell’arma di fanteria. Ultimato il Corso di applicazione d’arma a Parma fu assegnato al 35° Reggimento Fanteria e, nel febbraio 1937, venne trasferito in servizio nel R.C.T.C., partendo per l’A.O.I. Assegnato al III Battaglione coloniale “Galliano” partecipò alle grandi operazioni di polizia coloniale, distinguendosi in particolare modo nel ciclo operativo compreso tra il 1° e il 5 dicembre 1937 con la colonna del generale ischi, e in quello successivo dal1° al 21 giugno del 1938. , cadendo in combattimento il giorno 21. Nel corso del 1939 l’università di Bologna gli conferì la laurea ad honorem.
«Comandante di compagnia fucilieri seppe trasfondere nei propri ascari il suo ardire e il suo incomparabile entusiasmo, guidandoli con pieno successo in numerosi scontri e combattimenti di un lungo ciclo di operazioni di polizia coloniale. Fu sempre esempio di valore in ogni circostanza e con il suo coraggioso contegno destò l’ammirazione dei propri dipendenti. Pur essendo sofferente, si offriva volontario per un delicato incarico e, conscio del grave pericolo al quale si esponeva per le soverchianti forze avversarie, riusciva a prendere contatto con esse, a debellarle e ad inseguirle. Mentre impavido, con l’esempio e con la parola, animava i suoi uomini cadeva colpito a morte. Già distintosi in precedenti combattimenti.» Kassam-Torquarié Agher, gennaio-21 giugno 1938.
Altre decorazioni:
Medaglia d’Argento al Valor Militare
«Ufficiale di elevate virtù militari, dopo essersi distinto in modo insigne per coraggio, slancio e completa dedizione al dovere in precedenti combattimenti, in successivi scontri contro ribelli, avanzando sempre alla testa dei propri uomini, che venivano animati dal suo esempio di trascinatore appassionato, si slanciava contro l’avversario, debellandolo. Esempio di sprezzo per la propria integrità personale e di elevato senso del dovere. Cabi, Sciola, Medà, Aibanba-Kassam, 1-5 dicembre 1937.»