MARIANO MAJANI E GIULIANO GIOA – M.O.V.M. DI AGOSTO

  

MAJANI MARIANO

Capitano fanteria s.p.e., Comando Divisione speciale Harar

Chiamato alle armi nel giugno 1917 partecipò nella prima guerra mondiale alle operazioni sul Piave col 12° reggimento fanteria. Dopo un breve corso per allievi ufficiali di complemento alla Scuola di applicazione di fanteria in Parma, nominato sottotenente di fanteria nel novembre 1918, fu assegnato al 31° reggimento fanteria mobilitato. Venne nel 1920 inviato in Albania e congedato nel 1921. Fu richiamato a domanda in servizio dal gennaio 1926 e trasferito nel R.C.T.C. della Tripolitania. Promosso tenente nel luglio 1926 partecipò alle operazioni per la riconquista del Fezzan e dell’oasi di Cufra col IV gruppo Sahariano. Rimpatriato nel luglio 1932, tre anni dopo, nel sett. 1935, era nuovamente destinato in Colonia nel R.C.T.C. della Somalia e partecipò alla guerra in Abissinia col IV gr. bande Dubat. Con la promozione a capitano dal 1° gennaio 1937 passò al XLIX battaglione coloniale e successivamente, nel gennaio 1939, al LVII battaglione. All’inizio della seconda guerra mondiale, assegnato alla Divisione Speciale Harar, fu addetto al collegamento con la XIV Brigata e, a capo dei reparti di esplorazione e di informazione, partecipò alla conquista della Somalia britannica. Ferito gravemente nel combattimento del 12 agosto 1940, rifiutò ogni cura fino a quando non conobbe l’esito felice dell’operazione. Amputato delia gamba destra nell’ospedaletto da campo, fu poi catturato prigioniero nell’Ospedale Militare di Addis Abeba nell’aprile 1941. Rientrò in Italia per scambio di prigionieri nel giugno 1943 e, dopo aver subite lunghe degenze ospedaliere, venne collocato in congedo assoluto nell’ottobre 1949 ed iscritto nel ruolo d’onore col grado di tenente colonnello. Ebbe la promozione a colonnello nel 1951 e a gennaio di Brigata nel 1960. E’ deceduto a Roma il 14 luglio1969.

«Non destinato a partecipare alle operazioni per la conquista del Somaliland, muoveva vive insistenze per essere assegnato ad un reparto di prima linea. Designato quale ufficiale di collegamento presso un comando di grande unità coloniale, impegnata in durissima azione, spontaneamente si inquadrava in un battaglione vivacemente impegnato in attacco di forte posizione nemica. Assunto il comando di un settore del fronte, respingeva un sanguinoso attacco avversario e, per quanto gravemente ferito ad un piede, trasfondeva negli ascari presenti, il suo ardimentoso slancio e li incitava a respingere il nemico ed a passare al contrattacco. Sottoposto all’amputazione dell’arto, sopportava il doloroso intervento con la stessa fermezza con cui aveva affrontato l’avversario sul campo di battaglia e si esprimeva con ardente fierezza per l’offerta fatta alla Patria. Daharboruk, 11-12 agosto 1940

Altre decorazioni al Valor Militare:

Medaglia d’Argento

«Comandante di sottogruppo bande di testa d’avanguardia, conduceva con slancio ed avvedutezza il reparto durante l’avanzata in terreno intrigato. Raggiunta la riva sinistra dell’Uadi Korrak teneva saldamente, con sereno coraggio, la posizione nonostante le gravi perdite subite e la insidia dei tiratori avversari sui fianchi e alle spalle. Due giorni dopo concorreva con arditezza all’azione di rastrellamento di forti nuclei nemici, compiuta dal gruppo lungo l’Uadi stesso. Gianagobo (Uadi Korrak), 15-17 aprile 1936

Medaglia di Bronzo

«Comandante di plotone meharisti e già distintosi in precedenti combattimenti, trascinava i suoi dipendenti all’attacco di agguerrite e numerose forze nemiche, infrangendone la resistenza e volgendole in fuga. Concorreva così validamente a due importanti vittorie. Scineref-Umm el Kel (Tripolitania), 26 maggio 1929; Uan el Kebir (Tripolitania), 13 gennaio 1930

Croce di Guerra

«Ardito comandante di plotone meharisti, in tre anni di vita sahariana ripetutamente segnalavasi per il suo coraggio personale. Mentre di notte sostava con il proprio plotone dopo lunga e faticosa marcia, avuto notizia del passaggio di un nucleo ribelle nelle vicinanze del campo, prontamente lo attaccava sconfiggendolo e catturando armi e parte della carovana. Bir Ueddania (Tripolitania), 26 aprile 1929

  Sottotenente in s.p.e. per merito di guerra (1923);

 Maggiore per merito di guerra

«Trascinatore entusiasta dei propri ascari, comandante esperto e valoroso, in due distinte operazioni di particolare importanza al comando di reparti di formazione, conduceva i suoi uomini arditamente all’attacco di posizioni tenacemente difese e, travolgendo ogni resistenza nemica, assicurava il felice esito delle operazioni stesse. Esempio di completa dedizione al dovere, di aggressività e di coraggio. Somaliland-Hargheisa-Passo Karim, 5-8 agosto 1940

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GIOIA GIULIANO

Tenente s.p.e. A.A., pilota

Ancora giovanissimo, dopo avere compiuti gli studi classici presso il Liceo di Aosta, veniva ammesso il 21 ottobre 1936 al corso «Rex» nell’Accademia Aeronautica di Caserta. Primo classificato uscì sottotenente in s.p.e. il 1° ottobre 1938 e destinato al 72° stormo da bombardamento, conseguì la promozione a tenente nell’aprile 1940. L’entrata in guerra dell’Italia nel giugno successivo lo trovava nella 205ª squadriglia del XLI gr. B.T. dove si affermava subito in numerosi voli di ricognizione e di bombardamento prima sul Mediterraneo Occidentale e successivamente sul fronte greco-albanese. Trasferito col reparto all’Aeronautica dell’Egeo, partecipò alle operazioni per la conquista di Creta. Nel luglio 1941, assumeva il comando della squadriglia.

«Superbo figlio di Italia, pilota giovane ed abilissimo, circondato da altissimo prestigio per l’incomparabile ardire e le elevate qualità morali, più volte decorato al valor militare, compiva numerose e rischiose azioni belliche là ove maggiore era il pericolo, più efficace la offesa, più necessario l’esempio. Bombardiere, puntatore, aerosiluratore ovunque e ognora primo contro il nemico, portava sempre brillantemente a termine le missioni affidategli. Da un volo alturiero, sopraffatto da soverchiante caccia nemica, non faceva più ritorno. Cielo del Mediterraneo, dicembre 1940 -27 agosto 1941

Altre decorazioni al Valor Militare:

Medaglia d’Argento

«Capo equipaggio di apparecchio da bombardamento, partecipava a numerose azioni sulla flotta e su lontane e ben difese basi nemiche. puntatore di squadriglia, con l’apparecchio colpito da tiro contraereo che rendeva inefficiente un motore e causava copiosa perdita di carburante, nonostante l’assetto anormale del velivolo, assolveva con mirabile calma l’incarico affidatogli riuscendo a colpire una nave della formazione nemica. nella fase di ritorno coadiuvando egregiamente il capo equipaggio portava il contributo della sua perizia alla riuscita di un atterraggio di fortuna. Grecia, 11 giugno-11 dicembre 1940

Croce di Guerra

«Eseguiva con eccezionali risultati azioni offensive al limite dell’autonomia contro importantissimi e ben difesi depositi di carburante nemici. Cielo del Mediterraneo. 15 luglio 1940