RAIMONDO DOMENICO
Capitano cpl. genio, della R. Residenza di Gaint (Arbi Gherbià)
Uscito aspirante ufficiale di complemento del genio dalla Scuola Militare di Torino il 25 ottobre 1917, partecipava al primo conflitto mondiale con la 137^ compagnia zappatori. Promosso sottotenente nel luglio 1918 ed assegnato al 2° genio, veniva poi comandato al Quartier Generale della 70^ Divisione fanteria fino al febbraio 1919 quando partiva per l’Albania destinato a quel Corpo italiano di occupazione. Rimpatriato poco dopo perché messo a disposizione del 3° Ufficio lavori di Treviso, era promosso tenente il 2 maggio 1920 e pochi giorni dopo veniva collocato in congedo. Laureatosi in giurisprudenza nell’Università di Siena, svolgeva poi a Genova per oltre 15 anni la professione di avvocato. Veniva richiamato a domanda nell’ottobre 1935, e nel gennaio successivo partiva col XXXV battaglione zappatori mobilitato per l’Eritrea. In marzo fu promosso capitano a scelta speciale con anzianità 1° luglio 1935.
Avvertito che orde abissine si dirigevano verso Arbi Gherbià per attaccare la sua residenza, nonostante l’ordine di ripiegamento su Debra Tabor, volle, per tenace attaccamento alla regione affidatagli, rimanere al suo posto, organizzandosi a difesa. Attaccata la sua residenza da forze preponderanti, ed abbandonato dai capi, benché ferito al primo momento, combatté per tutto il pomeriggio, respingendo sempre ogni tentativo nemico. Esaurite le munizioni di dotazione individuale, dopo aver inflitto ai ribelli perdite ingenti, riuniti i superstiti intorno alla Bandiera che non fu ammainata, con la visione negli occhi del Tricolore cadde, fronte al nemico, sopraffatto dal numero, col grido di: Viva l’Italia. – Arbi Gherbià, 10 settembre 1937.
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BOSELLI ROBERTO
Tenente cpl. artiglieria, 7° reggimento CC.NN.
Ammesso a ritardare il servizio militare perché studente nella facoltà fisico-matematica dell’Università di Bologna, fu ammesso al corso allievi ufficiali di complemento Arma di artiglieria alla Scuola di Bra nel novembre 1935. Fu promosso sottotenente di artiglieria nel maggio del 1936 e destinato al 16° reggimento artiglieria Divisione fanteria. Trattenuto alle armi ed inviato in servizio oltremare, sbarcò a Cadice nel gennaio 1937. Passato effettivo alla batteria cannoni da 65/17 del V gruppo CC.NN. della Divisione “23 Marzo”, otteneva l’avanzamento straordinario per meriti eccezionali nel grado di sottotenente con anzianità 1934. Alla sua memoria l’Università di Bologna concesse nel 1939 la laurea ad honorem in fisico-matematica. Nipote della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria, Rodolfo Boselli, tenente d’artiglieria da montagna caduto in Libia nel 1912.
«Comandante di Sezione di accompagnamento, dopo aver sfidato la morte nelle operazioni dell’agosto 1937 a quota 920 e dell’aprile 1938 a Mundejes, il 22 settembre 1938, in azione controffensiva, con instancabile slancio, sprezzo del pericolo e pronto intuito postava i pezzi in ardita posizione allo scoperto, battendo con grande efficacia le formazioni nemiche. Fatto segno a concentramenti di fuoco di artiglieria, ferito, continuava con fermezza ed alto spirito di sacrificio la sua azione, fino a che cadeva colpito a morte presso i suoi pezzi, che così efficacemente avevano contribuito alla vittoria. Esempio mirabile di coscienza del proprio dovere e sprezzo del pericolo. Sierra de Javalambre, 22 settembre 1938.[3]»
Altre decorazioni al Valor Militare
Medaglia d’Argento
«Comandante di sezione cannoni di accompagnamento in azione controffensiva, con instancabile slancio, sprezzo del pericolo e pronta iniziativa, portava i pezzi in ardite postazioni, allo scoperto, battendo con grande efficacia le formazioni nemiche. Fatto segno a concentramento di fuoco d’artiglieria nemica, continuava con fermezza ed alto spirito di sacrificio la sua azione, fino a che, colpito a morte, cadeva presso i suoi pezzi. Esempio di coscienza del proprio dovere e di sprezzo del pericolo. Sierra de Jalavambre, 22 settembre 1938.»
Medaglia di Bronzo
«Durante un violento contrattacco nemico, con pronto intuito ed iniziativa, portava la propria sezione cannoni da 65/17 in testa al reparto operante e, con audace e intelligente manovra portava i pezzi in luogo scoperto e battuto dalla fucileria e dalle armi automatiche nemiche. Apriva il fuoco dirigendolo personalmente e si portava frequentemente sulla linea dei reparti avanzanti per meglio osservare l’efficacia del tiro dei suoi cannoni. Col suo tiro efficace batteva il nemico e riusciva di valido appoggio alle fanterie che determinavano la rotta dell’avversario. Mufedes, 1° aprile 1938.»
Medaglia di Bronzo
«Comandante di sezione cannoni di accompagnamento, da posizione avanzata ed esposta al nemico, con esemplare calma, perizia e sprezzo del pericolo, riusciva a neutralizzare numerosi ed attivi centri di fuoco avversari, favorendo la fase d’attacco del proprio battaglione e successivamente l’inseguimento. Quota 1091, 14 luglio 1938.»
Croce di Guerra
«Comandante di sezione da accompagnamento si distingueva per perizia e sprezzo del pericolo. Destinato ad accompagnare con il fuoco una bandera, malgrado tiri di controbatteria e di mitragliatrici avversarie, riusciva ad assolvere il proprio compito agevolando alla fanteria la vittoria. Quota 920, 14-15 agosto 1937.»
Avanzamento per merito di guerra
«Ufficiale dotato di ottime qualità militari, in sedici mesi di guerra si distingueva sugli altri per coraggio personale e per virtù trascinatrici. Nei vari combattimenti occorsi per sviluppare una complessa e delicata operazione dava prova di perizia, appoggiando sempre efficacemente e tempestivamente col fuoco dei propri pezzi l’azione del battaglione al quale era assegnato. O.M.S., 9 marzo-30 aprile 1938.»
— Regio Decreto 25 marzo 1939